Ma la mancanza di tutti questi soldi non è la sola conseguenza che le terre alte devono subire, come spiego – insieme a varie altre cose al riguardo – nel mio ultimo articolo su “L’Altra Montagna” qui sotto riportato: cliccate sull’immagine per leggerlo.
Tag: impianti idroelettrici
Il “coup de theatre” della Val di Lei
![](https://lucarota.com/wp-content/uploads/2024/02/21_val-di-lei_small.jpg?w=660&h=495)
Ancora oggi la diga della Val di Lei sorprende e affascina per grandiosità, armonia architettonica e forza relazionale col peculiare paesaggio della valle, un lungo solco quasi rettilineo di tipica genesi glaciale chiuso in fondo dalla scintillante piramide ghiacciata del Pizzo Stella le cui forme si riflettono in un lago divenuto altrettanto peculiare e affascinante. Un vero e proprio fiordo alpino la cui presenza è di quelle che pare del tutto naturale e contestuale al territorio, come se l’assenza del lago, rilevabile dalle vecchie immagini che ritraggono la valle prima della costruzione dell’invaso e che ne rivelano l’aspetto di una radura prativa priva di copertura arborea e punteggiata di rare baite e stalle, avrebbe reso il luogo più naturale ma parimenti tolta buona parte della sua potenziale bellezza, invece esaltata dal gioco di colori, luminosità e dinamismi donato dalle acque del lungo bacino. L’appeal della diga, peraltro, si giova pure d’un indiretto coup de théâtre offerto a tutti i visitatori che vi giungono dall’acceso stradale svizzero, che risale la lunga e caratteristica Val Ferrera per poi raggiungere la Val di Lei attraverso uno stretto tunnel a una sola corsia, costruito all’epoca dei lavori alla diga: appena si esce dall’angusto tunnel, con la luminosità peculiare dell’alta montagna che torna di colpo abbacinante, ci si ritrova già sulla spalla destra dello sbarramento che da subito appare in tutta la sua grandiosità e spettacolarità, con l’ampia vela tesa tra i due versanti della valle, armonicamente incurvata, possente e insieme elegante, suscitando in chiunque, profani inclusi, un’impressione difficilmente dimenticabile.
Il miracolo delle dighe. Breve storia di una emblematica relazione tra uomini e montagne
Fusta Editore
EAN: 9791280749451
ISBN: 1280749458
Pagine: 128, con appendice fotografica
Prezzo: € 17,90
In vendita in tutte le librerie e nei bookstores on line.
⇒ Qui trovate il comunicato stampa di presentazione del libro; per saperne ancora di più, cliccate sull’immagine qui sotto.
Le dighe, il paesaggio, la Natura, noi
[…] In queste pagine non ho voluto in verità tracciare una referenziale “elegia” alle dighe e alla loro più o meno percepita bellezza ovvero alla tecnologia ingegneristica che vi sta alla base; anzi, ove abbia indicato numeri e dati meramente tecnici con forse troppo immediata facilità, pur se ritenuti significativi riguardo la disquisizione in corso, chiedo perdono. No: se di elegia si tratta, lo è alla necessaria, imprescindibile armonia che deve caratterizzare la presenza dell’uomo in Natura, ovunque e ancor più in territori tanto pregiati quanto delicati come quelli montani. Un’armonia ineludibile che definisca e qualifichi la relazione dell’uomo con il territorio naturale e la necessità, conseguente alla precedente, che questa relazione sia sempre e comunque reciprocamente fruttuosa, sia per i territori e i luoghi che per le genti che vi interagiscono, così da generarne un paesaggio equilibrato, mai forzato quantunque trasformato ma, inevitabilmente, sempre in modo armonioso.
Il paesaggio è un elemento culturale in senso assoluto e, nello specifico, lo è in relazione all’identità e al bagaglio formativo di qualsiasi individuo lo viva; è uno dei costituenti fondamentali del senso e della sostanza dello stare al mondo della civiltà umana, determinandone non solo la cultura ma pure la storia, l’evoluzione nel tempo, le forme di essa così come, senza dubbio, il senso stesso dell’individuo e della sua vita nel mondo. La specie umana è divenuta civiltà anche grazie alla “invenzione” del paesaggio, alla determinazione concettuale e poi più variamente culturale del paesaggio e dunque alla percezione intellettualmente strutturata dell’identificazione dell’uomo in esso e di esso nell’uomo, un’evoluzione che ha avviato quei processi di territorializzazione, a volte virtuosi, altre volte no, con i quali la società umana ha adattato i territori alle proprie esigenze al contempo adattando se stessa e le proprie esigenze alle geografie e agli ecosistemi con i quali ha interagito. In un ambiente così delicato da una parte e tanto ostico – morfologicamente e climaticamente in primis, ma non solo – dall’altra, questi processi hanno assunto forme e valenze ancor più peculiari ed emblematiche: si può dire che in montagna l’uomo ha dovuto, e deve ancora oggi, scendere a patti con il territorio e le sue peculiarità, in modi ben maggiori rispetto ad altri spazi più “facili” e agevolmente antropizzabili. […]
Questo è un brano dell’ultimo capitolo de Il miracolo delle dighe. Breve storia di una emblematica relazione tra uomini e montagne, il mio ultimo libro. Penso possa aiutare a comprendere meglio il senso di ciò che vi ho scritto e lo spirito con il quale l’ho fatto, in fondo lo stesso che da una vita mi spinge a vagabondare per le montagne e a cercare di coglierne l’essenza nella maniera più approfondita possibile.
Per chiunque volesse vagabondare insieme a me, ovvero al libro, alla scoperta e all’esplorazione dei territori montani e delle fondamentali narrazioni che sanno offrire:
Il miracolo delle dighe. Breve storia di una emblematica relazione tra uomini e montagne
Fusta Editore
EAN: 9791280749451
ISBN: 1280749458
Pagine: 128, con appendice fotografica
Prezzo: € 17,90
In vendita in tutte le librerie e nei bookstores on line.
⇒ Qui trovate il comunicato stampa di presentazione del libro; per saperne ancora di più, cliccate sull’immagine qui sotto.
P.S.: l’immagine in testa al post è della diga di Moiry, nel Canton Vallese, Svizzera: la stessa che si vede nella copertina del libro. Foto di Dominicus Johannes Bergsma, opera propria, CC BY-SA 4.0, fonte commons.wikimedia.org. Rielaborata da Luca.]
“Il miracolo delle dighe” e la Gente che andrà in montagna più di una volta l’anno (forse)!
Ringrazio di cuore anche il mirabile sito web (con relative pagine social) gentechevainmontagna.it – il cui nome completo nonché assai programmatico e obiettivo è “Gente che va in montagna una volta l’anno e si sente Messner” – che a sua volta ha inserito il mio libro Il miracolo delle dighe nella lista dei dieci da regalare «se si tratta di trovare un presente per un appassionato di montagna. Comprare l’attrezzatura per il trekking o l’alpinismo è spesso un rischio se non si è esperti, come per quanto riguarda i vestiti da montagna. Cosa fare, allora, in questi casi? La risposta è andare sul classico comprando un buon libro che parla proprio di montagna, sarà sicuramente apprezzato» – così si dice nell’articolo, che potete leggere in originale cliccando sull’immagine qui sopra.
Sono molto felice e onorato di tale riconoscimento e non so se possa meritare d’essere accostato, grazie al mio libro, ad altre opere molte delle quali assai importanti e di celebratissimi autori: lo spero, sicuramente. D’altro canto spero anche che, se veramente qualcuno vorrà regalare e far leggere – o si regalerà e leggerà – il libro, la sua lettura possa far invogliare a visitare, camminare, esplorare, scoprire e conoscere le nostre montagne ben più di una solta volta all’anno e, soprattutto, con uno sguardo più consapevole, la mente attenta, il cuore aperto e lo spirito pronto a emozionarsi di fronte alla bellezza inestimabile dei loro paesaggi.
Per saperne di più su Il miracolo delle dighe, cliccate sull’immagine qui sotto:
“Il miracolo delle dighe” sotto l’albero di Natale, per “montagna.tv”
Sono profondamente grato alla redazione di “Montagna.tv”, il primo (e forse più noto) sito italiano sul mondo della montagna e dell’alpinismo, che ha ritenuto di inserire il mio libro Il miracolo delle dighe nella cinquina di titoli «tra quelli usciti di recente e che, secondo noi, sarebbe bello trovare (o far trovare) sotto l’albero» in compagni di volumi assolutamente importanti e preziosi.
Così ne scrive “Montagna.tv” (l’articolo originale lo potete raggiungere cliccando sull’immagine lì sopra):
Sono onorato e altrettanto sorpreso di tale benevolenza verso il mio libro, io che scrivo innanzi tutto – e ben più che per altri motivi – da irrefrenabile appassionato di montagne, delle loro storie, delle geografie, dei paesaggi e di quanto sanno donare a chi li frequenta, così come sono contento che sia stato ben inteso il senso del libro, il quale non è, come forse potrebbe sembrare, un’elegia alla industrializzazione (idroelettrica o meno) delle montagne ma che attraverso la presenza delle grandi dighe nelle vallate alpine racconta la nostra relazione con i territori in quota in ottica diacronica, raccontando il passato per riflettere nel presente sul futuro che ci aspetta – noi con le montagne.
Posto ciò, sono ovviamente ben felice di “supportare” il consiglio natalizio di “Montagne.tv” e non solo riguardo il mio libro ma per ogni altro che possa rendervi sempre più evidente la bellezza delle nostre montagne e l’importanza di salvaguardarne i paesaggi, la cultura, la Natura, l’ambiente, così da poterne godere nel modo più benefico possibile per tutti. Se anche il mio libro riuscirà a contribuire a questo necessario fine, tanto meglio!
Per saperne di più su Il miracolo delle dighe, cliccate sull’immagine qui sotto: