Per sostenere concretamente la difesa del Vallone delle Cime Bianche

Da qualche giorno è stata finalmente attivata la possibilità per chiunque di sostenere concretamente la campagna per la salvaguardia del Vallone delle Cime Bianche, in Valle d’Aosta, conosciuto ormai da tutti come «l’ultimo vallone selvaggio». Ciò che effettivamente è in senso iconico, il Vallone, come territorio alpino emblematico la cui tutela da qualsiasi forma di infrastrutturazione turistica – che in ogni modo risulterebbe devastante – è un paradigma di grande significato e forza per ogni altro territorio montano messo sotto minaccia da interventi così impattanti. Peraltro da tempo seguo la vicenda del Vallone: i miei articoli al riguardo li trovate qui.

«Sostenere concretamente la campagna» significa – oltre a partecipare attivamente alle varie iniziative che vengono organizzate in zona e altrove per sensibilizzare chiunque alla questione e alla sua importanza – che il neonato Comitato “Insieme per Cime Bianche”, presieduto da Beatrice Feder, promuove una raccolta fondi con il fine di proteggere il Vallone delle Cime Bianche il quale, ricordo, geograficamente rappresenta un solco laterale destro della Val d’Ayas che dalla zona di St-Jacques, a circa 1700 m di quota, sale fino al Colle Nord delle Cime Bianche, a 2981 m, rappresentando una delle zone di alta montagna più spettacolari e intatte di questa sezione delle Alpi.

Il fundraising appena lanciato e disponibile sulla piattaforma “Produzioni dal basso” è – come si legge sulla pagina dedicata – finalizzato all’attività di difesa del Vallone di Cime Bianche, messo a rischio da un aggressivo progetto di collegamento funiviario che ne minerebbe irrimediabilmente il grande valore naturalistico. Si ricorda infatti che il Vallone, per il suo riconosciuto pregio, fa parte della Zona di Protezione Speciale “Ambienti Glaciali del Gruppo del Monte Rosa” (IT1204220), integrata nella rete europea NATURA 2000 ed è protetto da plurimi livelli di normativa.

L’obiettivo è quindi, in questa fase cruciale per le sorti del Vallone delle Cime Bianche, quello di raccogliere risorse per organizzare la sua difesa, anche legale.

Il denaro ricevuto, di cui il Comitato renderà costantemente conto con aggiornamenti pubblici, per garantire il massimo della trasparenza, sarà impiegato per le seguenti attività:

  1. Diffusione di informazioni in merito al valore, ambientale e simbolico, del Vallone e dei rischi che corre.
  2. Consulenza legale e tecnica per pre-contenzioso;
  3. Ricorsi amministrativi e giudiziari. In particolare, parte delle risorse saranno destinate all’associazione o alle associazioni individuate (anche secondo il criterio dell’opportunità giuridica rispetto alla legittimazione ad agire) per promuovere il ricorso contro i provvedimenti che prevedono la realizzazione dell’impianto.

Nel caso in cui l’Amministrazione regionale rinunci alla realizzazione dell’impianto o comunque non assuma, entro il 2028, gli atti propedeutici alla sua realizzazione, le somme raccolte residue saranno destinate all’attività di informazione e sensibilizzazione.

Un ampio gruppo di sostenitori e sostenitrici, afferenti alla società civile, alla politica e all’associazionismo ha già deciso di appoggiare il progetto. Ovviamente, a questo primo gruppo di sostenitori, nel tempo potranno aggiungersene altri.

Il Comitato invita tutti coloro che hanno a cuore la conservazione del Vallone delle Cime Bianche, ma più in generale il destino delle nostre montagne e dell’ambiente, nonché tutti coloro che, come cittadini italiani ed europei, richiedono il rispetto delle norme condivise, a dare il proprio contributo, e a diventare ancora una volta parte attiva ed integrante di questa grande campagna di tutela di una delle ultime zone incontaminate delle nostre Alpi.

Infine, come il comitato auspica,

Il Vallone ha bisogno di tutti noi e tutti noi, in cordata, possiamo fare la differenza. LUNGA VITA AL VALLONE! INSIEME PER CIME BIANCHE!

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Un appello fondamentale, per la cultura

Gli amici di Patrimonio Cultura hanno messo in atto un’iniziativa tanto lodevole quanto necessaria: un appello rivolto a tutti a sostenere anche la cultura, in questo periodo così difficile per tutti, ora soprattutto in senso sanitario ma poi, quando l’emergenza sarà passata, inesorabilmente in senso economico e dunque sociale.

Io ho firmato, spero lo facciate anche voi.
È uno di quei tanti minimi gesti che non costa nulla fare e che possono generare solo benefici. Per tutti, perché la cultura è di tutti e per tutti, e noi tutti siamo cultura.

Di seguito una parte dell’appello, che potete leggere nella sua interezza e firmare cliccando sull’immagine in testa al post.

L’emergenza Corona Virus che vede in prima linea gli operatori medici e sanitari impone che tutti gli sforzi debbano essere prioritariamente convogliati in ambito medico e assistenziale.
Pur tuttavia, le recenti disposizioni hanno imposto uno stop forzato alle attività di tutte le organizzazioni e istituzioni culturali. Questa situazione sta già producendo e produrrà enormi danni di natura economica, oltre che sociale, che renderanno ancora più difficile la sfida della sostenibilità per le organizzazioni culturali.
Stiamo assistendo, infatti, all’annullamento di spettacoli, festival ed eventi, alla cancellazione di impegni con artisti e operatori culturali, al blocco degli accessi ai musei e ai luoghi di cultura, ma, allo stesso tempo, ad un fisiologico calo di visitatori nel nostro Paese, da tutto il mondo.
Con spirito di grande entusiasmo e tenace creatività, alcune organizzazioni culturali si stanno reinventando per comunicare e coinvolgere il loro pubblico al di là della presenza in loco, in un importante e collettivo storytelling della nostra storia, arte ed identità.
Tuttavia questo non basta.
Come professionisti della cultura, della comunicazione e del fundraising crediamo che ciascuno, dallo Stato ai cittadini, dalle imprese alle istituzioni, debba e possa reagire in modo propositivo per avversare questa crisi e sostenere questo settore strategico e identitario del nostro Paese.
Questo è il momento di stare vicino alle nostre organizzazioni culturali. La cultura, con le sue declinazioni di turismo e indotto, è il principale asset dell’Italia e, in quanto tale, svolgerà un ruolo fondamentale nella ripresa dall’emergenza Coronavirus. Ma solo se adesso, nel momento di maggiore crisi, manifestiamo tutti la volontà di sostenere le nostre organizzazioni culturali. […]
Sostenere la cultura in questo momento vuol dire investire sulla ripresa del nostro Paese dopo questa emergenza. Perché il Coronavirus passerà, ma la cultura italiana resisterà, con tenacia e determinazione. Lo fa da oltre duemila anni contro ogni paura, attacco, crisi e difficoltà.

“La Prima Scuola”: un progetto di impegno civile per il futuro della scuola italiana, della cultura diffusa, e per il bene di tutta la società

Dopo la partecipazione alla 70° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e dopo aver vinto il festival del Cinema Italiano in Francia ad Annecy, oltre al premio del pubblico, da qualche giorno è nelle sale La prima neve, il nuovo film di Andrea Segre: una storia di “dolori e silenzi che diventano occasioni per capire e conoscere. Un tempo per lasciare che le foglie, gli alberi e i boschi si preparino a cambiare.” Vi è anche un libro che racconta la storia e la pellicola che ne è scaturita, Prima della neve, un percorso fotografico di Simone Falso nel backstage del film corredato dagli scritti inediti del regista Andrea Segre. Per conoscere meglio il film e il libro si può visitare il sito www.laprimaneve.it, peraltro molto ben fatto e completo.

Tuttavia a me preme qui ancor più segnalare il bel progetto direttamente collegato al film e alla sua uscita nelle sale, La Prima Scuola, nato con l’obiettivo di finanziare progetti artistici e pedagogici nelle scuole primarie per riportare la creatività e la libera espressione dei bambini al centro del progetto scolastico. Uno scopo assolutamente fondamentale, inutile rimarcarlo, per il futuro della cultura e della sua fruizione nella società.
L’idea de La prima scuola nasce da Andrea Segre proprio durante la realizzazione film La prima neve. La sua sensibilità di padre e artista l’ha portato a uscire dal mondo della fiction cinematografica per dare un contributo concreto nella realtà, come già ha fatto in passato. Anche se il film non parla direttamente di istruzione, la tematica dell’educazione infantile scolastica e familiare è presente. Il protagonista è infatti un bambino di dieci anni il cui carattere ha un ruolo determinante per la storia del film. Altrettanto importanti sono i due suoi amici che aiutano a tenere al centro del film il punto di vista dei bambini sul mondo.
Come viene rilevato nel blog dedicato al progetto, la scuola elementare – ambito in qualche modo citato nel film, come detto – è la prima vera esperienza di formazione extra-familiare di un bambino e costituisce il nucleo fondante del sistema educativo italiano. Fino a meno di logo-laprimascuoladieci anni fa era considerata il fiore all’occhiello dell’offerta scolastica italiana; poi sono iniziati tagli, riforme, riduzioni e la qualità dell’offerta educativa è scesa, contribuendo ad accrescer le differenze tra zone agiate e non. A fronte del progressivo impoverimento del sistema d’istruzione pubblica è necessaria un’azione dal basso per proporre una direzione contraria di rilancio e crescita della scuola nella nostra società. Non abbiamo certo noi le risorse per cambiare radicalmente il corso degli eventi nazionali, ma può essere avviato un percorso propositivo sia di riflessione che di finanziamento dal basso, nel quale il mondo del cinema e dell’arte può giocare un ruolo importante. Le privazioni materiali della scuola pubblica sono importanti, ma è importante parlare anche delle opportunità formative che la scuola non è più in grado di offrire.
Posto ciò, il progetto de La Prima Scuola si propone di raccogliere risorse e impegnare energie per la scuola perseguendo due macro obiettivi: contribuire al dibattito sulla crisi del sistema d’istruzione pubblico relativa alle scuole elementari, e finanziare progetti artistici nelle scuole primarie di periferia con un’apposita raccolta fondi. Il meccanismo è molto semplice. Per circa quattro mesi (da settembre a dicembre 2013) verranno raccolte donazioni tramite il sito e attraverso le varie iniziative territoriali legate alla distribuzione nelle sale del film La Prima Neve. I fondi così raccolti saranno poi affidati a singole scuole di aree periferiche che presenteranno progetti di miglioramento dell’offerta educativa e pedagogica (laboratori di teatro, musica o cinema, incontri, visite, servizi di mediazione interculturale e altri). I progetti saranno giudicati e selezionati entro la primavera 2014 da una commissione di esperti e, una volta avviati, i progetti saranno documentati e raccontati sempre attraverso questo sito. L’attenzione sarà rivolta in particolar modo a tutti quei quartieri periferici delle grandi città e a quelle località isolate in cui i tagli all’istruzione hanno mostrato il loro volto più duro. Dato che queste realtà sono spesso caratterizzate da contesti fortemente multiculturali, il progetto cercherà di stimolare la partecipazione di realtà che dimostrano una certa sensibilità verso i percorsi di integrazione e valorizzazione delle differenze.
Insomma, un progetto tanto interessante quanto prezioso, che peraltro rimarca l’importanza dell’iniziativa “privata” ovvero scaturente direttamente dalla società civile per generare iniziative proficue e benefiche per l’intera comunità, nonché – lo ribadisco di nuovo – fondamentali per il futuro della cultura (in senso generale e complessivo) diffusa e per la fruizione di essa, dacché credo di non andare troppo lontano dalla verità imputando anche alla decadenza della qualità dell’insegnamento scolastico di base nei decenni scorsi lo stato ben più che preoccupante della cultura in Italia, a partire dalle realtà di base – dal numero di lettori e di libri venduti, ad esempio, per citare un ambito di diretto interesse personale, e non solo… Un progetto da sostenere totalmente, La Prima Scuola, un vero e proprio investimento sociale per il futuro, e non solo di quegli alunni che ne usufruiranno, ma di tutti noi.
Cliccate sul logo del progetto per visitare il sito web, o QUI per conoscere tutto quanto sul film La Prima Neve.