“Tellin’ Tallinn. Storia di un colpo di fulmine urbano”, Historica Edizioni

«Una città di multiforme bellezza, affascinante e armoniosa, non altezzosa ne supponente, per certi aspetti tormentata come ogni autentico fascino dev’essere quando voglia smuovere non solo i sensi ma pure l’animo, nel profondo.»

Tellin’ Tallinn. Storia di un colpo di fulmine urbano è il mio nuovo libro, edito da Historica Edizioni nella prestigiosa collana dei Cahier di Viaggio, diretta da Francesca Mazzucato; da oggi in tutte le librerie e negli stores on line.

«Il viaggio è la meta», si usa dire spesso. Ma qual è la meta di un viaggio autentico?
Questo libro racconta la storia di un viaggiatore che in principio non sa di essere tale e di un viaggio all’inseguimento di una chimera – una donna, un vago ricordo passionale, una sensazione confusa e forse equivoca di piacere – verso una meta quasi sconosciuta per il protagonista e per molte persone, al di là degli ordinari slogan turistici: Tallinn, la capitale dell’Estonia, una città di multiforme bellezza, affascinante e armoniosa, non altezzosa ne supponente ma pure, al di sotto della sua epidermica avvenenza urbana, per certi aspetti tormentata, come ogni autentico fascino dev’essere quando voglia smuovere non solo i sensi ma pure l’animo, nel profondo. Ma quel viaggio inizialmente “casuale” diventa per il protagonista sempre più importante, ad ogni passo attraverso Tallinn, a ogni via esplorata, ad ogni piazza, scorcio, palazzo, a ciascun incontro con la storia della città e coi suoi abitanti che gli raccontano storie intense e sorprendenti.
In fondo la relazione che l’uomo, creatura intelligente ed emozionale, intesse con i luoghi, è per certi versi simile a quella d’amore, che quando si fa intensa sprofonda fino al centro dell’animo con il guizzo potente del colpo di fulmine. Ciò accade anche col viaggio nella sua più piena e autentica essenza: la relazione con il luogo che ne è meta diventa fisica, intensa e avvolgente, ben oltre il mero piacere ludico del viaggiare. Perché il vero viaggio è quello che avviene innanzi tutto dentro il viaggiatore, e se la destinazione è una città dal fascino sorprendente e pressoché unico come Tallinn, allora il viaggiatore e il luogo, come due passionali amanti, divengono magicamente una cosa sola – un’unica meta.

I paesaggi sono fatti dalle forme del mondo ma pure dalla storia e dalla geografia, sorelle di sangue seppur di frequente separate a forza. Cambiano di continuo anche quando sembra il contrario ma una tale fissità, nel caso, è segno di un nostro immobilismo, non loro. Perché siamo noi che generiamo il paesaggio, il quale è frutto del nostro intelletto e della nostra cultura: un bagaglio immateriale che può materialmente trasformare il mondo su vasta scala tanto quanto solo attorno a noi, nella personale biosfera quotidiana.
Questa città non è cambiata nei pochi giorni in cui ci sono stato e l’ho vissuta, ovvio. Eppure nella mia percezione interiore è totalmente diversa, il paesaggio urbano da me concepito è variato giorno dopo giorno, un periodo breve che tuttavia s’è fatto storia personale intensa come fosse stato ben più lungo. Ma il tempo non esiste, la fisica ce lo rivela, ovvero il tempo è movimento e io mi sono mosso moltissimo in questa città, scoprendo quanto sia grande pur nella sua relativamente piccola dimensione. Ancor più si è mosso il mio spirito: nella sua dimensione immateriale pochi giorni possono essere decine di anni così come spazi sconfinati sanno diventare ambiti minuscoli e intimi tanto da starci totalmente nell’animo, lì dove dall’immateriale scaturisce il materiale del vissuto quotidiano, della relazione col mondo in cui mi muovo, con il luogo in cui sono, col suo ambiente. Non c’è alcun cambiamento esteriore se parimenti non sia pure interiore, ribadisco. La città non è cambiata ma per me lo è completamente. Io non sono cambiato, esteriormente, ma dentro, totalmente.

Tellin’ Tallinn. Storia di un colpo di fulmine urbano
Historica Edizioni, 2020
Collana “Cahier di Viaggio”
Pagine 170 (con un’appendice fotografica dell’autore)
ISBN 978-88-33371-51-1
€ 13,00
In vendita da marzo 2020 in tutte le librerie e nei bookstores on line.

Potete scaricare la scheda di presentazione del libro qui, in pdf, e qui, in jpg.

Ufficio stampa, promozione, coordinamento:

37 pensieri su ““Tellin’ Tallinn. Storia di un colpo di fulmine urbano”, Historica Edizioni”

    1. Ho già acquistato il vestito che indosserò durante la cerimonia per il conferimento del Premio Nobel per la letteratura.
      Nell’inopinato caso che non mi venga assegnato, invece, lo terrò buono per il karaoke della Sagra del Salamone che faranno qui da me a fine estate.
      😉

      1. Ora mi informo. Io sono nella media, dunque mi sa che anche quest’anno il premio sfuma. :/
        😀

  1. Pingback: Lucerna ancestrale
  2. Tallinn è il “gioiello inaspettato ” di un viaggio trans-europeo che ho fatto in auto una decina di anni fa, dall’Italia via Austria, Repubblica Ceca, Polonia e fino alle tre Repubbliche Baltiche.
    Ne comprendo bene il fascino, aumentato dal fatto che da noi è così poco conosciuta.

    Ricordo la prima sera a Tallinn.

    Avevo individuato, tra la folla dei turisti, un italiano, uno dei pochi connazionali in giro.
    Abbastanza basso, tarchiato, brunissimo con il gel, era vestito in modo del tutto improponibile, a maggior ragione in agosto ma comunque in qualsiasi stagione: un giubbotto imbottito con collo di pelliccia, jeans, stivaletti e gli immancabili vistosi occhiali da sole anche se il sole era ormai decisamente basso.
    Sembrava il “Cantante Bruno”, personaggio di Dj Angelo a “Quelli che il calcio” di quegli anni.
    L’ho immediatamente catalogato come “italiano grezzone venuto al Nord in cerca di belle pollastre”.

    Bene, due ore dopo, prima di andare a cena, lo incrocio di nuovo.
    Era in una piazza, col cellulare in mano e telefonava.
    Diceva: “Si, sono qui a Tallinn … è bella! Molto bella! Ci sono palazzi antichi, per terra ci sono i ciottoli …”.

    Insomma, una bella lezione ai miei pregiudizi spocchiosi.
    Probabilmente non era così grezzo come mi era sembrato o forse Tallinn aveva già fatto il miracolo.

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