Venerdì 3 marzo a Ciserano, con Davide Sapienza

Venerdì 3 marzo, alle ore 21 presso il Centro Civico di Ciserano (Bergamo), nell’ambito dell’ottava edizione del Festival “Tierra! Nuove rotte per un mondo più umano”, avrò nuovamente la gran fortuna di affiancare Davide Sapienza, nel suo appuntamento dal titolo La natura piccola ovvero in un nuovo, affascinante viaggio nell’ognidove che Davide ha scoperto, esplorato e mappato in tutti questi anni di produzione letteraria, geopoetica, culturale e intellettuale.

Non a caso uso il termine “ognidove”, che richiama il titolo de La Valle di Ognidove, uno dei suoi libri più originali e immaginifici: “La natura piccola” è proprio uno dei capitoli di quel libro, rieditato poche settimane fa da Lubrina Bramani Editore, che farà da filo rosso dell’incontro di Ciserano peraltro richiamando alcuni degli altri temi fondamentali nella letteratura di Sapienza, ulteriori dimensioni che esploreremo con la sua preziosa e illuminante guida.

In quel capitolo de La Valle di Ognidove, Davide racconta al lettore come la natura non tende alla grandezza, lavora con pazienza per ridurre le proprie dimensioni e creare spazi possibili adattandosi all’impatto sull’ambiente circostante. Ci sono eventi e sviluppi che paiono intraprendere una strada contro natura. In realtà anche quello è un disegno riconducibile sia agli eventi che riconosciamo come naturali, sia a quelli provocati dalla nostra presenza sul pianeta, poiché anche l’uomo è natura. La corsa selvaggia di un tronco caduto e scivolato ai margini di un torrente di montagna accade senza alcun tipo di giudizio morale e pensiero, pianificazione o discussione. È una forma di economia evoluzionistica naturale, mentre l’intervento dell’uomo che modifica il territorio risponde generalmente a scelte di convenienza e appropriazione di processi altrimenti diversi. Dove trovare il punto di equilibrio dopo tanto squilibrio?

Una domanda alla quale è ormai necessario trovare una risposta e non solo perché la realtà di fatto nella quale viviamo ci costringe ad affrontare sfide e a sviluppare resilienze impensabili fino a solo pochi anni fa (non solo riguardo il clima e l’ambiente, peraltro), ma pure perché – e soprattutto – il primo riequilibrio che dobbiamo trovare è quello con noi stessi, noi che siamo natura e ce lo scordiamo spesso, noi che “facciamo” il paesaggio al pari di ogni altro elemento che il territorio contiene ma poi quello stesso territorio lo modifichiamo, purtroppo spesso in modi deterioranti, e non capiamo che così roviniamo noi stessi e la nostra esistenza.

La natura è “piccola” e l’uomo è grande, eppure è la natura a rappresentare la grandiosità del mondo mentre gli uomini la piccolezza: dobbiamo tutti quanti trovare un equilibrio tra queste realtà, senza alcun dubbio, il nostro ognidove armonico dove ritrovarci e ritrovare la strada migliore da percorrere insieme al mondo che abbiamo intorno.

Appuntamento dunque a venerdì sera, ore 21, a Ciserano; trovate le info utili nella locandina in testa al post – cliccateci per ingrandirla – oppure qui. Sarà un incontro, un dialogo, un viaggio veramente e profondamente affascinanti, statene certi!

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Oggi, al Liceo Frisi di Monza


Vi ricordo che l’incontro è libero e aperto a tutti, dunque, se potete e volete partecipare, credo (spero!) che ne uscirà qualcosa di parecchio interessante!

Cliccate sull’immagine per saperne di più.

Ghiacciai e montagne (e noi) a Monza, lunedì 27/02

Lunedì 27 febbraio, alle ore 15 presso l’auditorium del Liceo Scientifico Statale Paolo Frisi di Monza, interverrò nel secondo appuntamento dell’edizione 2022/2023 di “Viaggio verso l’altrove”, la rassegna dei pomeriggi culturali curata dal Liceo, in una conferenza intitolata Ghiacciai e montagna: l’altrove che ci riguarda. Tra storia, cultura e scienza: come li vediamo, come sono e come saranno. Con me ci sarà il paleoglaciologo Claudio Artoni e, a moderare l’incontro, lo scrittore e giornalista Luca Serenthà. Insieme proporremo un viaggio nello spazio e nel tempo attraverso le nostre montagne, esplorandone la relazione storica dell’uomo con esse, l’elaborazione culturale dei loro paesaggi, l’intreccio tra evidenze scientifiche e aspetti umanistici e riflettendo sugli immaginari attraverso i quali le vediamo e le frequentiamo, nel contesto della crisi climatica in corso e di ciò che ci aspetta nel tempo a venire. A guidarci in questo affascinante viaggio saranno i ghiacciai, da sempre elementi identitari e referenziali delle montagne oltre che soggetti scientifici fondamentali nello studio delle terre alte, che dal presente sanno raccontarci molto del passato e del futuro non solo dei monti ma pure di tutti noi.

La partecipazione all’incontro, come a tutti quelli della rassegna, è aperta e a ingresso libero per studenti, docenti, genitori e cittadinanza: dunque sono ben felice di invitarvi sperando che possiate partecipare e assicurandovi che, insieme, compiremo un viaggio alpino assolutamente intrigante.

Per saperne di più, sull’incontro e su tutta la rassegna in corso, cliccate sulla locandina lì sopra oppure qui.

Comunicare la “Montagna Sacra”

Il progetto “Una Montagna Sacra per il Gran Paradiso”, dopo la presentazione pubblica ufficiale avvenuta lo scorso 26 novembre presso il Museo Nazionale della Montagna di Torino e la conseguente, necessaria “metabolizzazione” dei suoi contenuti – in corso da tempo, a dire il vero, ma certamente divenuta più compiuta dopo la suddetta presentazione, anche rispetto ad alcuni fraintendimenti al riguardo – sta programmando le prossime iniziative attraverso cui il Comitato promotore – del quale mi onoro di far parte, spero motivatamente – vuole accrescere la presa di coscienza intorno ai temi basilari del progetto e concretizzarne nella realtà la valenza.

D’altro canto sono temi fondamentali, questi, non solo per il Monveso di Forzo ma per tutte le nostre montagne, la loro realtà e il futuro che le aspetta e aspetta tutti i frequentatori di qualsiasi vetta. Per questo siamo ben consci che il progetto de “La Montagna Sacra” debba essere raccontato il più possibile e con crescente diffusione, stante la sua potente valenza emblematica e le innumerevoli possibili e proficue ricadute concrete nei territori montani in merito alla loro salvaguardia – potenzialmente in ogni territorio che subisca “turistificazioni” aggressive e invasive, ed è inutile rimarcare quanti ve ne siano un po’ ovunque, soggiogati a tali pratiche degeneranti non solo dal punto di vista ambientale. In tal senso il progetto ha tutti i crismi per diventare “iconico” e rappresentare un nuovo o differente modus operandi  facilmente applicabile con la sua filosofia concreta e pragmatica alla sostanza della gestione (politica e non solo) dei territori naturali di pregio e alla necessaria ricostruzione di una cultura ambientale consapevole, base indispensabile per qualsiasi buon sviluppo futuro delle montagne e non solo.

Queste sue caratteristiche, dunque, richiedono una comunicazione conseguentemente innovativa e efficace, che si affianchi a quella più classicamente “istituzionale” e che possa ampliare la possibilità di informazione al riguardo senza con ciò pretendere di imporre verità dogmatiche, anzi, agevolando il dibattito sempre necessario (e necessariamente costruttivo). Una comunicazione come quella offerta dal contributo sulla “Montagna Sacra” di Elena Gogna per “Lifegate”, che a quanto si può constatare dai riscontri social funziona veramente bene:

Su Selvino, le sue montagne, il suo turismo

[Panorama del centro abitato di Selvino. Foto di Ysogo, opera propria, CC BY-SA 4.0, fonte commons.wikimedia.org.]
Vi ho detto (ovvero ho scritto) già alcune volte di Selvino, la località delle Prealpi bergamasche un tempo sciistica e ora protagonista, suo malgrado, di alcuni progetti per ora solo ipotizzati e a dir poco sconcertanti: di quelli che se osservati da un certo punto di vista possono apparire commercialmente e turisticamente “stuzzicanti” ma, osservati dalla parte opposta (e non solo da quella) rivelano rapidamente e con grande evidenza la loro nocività economica, culturale, sociale, ambientale.

Su Selvino già un paio di anni fa (nel marzo 2021) il Club Alpino Italiano di Bergamo, con le sue varie articolazioni sezionali, ha organizzato un incontro on line (o webinar, come si dice oggi) con tema «Il prezioso patrimonio naturalistico e lo sfruttamento per attività sportive» dell’altopiano selvinese, che risulta un contributo completo e significativo sul caso locale così come sulle tante altre situazioni similari che si possono riscontrare sulle nostre montagne. Vi propongo la registrazione Youtube di quel dibattito, ringraziando molto l’amico Federico Mangili che con Danilo Donadoni ne è stato tra gli artefici: