Su “Valsassina News” e su “Lecco Today”

Ringrazio di cuore le redazioni di “Valsassina News” e di “Lecco Today che nei giorni scorsi hanno ripreso le mie osservazioni in merito alla questione dello sviluppo turistico dei Piani di Artavaggio (Valsassina, provincia di Lecco), in particolar modo mirate ai soggetti pubblici e privati locali che sostengono la necessità di realizzare una nuova seggiovia e il conseguente impianto di innevamento programmato, il tutto finanziato da soldi pubblici. Osservazioni che, al solito, non prescindono dal rispetto delle varie opinioni espresse e mirano a promuovere un confronto costante e sempre costruttivo. Per il bene di queste montagne e di chi le abita, innanzi tutto.

Per leggere i due articoli, cliccate sulle rispettive immagini e in calce troverete i relativi link.

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Fare cose belle e buone, in montagna. Sulle Madonìe (Sicilia), ad esempio

Le Madonìe (in siciliano Li Marunìi) sono tra le montagne più belle della Sicilia e del Mediterraneo. Tanto poco esteso quanto ricco di angoli spettacolari e in costante vista del Mar Tirreno, il gruppo presenta le più alte vette dell’isola dopo l’Etna, sfiorando i duemila metri di quota con il Pizzo Carbonara (1979 m) che domina una morfologia parecchio variegata nonché alcune peculiarità notevoli come la faggeta di Piano Cervi, la più meridionale d’Europa. D’altro canto l’ambiente naturale delle Madonìe è talmente pregiato che la zona, il cui parco è inserito già dal 2004 nella Rete Mondiale dei Geoparchi, dal 2015 si fregia del titolo di Geoparco Mondiale UNESCO.

Nonostante ciò, anche le Madonìe non sono sfuggite al tentativo di imporre ai loro territori i modelli del turismo di massa più banalizzanti e decontestuali: la località sciistica di Piano Battaglia, pur piccola, è il frutto di quell’imposizione, dagli scopi ben più attenti al consumo del luogo che alla sua valorizzazione autentica e con la solita cronaca di pasticci finanziari, chiusure, riaperture, richiusure, soldi pubblici malamente spesi, problematiche legate al clima, eccetera: la sua storia è raccontata – succintamente ma compiutamente – nel libro Inverno Liquido di Maurizio Dematteis e Michele Nardelli.

Anche per i motivi che ho appena citato, qualche anno fa un gruppo di cittadini madoniti per passione, interesse, competenze, ha deciso di impegnarsi alla promozione e sviluppo dei territori montani delle Madonie, creando un’associazione culturale che oggi si può ben indicare come un esempio mirabile e assai efficace di valorizzazione della montagna in senso generale: è Identità Madonita, nata proprio per attivare e promuovere nuovi processi di sviluppo, reti di aziende, persone e servizi dedicati non solo al visitatore ma anche ai giovani madoniti. L’associazione promuove forme di sensibilizzazione attraverso attività mirate ad accrescere la conoscenza ed il valore del territorio, a combattere lo spopolamento e attivare nuove visioni e interpretazioni del territorio locale. Inoltre usa lo sport per attivare forme di sensibilizzazione dei giovani madoniti in base al principio per il quale la conoscenza approfondita di pratiche che agevola la scoperta dei luoghi del territorio può essere potente volano di nuove forme di coscienza, di attività imprenditoriali e di attrazione, così da innescare nuovi meccanismi di sviluppo benefici per l’intero territorio.

Infine, Identità Madonita sfrutta la conoscenza dei suoi membri per promuovere e incentivare forme di reti di persone e servizi al fine di facilitare la fruizione e la coltivazione della cultura delle Madonie. Per questo tra i soci dell’associazione si trovano maestri ceramisti, agronomi profondi conoscitori delle tradizioni contadine, maestri pupari, esperti cuochi, ex componenti dei reparti speciali dell’esercito, artisti pittori, e soprattutto appassionati esperti di sviluppo locale: un ambiente umano ideale per implementarvi la collaborazione di partner commerciali accuratamente scelti per supportare la permanenza e le attività dei visitatori, i quali a loro volta possono approfittare di tale rete per scegliere servizi e aziende innanzi tutto dell’entroterra madonita ma anche della zona costiera, che ha nella cittadina di Cefalù, con la sua rinomanza turistica riconosciuta a livello internazionale, un importante e emblematico legame referenziale tra il mare e il comprensorio montano delle Madonie.

Un’esperienza veramente notevole e ammirevole, quella di Identità Madonita, che ha molto da insegnare a tante altre località montane alpine e appenniniche dalla storia assimilabile che ancora, per motivi di vario genere ma che ormai tutti conoscono bene, non riescono a liberarsi dal giogo della monocultura dello sci nonostante nulla vi sia più – in senso geografico, climatico, ambientale, economico, sociale, culturale, eccetera – nella realtà effettiva di quei luoghi che possa giustificare questo soffocante accanimento turistico. Insomma: chapeau!

(Tutte le immagini presenti nell’articolo sono tratte dalla pagina Facebook dell’Associazione Identità Maronita.)

N.B.: altre cose belle e buone fatte in montagna:

“Inverno liquido” a Lecco, altre due cose interessanti

Per “chiudere il cerchio” entro il quale si è sviluppata la serata di venerdì scorso 10 marzo a Lecco per la presentazione del libro di Maurizio Dematteis e Michele Nardelli Inverno Liquido (DeriveApprodi) e per il conseguente dibattito aperto sui temi trattati dal volume – evento che è stato unanimemente definito di rara importanza per aver messo in dialogo numerosi portatori d’interesse pubblici e privati nei confronti dei territori montani con le rispettive differenti istanze – eccovi due ulteriori contributi: il servizio trasmesso dal telegiornale di “Unica TV” e curato da Fabio Landrini, peraltro valente moderatore della serata, e il reportage al solito brillante e sagace di Cesare Canepari pubblicato su “Valsassina News”:

Ovviamente il dibattito sui temi in questione non si è risolto nella serata di Lecco, che anzi rappresenta il punto di inizio d’un percorso di costante confronto che si svilupperà sempre di più in futuro affinché – lo ribadisco nuovamente – finalmente le montagne, cuore e anima pulsanti dell’Italia ma per troppo tempo trascurate ovvero mal gestite, ritornino al centro dell’attenzione pubblica e ritrovino la loro naturale e imprescindibile dignità di interlocutori forti nel dibattito condiviso sul futuro del nostro paese.

Il gran successo di “ReImagine Winter”

Sono proprio contento di leggere del successo degli eventi di “ReImagine Winter”,  la mobilitazione nazionale diffusa organizzata al fine di  re-immaginare l’inverno e il sistema turistico ad esso collegato. Per motivi personali non ho potuto parteciparvi e dunque trovo ancor più belle le immagini che mi hanno inviato dai due raduni delle mie parti, al Monte San Primo (immagini sopra) e ai Piani di Artavaggio (sotto), meravigliose località montane ex sciistiche minacciate dalla progettazione di nuovi impianti di risalita il cui stato ambientale, con neve poca o assente e prati verdi come fosse maggio inoltrato, ne fa capire senza bisogno di parole l’assurdità e il potenziale (ennesimo) spreco di denaro pubblico.

Ribadisco: tutto ciò non rappresenta alcuna crociata contro lo sci su pista, ma la manifestazione della crescente presa di coscienza riguardo il miglior futuro possibile per le nostre montagne, per il loro paesaggio, l’ambiente e per le comunità che le abitano, al fine di svincolarle da qualsiasi sfruttamento non solo obsoleto ma pure palesemente degradante e di ridare loro la dignità politica, socioeconomica, culturale che le spetta, ovvero dimensione ideale per sviluppare un turismo finalmente al passo con i tempi e consono ai territori montani, a vantaggi di tutti, residenti e turisti.

Dunque avanti così, ad maiora!

“Inverno liquido” a Lecco, una rassegna stampa

Eccovi una rassegna stampa ad oggi (salvo mancanze di altre testate delle quali non ho riscontri, nel caso vi siano mi scuso della mancanza) della serata di venerdì scorso 10 marzo a Lecco per la presentazione del libro di Maurizio Dematteis e Michele Nardelli Inverno Liquido (DeriveApprodi) e per il conseguente dibattito aperto sui temi trattati dal volume.

Personalmente ringrazio di cuore il folto pubblico che ha riempito la sala e gli amministratori locali che hanno presenziato all’incontro ed espresso le proprie opinioni: al di là della divergenza di vedute, spesso radicale, è importante promuovere un confronto costante e frequente sui temi della frequentazione turistica dei nostri monti, sullo sviluppo socio-economico delle comunità residenti, sulla salvaguardia ambientale reso ineludibile dai cambiamenti climatici e su ciò che a questi ambiti è connesso. Il tutto affinché finalmente le montagne, cuore e anima pulsanti dell’Italia ma per troppo tempo trascurate ovvero mal gestite, ritornino al centro dell’attenzione pubblica e ritrovino la loro naturale e imprescindibile dignità di interlocutori forti nel dibattito condiviso sul futuro del nostro paese.

Cliccando sulle immagini degli articoli troverete i link per leggere i relativi articoli originari.