Il problema della vita non era in che modo “satanizzare”, come l’avrebbe definito Huysmans; era, semplicemente, fuggire gli oppressori e godersi il mondo senza interferenza alcuna da parte di una qualunque sorta di vita spirituale. I miei momenti più felici sono stati quelli in cui ero solo sulle montagne; ma non v’è prova che tale piacere sia in qualche modo derivato da misticismo. La bellezza delle forme e dei colori, la gioia fisica del moto e lo stimolo mentale di riuscire a trovare la strada su per difficili sentieri campestri sono stati gli unici e soli elementi di quello stato di rapimento.
[Colin Wilson, Aleister Crowley: la natura della Bestia, Edizioni Ghibli, 2015. pag.28.]
Aleister Crowley fu uno dei personaggi più controversi tanto quanto carismatici e influenti del Novecento, soprannominato dalla stampa britannica «la persona più malvagia del mondo» ma suo malgrado e per motivi assolutamente superficiali e futili. Tuttavia, oltre che mago, occultista, mistico (ovvero un ciarlatano e millantatore, per i suoi detrattori), fu un notevole alpinista che per anni svolse un’intensa attività arrampicatoria in patria, sulle Alpi, in Sudamerica e in Himalaya, dove partecipò ad alcuni dei primi tentativi di conquista degli Ottomila: spedizioni di inizio Novecento a dir poco visionarie ma che furono fondamentali per quelle successive che le vette himalayane le conquistarono veramente. Anche la spedizione italiana che nel 1954 riuscì a conquistare la vetta del K2 dovette essere grata alla “Bestia”, visto che Bonatti, Compagnoni, Lacedelli e gli altri salirono lungo una via, il poi denominato “Sperone Abruzzi”, che fu proprio Crowley a intuire e indicare come la migliore da percorrere nella propria spedizione del 1902.


P.S.: circa quell’accenno al “satanizzare” di Huysmans, lo potete comprendere meglio leggendo qui e poi qui.


Sì, ok, Oscar Wilde disse che «A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio», e aveva ragione. Tuttavia, se posso dire, altre volte è meglio che certa gente parli, così da capire quanto sia indubbiamente stupida e invitarla caldamente a restare zitta.