Su “L’Agenda News”

Ringrazio molto “L’Agenda News”, il giornale quotidiano online della Valsusa, della Valsangone, di Rivoli e della cintura ovest di Torino, per avermi citato nell’articolo del 2 luglio scorso al quale fa riferimento l’immagine qui sopra (cliccateci sopra per leggerlo in originale).

Non so se quello formatosi si possa definire un “movimento no Big Bench” – peraltro a me ciò che si identifica con “no-qualcosa” genera sempre parecchia perplessità, per non dire altro. Di sicuro si è generato un moto pressoché spontaneo di rifiuto condiviso verso i panchinoni, in forza del loro essere palesemente fuori contesto rispetto a molti dei luoghi di pregio nei quali vengono piazzati, che inevitabilmente banalizzano e degradano. Un moto che chiunque abbia un minimo di sensibilità verso il mondo in cui viviamo non può non formulare, così che rapidamente s’è fatto tanto diffuso da prendere la forma di una “sollevazione popolare”, come l’ho definita qualche giorno fa. Tuttavia, è opportuno denotare che la protesta verso quei manufatti seriali, più che essere contro qualcosa, è innanzi tutto un “movimento” (se così lo si vuole definire) a favore della bellezza del paesaggio, della sua salvaguardia, della relazione più genuina con esso e della cura necessaria alla sua più autentica conoscenza e valorizzazione: anche a scopo turistico, certamente, ma un turismo vero, consapevole, attento ai luoghi che visita e capace di trasformarsi in esperienza bella e importante, ben lontana dalla profonda banalizzazione generale che le Big Bench, per come vengano piazzate un po’ ovunque, impongono ai luoghi.

L’articolo de “L’Agenda News” lo potete scaricare in pdf anche qui.

Franco Faggiani, “La manutenzione dei sensi”

Quando usiamo la parola “normale”, ovvero ogni qual volta esprimiamo un concetto di “normalità” utilizzandolo per identificare cose e persone, a cosa realmente facciamo riferimento? “Normale” deriva dal latino norma, sostantivo che indica(va) la squadra, detta anche regola, cioè lo strumento utile a misurare gli angoli retti, da cui anche l’accezione di “retto”, da rettitudine. Questo, stando alla norma (appunto!) etimologica; di contro, quante volte ciò che definiamo abitualmente – e superficialmente – come “normale”, nel mondo contemporaneo, è tutto fuorché qualcosa che denoti il rispetto delle regole e una considerabile rettitudine!
Dunque, posto tale ragionamento, qual è e cos’è la persona “normale”? Semplificando moltissimo, si potrebbe rispondere che lo è la persona che, in primis, non ha problemi fisici ne mentali, tant’è che nei casi opposti si usa dire «quel tizio non è normale!». Ma in tali giudizi, a quale norma facciamo riferimento? A una presunta regola accettata dai più, ovviamente, il che però non garantisce affatto che tale regola sia corretta, o “retta”.
Ecco: tra le tante cose che si possono dire de La manutenzione dei sensi, il romanzo di Franco Faggiani pubblicato da Fazi Editore lo scorso anno, e di cui non ho letto altrove al riguardo (ma non ho certo letto tutto ciò che è stato scritto sul libro, d’altro canto), trovo che Faggiani abbia scritto un testo (anche) sul concetto di “normalità”. Il quale, se non fosse ancora chiaro, è tanto inteso in modo semplice e semplicistico, nel parlato comune, quanto in verità ricolmo di infinite accezioni e interpretazioni non di rado profonde.
Prendo spunto, ad esempio, dalla “normalità” perduta di Leonardo Guerrieri, il protagonista del libro []

(Leggete la recensione completa de La manutenzione dei sensi cliccando sulla copertina del libro lì sopra, oppure visitate la pagina del blog dedicata alle recensioni librarie. Buona lettura!)

Un confortante isolamento

(Photo credit: https://pixabay.com/it/users/lohrelei-1422286/)

Novembre per molti era dunque un mese triste, noioso. Noi non vedevamo l’ora che le nuvole e l’oscurità venissero ad abbracciare la nostra casa e che la pioggia premurosa verso i ruscelli e i boschi si raffreddasse trasformandosi in fiocchi soffici di neve. Cosi potevamo avere l’alibi per barricarci dentro e dedicarci alle nostre silenziose occupazioni. Al caldo, con la legnaia ricolma e la dispensa ben fornita. In confortante isolamento.

(Franco Faggiani, La manutenzione dei sensi, Fazi Editore, 2018, pag.214.)