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Benvenuti nel blog di Luca Rota. Uno che esplora paesaggi e poi scrive. O viceversa.

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COSE DA TENERE PRESENTI

Giovedì 16/02, a Bormio:

Giovedì 16 febbraio, a Bormio, interverrò alla presentazione di Ombre sulla Neve. Il “libro bianco” delle Olimpiadi invernali il volume di Luigi Casanova – Presidente Onorario di Mountain Wilderness Italia – pubblicato da Altræconomia, il quale rappresenta la più dettagliata e approfondita inchiesta sui prossimi Giochi Olimpici di “Milano-Cortina 2026” e sull’impatto concreto, analizzato in tutti i suoi aspetti, nei territori che ne saranno le sedi. Con me ci saranno altri e ben più prestigiosi relatori, dunque, se sarete in zona, credo sarà un evento da non perdere. Cliccate sulla locandina per saperne di più.

Oltre il confine. Narrare la Val San Martino

Da novembre 2021 è disponibile nelle librerie un volume veramente importante e prestigioso sotto ogni aspetto, alla cui realizzazione è per me un onore e un piacere aver fatto parte: Oltre il Confine. Narrare la Val San Martino, opera dedicata a uno dei territori più emblematici della Lombardia (e non solo) e alla sua storia di ieri, di oggi e di domani, narrati in un modo innovativo, originale e multidisciplinare. Nel volume è presente anche un mio testo, intitolato Il “luogo” Val San Martino. Geografia, paesaggio, immaginario, identità: per una definizione presente e futura del Genius Loci della valle. Un testo di “viaggio” materiale e immateriale ma comunque affascinante, alla conoscenza intima della valle e della sua essenza. Cliccate sull’immagine lì sopra per saperne di più.

Hic Sunt Dracones

Hic Sunt Dracones è il libro d’artista realizzato da Francesco Bertelé e pubblicato da Postmedia—Books come opera integrante dell’omonimo progetto espositivo a cura di Chiara Pirozzi e in collezione al Museo Madre di Napoli. Il volume si struttura in una prima parte che raccoglie testi scientifici e saggi critici di approfondimento sui temi proposti dall’opera e una seconda parte ipertestuale e stratificata legata alla ricerca artistica di Bertelé al riguardo. Tra i saggi c’è quello da me elaborato, intitolato Hic absunt dracones (“Qui non ci sono i draghi”), che riflette in modo originale e assai letterario sul concetto di “confine”, sui suoi significati filosofici, antropologici, culturali, geografici e geopolitici e su come gli stessi nonché i vari intrecci che con essi vengono formulati producano visioni differenti e non di rado opposte del “confine”. Cliccate sull’immagine per saperne di più.

Dol dei Tre Signori

Dal 15 dicembre è disponibile la nuova guida escursionistica Dol dei Tre Signori, dedicata ad un itinerario montano e al territorio che attraversa tra i più belli delle Alpi italiane, e che ho avuto l’onore e il pregio di scrivere insieme agli amici e valenti colleghi di penna Sara Invernizzi e Ruggero Meles.
Nata su iniziativa della rivista “Orobie” e grazie al patrocinio di Italcementi HeidelbergCement Group, la guida è in distribuzione con il quotidiano “L’Eco di Bergamo” da martedì 15 dicembre, appunto, e successivamente con i quotidiani “La Provincia di Como”, “La Provincia di Lecco” e “La Provincia di Sondrio”. Non perdetevela: è bellissima, ve l’assicuro! Cliccate sulla copertina per saperne di più.

Tellin’ Tallinn. Storia di un colpo di fulmine urbano
«Il viaggio è la meta», si usa dire spesso. Ma qual è la meta di un viaggio autentico?

Tellin’ Tallinn. Storia di un colpo di fulmine urbano è il mio nuovo libro, edito da Historica Edizioni nella prestigiosa collana dei “Cahier di Viaggio”, diretta da Francesca Mazzucato; da marzo 2020 in tutte le librerie e negli stores on line.
Tallinn, l’affascinante capitale estone, è destinazione e fa da sfondo ad un particolare viaggio del protagonista, non solo geografico ma anche interiore. Inizialmente alla ricerca di un ricordo, il viaggiatore viene avvolto da un’intensa e avvolgente relazione con il luogo, capace di smuovere non solo i sensi ma anche il suo animo. Viaggiatore e luogo diventano così una cosa sola e un’unica meta. Cliccate sull’immagine per saperne di più!

Multimedia
Cliccando sull’immagine qui sopra potete accedere ai contenuti multimediali, audio e video, dei quali in qualche modo sono “protagonista” (conferenze, classrooms, dissertazioni varie) o lo sono i miei libri (attraverso presentazioni, interviste, podcast e letture), oppure altre cose con me di mezzo. Il tutto non troppo indegnamente, spero!

Tutti gli altri miei libri...tutti-i-libriCliccateci sopra per saperne di più...

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Tag: catalogo

La sommersione del paesaggio

[Immagine tratta da questa pagina Twitter.]

La stessa evoluzione delle società umane porterà ad una condizione della geografia per la quale l’ambiente terrestre esisterà solo come spazio utile (è quanto già accade), fruibile indiscriminatamente. E porterà infine al suo riempimento, con la continua sommersione del paesaggio preesistente, di cui si salveranno solo poche testimonianze. Una sommersione, ad esempio, già in parte avvenuta da noi nel corso del più recente processo di riterritorializzazione, con gli adattamenti ad una condizione di vita che le tecniche industriali hanno profondamente rinnovato, affrancando l’uomo dalle passate dipendenze nei confronti dell’ambiente naturale.
La sommersione, simile ad un diluvio, ha obliterato i paesaggi ereditati nel giro di poche decine di anni. Ordine delle campagne, strutture insediative, architetture che esprimevano forme trepide e nondimeno geniali del costruire, segni devozionali, scenari esaltati da poeti, vissuti e nobilitati da eroi culturali e così via. È questo il destino del paesaggio terrestre, al di fuori delle “isole” rappresentate dalle terre marginali, estranee all’ecumene più densamente popolato? Un destino segnato dalla continua sommersione? E con questa sommersione continua saranno destinate a scomparire per sempre le testimonianze della storia dell’uomo, il paesaggio che racconta?

Da Eugenio Turri, Il paesaggio racconta, saggio presentato al convegno della Fondazione Osvaldo Piacentini a Reggio Emilia nel marzo del 2000. Qui trovate alcuni degli articoli che ho dedicato a Turri, una delle figure fondamentali per chiunque si occupi e s’interessi di paesaggio, geografia e relazioni tra uomo e ambiente. L’infografica sottostante invece fa ben capire la “sommersione” in corso del paesaggio denotata da Turri, ovvero il consumo dei suoli di quel territorio antropologicamente identitario il cui paesaggio custodisce (e racconta) la nostra storia nonché ci offre i semi dai quali far germogliare il miglior futuro possibile per i luoghi in cui viviamo, ma che troppo spesso calpestiamo e sommergiamo nell’oblio culturale e politico più profondo.

Per saperne di più sull’infografica, i cui dati si riferiscono al 2021, cliccateci sopra – e sul tema al quale si riferisce ne ho già scritto qui.

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Scritto il 17 novembre 202217 novembre 2022Categorie MagazzinoTag 2020,2021,abitare,abitati,abusivismo,Africa,ambiente,ambienti,amministrazione,amministrazioni pubbliche,anni,antropizzazione,antropologia,Archeologia,architetti,architettura,aree,aree verdi,asfalto,Asia,attività umane,biografia,campagna inglese,campi,cantieri,capannoni,case,Castlerigg Stone Circle,catalogo,cementificazione,cemento,Città,civiltà megalitica,comuni,comunità,concessioni,concetto,conoscenza,Consumo di suolo,convenzione europea,copertura del suolo,coste,costi,costruzione,cultura,dati,degrado,descrizione,dolmen,Dorset,download,ebook,ecologia,ecosistemi,esosistema,espressione,Eugenio Turri,foto,futuro,Genius Loci,geografia,geografo,governo,identità,immagini,infrastrutture,ingegneria,Inghilterra,inquinamento,ISPRA,Italia,lavori,legame,leggi,Lessinia,letteratura,lettura,libri,Lombardia,luoghi,luogo,mare,Marsilio,megaliti,menhir,ministero,Monte Baldo,narrativa,Natura,nomadismo,non luoghi,Nord,opere,paesaggi,Paesaggi da vivere,paesaggio,pdf,percezione,permessi,piaga,pianificazione,politica,politica del territorio,politici,presente,progettazione,progetto,protezione,recensione,recensioni,regioni,relazione,relazioni,relazioni sociali,report,rovina,saggi,salvaguardia,segni,siti megalitici,società,sommersione,sostenibilità,spazio,spiagge,stabilimenti,statistiche,storia,strade,Sud,terreno,territorializzazione,territorio,Tess dei d'Urberville,Thomas Hardy,titoli,tracce,trasformazione territoriale,umanizzazione,urbanisti,urbanistica,valore culturale,Veneto,verde,viaggi,Weekend nel Mesozoico,Wikipedia1 commento su La sommersione del paesaggio

Arto Paasilinna, “Un uomo felice”

Vi avviso fin da subito: questa è una “non recensione”. O, per meglio dire, non sarà una “recensione” del libro in questione nel senso classico del termine. Non perché non abbia nulla da scrivere al riguardo – in verità ho già scritto tanto su Arto Paasilinna e sui suoi libri, le cui edizioni italiane ho letto quasi per la loro interezza, e le relative “recensioni” le trovate nella pagina del blog ad esse dedicata. D’altro canto di cose da scrivere su Paasilinna ce ne potrebbero essere ancora moltissime: nel pur variegatissimo panorama letterario nordeuropeo, l’autore finlandese rappresenta un unicum, una sorta di dimensione narrativa e stilistica a se stante – anche se perfettamente inserita in quel panorama e pienamente rappresentativa di esso – uno scrittore i cui libri, una volta appurato che al lettore piacciano, si possono tranquillamente comprare a scatola chiusa ovvero senza nemmeno leggerne la presentazione in occasione della pubblicazione: perché Paasilinna è Paasilinna, punto.

Dunque, riguardo questo Un uomo felice (Iperborea, Milano, 2021, traduzione di Nicola Rainò; orig. Onellinen mies, 1976), ultimo romanzo di Paasilinna in ordine di tempo a essere pubblicato da Iperborea in Italia, potrei rimandarvi a quanto ho scritto degli altri suoi libri letti, posto che la sinossi di quest’ultimo la trovate nel sito della casa editrice o altrove, così come potete facilmente rintracciare numerose recensioni “classiche” in giro per il web. Potrei aggiungere solo che Un uomo felice mi pare uno dei romanzi più “politici” di Paasilinna, ovvero un testo nel quale il suo peculiare stile tanto umoristico quanto disincantato viene intrecciato più di altri alla situazione sociale e politica reale della Finlandia dell’epoca, un posto peraltro nel quale certi aspetti della società di cinquant’anni fa sono più o meno gli stessi di oggi e sono suppergiù assimilabili a quelli di altre zone di questa parte di mondo («tutto il mondo è paese» no?): perché ovunque, nello stato più avanzato come in quello più scalcinato, vi sono disuguaglianze e disparità sociali, ingiustizie più o meno grandi, politici furbeschi e compari marpioni e tutt’intorno una comunità civile che ama coltivare luoghi comuni e conformismi facendone la base del proprio modus vivendi quotidiano senza troppo considerare che siano cose nobili e sensate o viceversa spregevoli e illogiche – sapete bene che «vox populi vox dei», per citare un altro adagio popolare.

Detto ciò, metto Un uomo felice da parte e torno nell’ambito della mia suddetta “non recensione” […]

(Potete leggere la recensione completa di Un uomo felice cliccando sulla copertina del libro lì sopra, oppure visitate la pagina del blog dedicata alle recensioni librarie. Buona lettura!)

Scritto il 12 ottobre 202211 ottobre 2022Categorie Letteratura,Letture,LibriTag Arto Paasilinna,biografia,catalogo,costume,critica,Finlandia,Iperborea,leggere,letteratura,letteratura nordica,letture,libri,libri belli,libri consigliati,libri da leggere,libro,narrativa,Nord Europa,politica,recensione,recensioni,romanzo,Scandinavia,società,titoli,Un uomo feliceLascia un commento su Arto Paasilinna, “Un uomo felice”

La “Svizzeritudine”

[Foto di Ronnie Schmutz da Unsplash.]

Seldwyla, secondo l’antica parlata, indica una località solatia e deliziosa, che si trova da qualche parte in Svizzera. Essa è ancora circondata da alte mura e torri, come lo era trecento anni fa, ed è rimasta sempre lo stesso nido; l’originale e profondo intendimento di questo insieme è stato consolidato dalla circostanza, che gli stessi fondatori della città, si erano posti a una buona mezz’ora da un fiume navigabile, con il chiaro segno, che non se ne sarebbe fatto nulla. Ma essa è sistemata bene, nel mezzo di verdi monti, troppo esposti a mezzogiorno, cosicché il sole la può investire appieno, ma neppure un alito di vento la sfiora. Così vi cresce attorno alle antiche mura un buon vitigno, mentre più in alto sui monti si estendono zone boscose, che costituiscono il patrimonio della città; perciò è questo stesso un emblematico e curioso destino, che la comunità sia ricca ma la cittadinanza povera e precisamente che nessuna persona di Seldwyla abbia qualcosa e nessuno sappia, di che cosa essi da secoli vivano.

(Gottfried Keller, Kleider machen leute (“Gli abiti fanno le persone”) in Die Leute von Seldwyla (“La gente di Seldwyla”), 2a ed. 1873-1874.)

[Gottfried Keller in un disegno di Karl Stauffer-Bern del 1887.]

Quella descritta da Keller, scrittore “nazionale” svizzero per eccellenza ovvero uno dei più significativi in senso assoluto della letteratura elvetica (ma pressoché sconosciuto al grande pubblico italiano), è una località immaginaria, Seldwyla, che tuttavia compendia in modo letterariamente efficace i principali caratteri della Confederazione e delle sue genti: il paesaggio montano e boscoso (patrimonio della città così come della Svizzera reale, innegabilmente) e la cura agricola delle terre (i vitigni) ma pure la difesa di esse (le alte mura e le torri), la concretezza degli abitanti (il fondare la città a mezz’ora da un fiume navigabile) così come una certa condizione sociale, e socioeconomica, che per certi versi è emblematica anche per la contemporaneità elvetica. Come si può leggere su Wikipedia nella voce dedicata alla novella da cui è tratto il testo qui citato, “Persone di poche parole, gli abitanti di Seldwyla, ridono raramente e non perdono tempo ad immaginare storielle divertenti ed altre amenità. Essi non vogliono saperne di politica, che, secondo loro, conduce spesso a guerre, che loro, essendo da poco arricchiti, temono più del diavolo.”

Ecco: svizzeri, appunto. Oggi che è il 1° di agosto, la Festa Nazionale Svizzera, anche di più. Auguri!

Scritto il 1 agosto 20221 agosto 2022Categorie (L.),Libri,Magazzino,OpinioniTag 1 agosto,1291,2014,2016,2021,acquista,acquisto,Agosto,alberghi,ALPES,Alpi,Alps,amazon,amore,appendice,Articon,Basilea,Bern,Berna,black friday,blog,bookstores,brano,Buoni consigli,cahier,Cahier di viaggio,cahiers di viaggio,cantoni,carta,cartina,catalogo,celebrazione,celebrazioni,citazioni,Città,civiltà,confederazione,Confederazione Elvetica,confini,controlli,copertina,cover,covid,cronaca,cuore,democrazia,diaries,diario,diary,diretta,dogana,doni,download,ebook,edito,edizioni,elvetica,estate,Estonia,estratto,Europa,extra UE,facebook,Fëdor Dostoevskij,festa,festa nazionale,festa nazionale svizzera,festeggiamenti,Finlandia,foto,fotografica,fotografie,Francesca Mazzucato,frontiere,fuochi,futuro,Geneva,Ginevra,Giubilei,Grütli,guida,Historica,hotel,ibs,il cuore della Svizzera,images,immagini,incipit,instagram,Italia,italiani,Keller,L'Idiota,La bellezza salverà il mondo,laghi,Lago dei Quattro Cantoni,letteratura,Lettonia,libreria,librerie,libri,libro,Lituania,live,Love,Luca Rota,Lucerna,Lucerna il cuore della Svizzera,Lugano,luoghi comuni,Luzern,mappa,Milano,Mondadori,monumenti,Myskin,Napoleone,narrazione,Natale,nazionale,neve,New,News,Nord,novelle,novità,nuova edizione,nuova uscita,nuovo,on line,paesaggio,pagine,Parigi,passato,passi,passport,pdf,petit,photos,pictures,presentazione,presente,prima,pubblicazione,quaderno,quarta,quotes,racconto,regali,reisen,Repubblica Elvetica,resoconto,resort,Riga,ristorante,ristoranti,romanzi,romanzo,Russia,Rutli,Schweiz,sci,shop,silloge,social,società,store,stores,storia,streaming,suggestions,Suisse,Svizzera,Svizzeri,svizzeritudine,Switzerland,Tag 2013,Tallinn,tamponi,tellin,territorio,testo,text,Ticino,travel,travelling,treno,trip advisor,trivago,turismo,unilibro,urbana,urbano,uscita,Vecchia Confederazione,vendita,viaggiatori,viaggio,viamundis,video,Vierwaldstattersee,Vilnius,visit,visita,voyage,web,Wikipedia,youtube,Zurich,ZurigoLascia un commento su La “Svizzeritudine”

Si possono unire «Sapienza» e «Sogno»?

La sapienza, si sa, è una delle qualità dell’intelletto umano, della parte razionale e riflessiva dell’uomo; il sogno invece è l’espressione della sua parte irrazionale, quella apparentemente libera dal controllo dell’intelletto.
Si può dunque pensare di unire razionale e irrazionale ovvero «sapienza» e «sogno» in un’unica manifestazione tangibile?

Be’, a modo mio c’ho provato e sono riuscito: portando Davide Sapienza a Colle di Sogno! Ed è stato un momento particolarmente intenso, affascinante e per molti versi sorprendente, quasi magico, se si considera il fatto che accadde in una giornata autunnale di pioggia battente, a volte furiosa, meno che in quel paio d’ore durante le quali Davide, con le sue impareggiabili capacità coinvolgenti e sotto un cielo incredibilmente fattosi sereno soltanto sopra il borgo mentre tutt’intorno nuvole nerissime continuavano a stazionare minacciose, lesse ai presenti assai numerosi – nonostante la meteo inclemente, altra notevole sorpresa – alcuni brani del suo L’uomo del Moschel camminando con la mia “guida” tra le viuzze del borgo di Colle di Sogno che quel giorno, per le condizioni ambientali così particolari, pareva ancora più incantato del solito. Considerando peraltro che, una mezz’oretta dopo la conclusione dell’incontro, con tutti quanto già ripartiti verso le proprie case, ricominciò a temporaleggiare, non essendo più la pioggia “trattenuta” da quell’aura magica.

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È stato un momento che dovrò (dovremo) riproporre, spero al più presto, così che quella unione così particolare e emozionante possa nuovamente donare fervide emozioni a chi lo vivrà e ulteriore grande fascino a Colle di Sogno e al suo paesaggio, così mirabile che d’altro canto di “magia” ne sa generare sempre tanta di default. Se non ci siete ancora stati andateci, ogni momento e ogni stagione sono buoni: sono certo che mi darete ragione.

Scritto il 29 gennaio 202229 gennaio 2022Categorie Magazzino,OpinioniTag Albenza,alberi,ALPES,biografia,Bolis,borgo,boschi,burolle,caldarroste,camminata,Carenno,cartina,catalogo,Colle di Sogno,corriere,Davide Sapienza,editore,edizioni,evento,fascino,Forcella,foreste,foto,geologia,geopoeta,immagini,Jack London,L'Uomo del Moschel,libri,locanda,Luca Rota,magia,mappa,merenda,meteo,mistero,montagna,Monte Tesoro,nuovo,paesaggio,panorama,Pertüs,presentazione,Pro Loco,resilienza,sentieri,storia,strada,titoli,tramonto,Valcava,visitaLascia un commento su Si possono unire «Sapienza» e «Sogno»?

Il luogo più umano

[Foto di Nature_Shots da Pixabay.]

Un villaggio col suo Umland, il suo spazio vitale circostante, costituisce quasi sempre un paesaggio naturalmente percepibile, tutto abbracciabile con lo sguardo; ciò che non accade ad esempio per la città, a meno di osservarla dall’aereo o da una prospettiva che consenta di vedere e percepire il rapporto tra aggregato urbano e zona circostante di cui vive ed è centro. Anche per questo il villaggio è uno degli elementi meglio definiti del paesaggio umanizzato, il segno in sé più completo, il più facilmente interpretabile: in esso difatti si coglie in maniera diretta il rapporto uomo-natura, di cui emergono tutte le motivazioni più immediate, più elementari, e perciò anche più semplicemente umane, al modo di come i nidi sugli alberi ci possono indicare la condizione degli uccelli che li hanno costruiti.

(Eugenio Turri, Antropologia del paesaggio, Marsilio Editori, 2008, pag.215; 1a ed. 1974.)

In questo passo Turri, una delle figure fondamentali da conoscere e studiare per chiunque si interessi – in modo più o meno approfondito – di paesaggio, non sta dicendo che i villaggi sono luoghi “migliori” delle città, come potrebbe sembrare, ma sta spiegando una delle ragioni (antropologiche) fondamentali per le quali abbiamo la sensazione di vivere meglio nei villaggi piuttosto che nelle città. Non solo dunque perché nei villaggi c’è più Natura, aria pulita, meno pericoli in generale e quant’altro – d’altronde in città ci sono servizi, agi e spazi pubblici importantissimi per il buon vivere che un villaggio non può avere; è semmai una questione legata alla relazione che gli individui intessono con i luoghi in cui vivono ovvero all’identificazione reciproca di essi e con essi. Una relazione che è più semplice costruire nei paesi che nelle città e ciò proprio in forza di quanto osservato da Turri.

Così come il paesaggio è una costruzione della mente umana, anche l’abitare in esso è il frutto di una concezione intellettuale prima ancora di un adattamento a esso, che semmai ne rappresenta la conseguenza primaria. Più abbiamo coscienza del nostro abitare un luogo, più sappiamo intessere la relazione culturale con esso, più sentiremo di viverci bene e più contribuiremo a fare di quel luogo un buon posto dove vivere. Che sia un villaggio in una zona rurale o una grande area metropolitana: la sostanza è diversa (e diversi saranno i modi per strutturarla) ma in fondo il principio è lo stesso.

Scritto il 28 gennaio 202227 gennaio 2022Categorie Dixit,Opinioni,Paesaggi da vivereTag Africa,ambienti,antropizzazione,antropologia,architetti,Asia,benessere,Borghi,campagna,catalogo,Città,concetto,cultura,download,ebook,ecologia,Eugenio Turri,geografia,geografo,hinterland,identità,lavori,Lessinia,lettura,libri,luoghi,Marsilio,Monte Baldo,Natura,niclie rurali,nomadismo,non luoghi,opere,Paesaggi da vivere,paesaggio,paesi,pdf,percezione,progettazione,progetto,recensione,recensioni,relazioni,segni,spazio,stile di vita,storia,territorio,titoli,umanizzazione,Umland,uomo,urbanisti,viaggi,villaggi,villaggio,vivere bene,vivere meglio,Vorland,Weekend nel MesozoicoLascia un commento su Il luogo più umano

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