In difesa del Monte San Primo, sempre (anche con un esorcista!)

A proposito di cose belle accadute qualche giorno fa alle quali ho avuto la fortuna e il privilegio di partecipare, quello scorso è stato un altro importante e partecipato weekend di eventi a sostegno della difesa del Monte San Primo dallo scellerato progetto di sviluppo sciistico presentato dal Comune di Bellagio e dalla Comunità Montana del Triangolo Lariano, del quale ormai anche i sassi hanno conoscenza e vi manifestano un dissenso netto.

[Immagine tratta da www.erbanotizie.com.]
Venerdì 7 novembre, a Erba, insieme al presidente di Mountain Wilderness Italia Luigi Casanova e a Roberto Fumagalli del Coordinamento “Salviamo il Monte San Primo”, abbiamo discusso di ciò che sta accadendo per le prossime Olimpiadi invernali di Milano Cortina, partendo dal libro di Casanova “Ombre sulla neve” – e anticipando quello che uscirà a breve, “Oro colato”, scritto con il direttore di “AltræconomiaDuccio Facchini, per poi analizzare le molte analogie, di forma, sostanza e visione dei territori montani che accomunano – nonostante le diverse proporzioni – le Olimpiadi con il progetto “Oltrelario” sul Monte San Primo. Come sempre accade con Luigi Casanova, è stata una bella e illuminante conversazione alla quale ha partecipato anche il pubblico presente ponendo domande e considerazioni sulle realtà di fatto delle due questioni. Per conto mio ringrazio di cuore gli organizzatori dell’incontro e chi vi ha partecipato portando il proprio sostegno alla causa.

[Immagine tratta da www.erbanotizie.com.]
Domenica 9, invece, si è svolto il doppio evento dal titolo “Ascoltare la montagna: il San Primo tra sentieri e musica”, con al mattino una camminata lungo un tratto del “Sentiero Italia” che ha portato i partecipanti a scoprire la bellezza straordinaria dei versanti del San Primo con splendide visuali sul Lago di Como, mentre nel pomeriggio si è tenuto un momento di intrattenimento musicale con il gruppo Flûtes en vacances e il duo acustico Tou e la Vale. Un altro evento alquanto partecipato che ha mostrato l’attaccamento e la sensibilità degli appassionati di montagna nei riguardi del Monte San Primo e della causa in sua difesa.

Una difesa che, è bene ribadire, non è affatto giunta a compimento, nonostante alcuni titoli usciti sui quotidiani nazionali e locali, come quelle che vedete qui sotto del “Corriere della Sera” hanno fatto credere molti che dopo le audizioni del Coordinamento presso le Commissioni Ambiente e Territorio regionali in seduta congiunta e i pareri negativi da queste espressi, il progetto sciistico sia stato fermato.

No, purtroppo il progetto non è stato sospeso: il Comune di Bellagio, lo scorso 10 ottobre 2025 con la determina n.322, ha affidato l’incarico di sviluppare il progetto esecutivo ad uno studio di ingegneria, passaggio tecnico inequivocabile al fine di avviare i lavori. Dunque il Monte San Primo non è ancora salvo, la “battaglia” deve continuare fino a eliminare definitivamente la minaccia sciistica perpetrata dal progetto “Oltrelario”, la quale peraltro appare sempre più assurda e pericolosa visto anche ciò che ha già subìto il San Primo in passato, nei precedenti tentativi di rilanciarvi l’attività sciistica tutti inesorabilmente, miseramente falliti con conseguente spreco di risorse pubbliche. Potete vedere un emblematico video al riguardo cliccando sull’immagine qui sotto:

Dice quel noto proverbio che “Errare è umano, perseverare è diabolico”: che al Comune di Bellagio e in Comunità Montana del Triangolo Lariano occorra veramente la presenza di un esorcista?

Come sempre vi ricordo che per restare aggiornati sulla vicenda del Monte San Primo e sulle attività del Coordinamento in sua difesa potete visitare il sito web, qui, oppure la pagina Facebook “Per il Monte San Primo”.

Domani sera a Erba, con Luigi Casanova in difesa del Monte San Primo

La Regione Lombardia negli ultimi anni ha approvato numerosi atti nei quali le piste da sci al di sotto dei 1.500 metri di altitudine vengono ritenute non più economicamente sostenibili. Ciò anche in forza dei report sugli scenari climatici al 2050 elaborati da ARPA Lombardia, che prevedono sempre meno neve naturale e temperature sempre più elevate anche a quote maggiori di 1.500 metri, condizioni che per giunta inficeranno la possibilità di innevamento artificiale nei comprensori di bassa quota.

Posto ciò, perché dunque il Comune di Bellagio e la Comunità Montana del Triangolo Lariano, con fondi pubblici provenienti anche dalla stessa Regione Lombardia (?!) per più di due milioni di Euro complessivi, continuano a perseverare con il proprio progetto di nuove infrastrutture sciistiche sul Monte San Primo poco oltre i 1000 metri di quota (!), avendo il Comune di Bellagio affidato – lo scorso 10 ottobre 2025 con la determina n.322 – l’incarico di sviluppare il progetto esecutivo ad uno studio di ingegneria, passaggio tecnico inequivocabile al fine di avviare i lavori? Perché insistono con il loro dissennato progetto ignorando bellamente le stesse indicazioni climatiche e ambientali di Regione Lombardia e di ARPA sopra citate nonché il recente parere negativo espresso dalle Commissioni Ambiente e Territorio regionali in seduta congiunta, evitando pervicacemente qualsiasi interlocuzione con la società civile, in primis con il Coordinamento “Salviamo il Monte San Primo”, e rifiutando qualsiasi proposta per uno sviluppo turistico alternativo, ben più logico e sostenibile (nonché vantaggioso) del monte?

Insomma, che cavolo gli passa per la testa a quelli?

È un mistero sempre più oscuro e sconcertante, in effetti. Sul quale cercheremo di fare luce, per quanto possibile, domani, venerdì 7 novembre alle ore 21, a Erba, dove avrò il privilegio di parlare con il presidente di Mountain Wilderness Italia Luigi Casanova, una delle figure più prestigiose della salvaguardia dei territori montani italiani, di quanto sta accadendo sul San Primo e dei tanti parallelismi – inopinati ma forse nemmeno tanto – con l’organizzazione delle prossime Olimpiadi invernali di Milano Cortina, delle quale Casanova ha scritto nel suo imperdibile libro “Ombre sulla Neve”.

Dunque, se potete e vorrete esserci, ci vediamo domani sera a Erba, per assistere insieme a un incontro importante e assolutamente significativo. Per saperne di più, cliccate qui.

Venerdì 7 novembre a Erba con Luigi Casanova, per parlare delle “ombre” su Milano-Cortina e sul Monte San Primo

Le opere olimpiche per Milano-Cortina 2026 e il progetto “Oltrelario” sul Monte San Primo: due vicende che si potrebbero ritenere difficili da paragonare, non fosse altro per le proporzioni molto diverse – nella prima sono coinvolti numerosi territori montani in due regioni, la seconda una “piccola” montagna prealpina in mezzo al Lago di Como – e anche se entrambi concernono la fruizione turistica delle montagne.

Invece, a ben pensarci, le due vicende sono pienamente assimilabili soprattutto nei princìpi, formalmente gli stessi, che stanno alla base tanto di molte delle discusse infrastrutture olimpiche, dalla Valtellina ai territori dolomitici veneti, quanto dello scriteriato progetto sciistico a poco più di 1000 metri di quota del San Primo: soldi pubblici spesi per opere prive di logica e di sostenibilità sottratti ad altri interventi veramente utili per i territori coinvolti, scarsa o nulla considerazione degli effetti della crisi climatica in divenire, mancanza assoluta di interlocuzione con le comunità, assenza delle valutazioni ambientali previste dalle leggi vigenti o loro deroghe arbitrarie, mancanza di visione strategica per uno sviluppo realmente articolato, organico e sostenibile dei territori interessati dagli interventi, imposizione di modelli di fruizione turistica monoculturali ormai obsoleti, nessuna azione di tutela paesaggistica ovvero di sensibilità al riguardo… e  così via, l’elenco delle analogie basilari potrebbe continuare.

E infatti le continueremo, riprendendone e ampliandone le rispettive realtà di fatto, venerdì 7 novembre prossimo a Erba (Como) presso la Sala “Isacchi” di Ca’ Prina, in piazza Prina 5, nell’incontro dal titolo OMBRE SUL SAN PRIMO – Le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e il progetto del Monte San Primo: gli impianti sciistici che fanno male alla montagna con la partecipazione prestigiosa di Luigi Casanova, Presidente di Mountain Wilderness Italia nonché figura di rilievo internazionale assoluto nell’ambito della tutela delle montagne e dei territori naturali, con il quale avrò l’onore di dialogare intorno al suo fondamentale libro “Ombre sulla neve. Milano-Cortina 2026. Il “libro bianco” delle Olimpiadi invernali” (Altræconomia, 2022) e, appunto, in merito alle tante analogie che legano i prossimi Giochi Olimpici invernali e il progetto sciistico “Oltrelario” sul Monte San Primo, ovvero i modus operandi istituzionali che li stanno contraddistinguendo.

Sarà un incontro quanto mai denso di considerazioni interessanti, emblematiche e illuminanti la cui conoscenza è necessaria al fine di comprendere al meglio ciò che sta accadendo in merito alle due vicende oggetto della serata ma pure, in generale, alle tante montagne italiane sulle quali si registrano vicende simili. Poi, per ciò che mi riguarda, sarà veramente un immenso piacere tornare a contribuire alla “battaglia” per la difesa del Monte San Primo e sostenerne la causa, portata avanti con lodevole e incessante impegno dal Coordinamento “Salviamo il Monte San Primo” sul cui sito potete trovare ogni informazione utile e restare aggiornati sulla vicenda.

Dunque, se vorrete e potrete essere presenti, non mancate: ve lo ribadisco, sarà un incontro di grande importanza, a beneficio della tutela del San Primo e di chi ha veramente a cuore le sorti del monte e di tutte le nostre montagne.

Un “NO” bipartisan allo sci sul Monte San Primo (ma la battaglia non è ancora vinta!)

Mercoledì 15 ottobre scorso i rappresentanti del Coordinamento “Salviamo il Monte San Primo” sono stati ascoltati dai membri delle Commissioni V (Territorio, infrastrutture e mobilità) e VI (Ambiente, energia e clima, protezione civile) di Regione Lombardia riunite in seduta congiunta, in merito allo scriteriato e per ciò ampiamente contestato progetto di sviluppo sciistico a poco più di 1000 metri di quota sul Monte San Primo, nel territorio comunale di Bellagio.

Come scrive Veronica Vismara, presidente della Commissione Tutela Ambiente Montano del CAI Lombardia, «Dopo anni di richieste, incontri, camminate, eventi, conferenze e proteste, abbiamo portato in Regione una posizione chiara, basata su dati, fatti e scienza. E la risposta dei consiglieri presenti (trasversalmente a ogni schieramento politico) riguardo il progetto è stata significativa: contrari o, quanto meno, fortemente perplessi.» Maurizio Pratelli, sul quotidiano “QuiComo”, ha inoltre evidenziato che dalla seduta «È emersa una posizione trasversale sulla necessità di rivedere il progetto. In particolare, è stata messa in discussione proprio la parte legata allo sci, considerata non coerente con i dati climatici disponibili. Alcuni interventi hanno inoltre evidenziato l’opportunità di riorientare i fondi verso iniziative più sostenibili e rispettose dell’ambiente montano.» Qui trovate il comunicato ufficiale sull’audizione emesso dal Consiglio Regionale, invece qui potete vedere il servizio che vi ha dedicato il TGR Lombardia.

Insomma, un ottimo risultato al quale va dato grandissimo merito al Coordinamento “Salviamo il Monte San Primo” che ormai da più di tre anni, ovvero da quando il progetto sciistico sulla montagna del Triangolo Lariano è divenuto noto, lotta con grande impegno e mirabile efficacia contro un progetto tanto assurdo quanto inutilmente costoso – più di due milioni di Euro di soldi pubblici spesi, dei cinque complessivi previsti, per sciare dove già oggi non si può più farlo, lo ribadisco.

Dunque, il Monte San Primo è salvo? No, non ancora. La decisione resta nelle mani degli enti pubblici che promuovono il progetto – il Comune di Bellagio, la Comunità Montana del Triangolo Lariano, la Giunta regionale lombarda – o, per meglio dire, del loro buon senso, della loro intelligenza, della sensibilità e della cura che possono manifestare verso la montagna ovvero della noncuranza se non del disprezzo che decideranno di palesare. Tutto ciò, peraltro, considerando che fino a oggi hanno portato avanti le proprie pretese in maniera formalmente dispotica e strumentalizzata senza mai accettare alcuna interlocuzione né con la società civile e nemmeno con la comunità scientifica, di contro esponendo il San Primo, il proprio territorio e le sue comunità al pubblico ludibrio internazionale – per come le critiche al progetto siano piovute pure sulla stampa estera che in più occasioni se ne è occupata.

Quindi, cosa decideranno di fare, ora? Spingeranno oltre ogni limite di intransigenza la propria insensatezza o finalmente si ravvedranno?

Di certo, la lotta e l’impegno per la difesa del Monte San Primo continuano senza sosta, anche con alcuni eventi in calendario nelle prossime settimane delle quali a breve vi darò notizia. Sperando che sempre più persone comprendano pienamente e definitivamente l’importanza di questo impegno così emblematico, per il San Primo e per tutte le nostre montagne.

N.B.: per sapere ogni cosa sul “caso” del Monte San Primo e per supportare le azioni in sua difesa potete visitare il sito web del Coordinamento, qui.