Una chiacchierata riguardo molte cose di montagna, su “Unica Focus Talk Show”

Sul canale Youtube di Unica TV potete trovare la puntata di “Unica Focus Talk Show”, la trasmissione dell’emittente lombarda che approfondisce i più significativi temi dell’attualità, condotta in questa puntata da Fabio Landrini, nella quale ho avuto l’onore di essere ospite – e ringrazio di cuore Landrini e la redazione di Unica TV per l’invito e l’opportunità concessami.

Partendo dal mio ultimo libro Il miracolo delle dighe. Storia di una emblematica relazione tra uomini e montagne, abbiamo chiacchierato a trecentosessanta gradi – come si dice in questi casi – sulle realtà dei territori montani e della presenza umana in essi, toccando vari aspetti quali lo sfruttamento delle risorse naturali, l’acqua, i ghiacciai, il cambiamento climatico, il turismo, la vita e la quotidianità nei territori montani. Il tutto attraverso uno sguardo attento sul presente e ancor più sul futuro prossimo, nel quale la nostra relazione con le montagne si troverà ad essere sempre più soggetta a criticità di vario genere, dalla cui gestione equilibrata dipende un altrettanto equilibrato e proficuo sviluppo per le terre alte e per chi le vive, da abitante stanziale o da villeggiante occasionale.

Mi auguro che da quanto abbiamo disquisito e ascolterete nel talk possiate trovare argomenti interessanti e spunti di riflessione utili per conoscere e comprendere sempre di più, e nei modi che riterrete più liberi e personali, una realtà così importante e emblematica quale è quella delle nostre montagne. Le quali peraltro meritano la maggior attenzione e considerazione possibile da parte di chiunque, nel tempo in cui viviamo.

Dunque, buona visione!

Questa sera alle 19.30 in onda su Unica TV per parlare di montagne e di come le viviamo

Questa sera avrò il piacere di essere l’ospite di “Unica Focus Talk Show”, la trasmissione di Unica TV che approfondisce i più significativi temi dell’attualità condotta in questa puntata da Fabio Landrini, in onda alle 19.30 dopo il notiziario – poi in replica alle 20.30 e in altri orari nei giorni successivi nonché visibile in seguito su Youtube.

Partendo dal mio ultimo libro Il miracolo delle dighe. Storia di una emblematica relazione tra uomini e montagne, faremo una chiacchierata a trecentosessanta gradi – come si dice in questi casi – sulle realtà dei territori montani e della presenza umana in essi, in ottica passata ma soprattutto presente e con uno sguardo attento sul futuro prossimo, nel quale la nostra relazione con le montagne si troverà ad essere sempre più soggetta a criticità di vario genere dalla cui gestione equilibrata dipende un altrettanto equilibrato e proficuo sviluppo per le terre alte e per chi le vive, da abitante stanziale o da villeggiante occasionale.

Dunque, appuntamento questa sera alle 19.30 su Unica TV, canale 75 del digitale terrestre e sul web! Per saperne di più, cliccate sull’immagine in testa al post.

Appaiono cose inutili e spariscono cose utili, sulle nostre montagne

Ponti tibetani, panchine giganti, passerelle e stanze panoramiche, seggiovie e funivie da una parte; scuole, uffici postali e bancari, ambulatori di medicina di base, trasporti pubblici, centri ricreativi e culturali dall’altra.

Quante volte leggiamo sui media d’informazione notizie che riferiscono di opere, progetti e soldi pubblici spesi per i primi, e quante volte per i secondi?

Ma, ovviamente, agli amministratori locali conviene più spingere (per scelta personale o per sottomissione politica) sui primi, che consentono loro di “fare” pubblicamente e autoreferenzialmente regalando più rapidi tornaconti propagandistici, piuttosto che sui secondi, i quali abbisognano di progettualità più elaborate, articolate, strutturate, a volte prolungate nel tempo, nonché di cura, sensibilità, attenzione e responsabilità verso i territori e le comunità che li abitano. Tutte cose poco spendibili elettoralmente, inutile rimarcarlo, anche se sarebbero ciò che la politica locale innanzi tutto deve fare, non altro.

D’altro canto, gli amministratori locali sono a loro volta “vittime” di un sistema di governo politico del territorio il cui costante degrado essi stessi alimentano inesorabilmente, come fossero saltati su un treno in corsa dal quale è praticamente impossibile scendere, anche se ne avessero intenzione, dunque tanto vale restare a bordo e mettersi comodi. A meno di saper trovare il coraggio di saltare giù rischiando l’osso del collo – il collo politico, ovviamente – oppure di non salirci proprio fin da subito, cosa forse ancora più difficile della precedente.

Per tali motivi, una certa classe politica e di amministratori così poco legata, poco in relazione – quando non sostanzialmente alienata oppure semplicemente cinica – rispetto ai territori che governa ha deciso di installare e disperdere in essi opere meramente ludico-ricreative che a breve dimostreranno ciò che veramente sono: dei rottami di ferro e cemento, i quali oggi banalizzano il paesaggio e domani lo deturperanno, appunto. Ma, realtà ben peggiore, nel diffondere tali rottami essi stanno rottamando i territori e le loro comunità, inesorabilmente.

Ecco dunque che sulle nostre montagne ponti tibetani, panchine giganti e altre amenità funzionali agli interessi di qualcuno ma sostanzialmente inutili alla quotidianità dei residenti compaiono ovunque; nel frattempo, ambulatori, scuole, trasporti pubblici e altri servizi di base necessari alla vita in loco dei residenti scompaiono ovunque, in misura crescente.

Chissà se quei politici sono in grado di rendersene conto ma fanno finta di nulla oppure se non ne sono nemmeno capaci e vivono nella convinzione di avere (sempre) ragione.

Non so, sinceramente, quale di queste due ipotesi sia la peggiore.

(L’immagine che vedete lì sopra della passerella panoramica di Mezzocorona, vicino a Trento, è tratta da www.iltrentinodeibambini.it.)

Vajont, 56 anni

Photo credit: pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=1628524)

Vajont, 9 ottobre 1963, ore 22.39.

Un luogo, una data e un’ora in cui morirono quasi 2.000 persone e con esse una parte della dignità nazionale, assai ampia, forse mai più recuperata.

Un momento terribile ed emblematico, oggi più che mai, che deve e dovrà rimanere sempre impresso nella storia d’Italia e nella memoria degli italiani.

(Cliccando qui potrete visitare Dentro il Vajont, il sito web che Focus ha dedicato alla tragedia nel 2013, in occasione del 50° anniversario.)