Questa sera c’è un nebbione colossale.
Poco fa, quando io e Loki eravamo fuori per la consueta passeggiata serale lungo i viottoli campestri ai margini del bosco, la nebbia in certi momenti era talmente fitta – visibilità di qualche spanna intorno, non di più – da annullare qualsiasi percezione dimensionale.
Una sorta di greyout per di più dark, stante l’orario serale, un denso velo scuro contro il cui spessore il fascio di luce della pila frontale si frangeva diventando una bolla luminosa lattiginosa che non illuminava un bel niente salvo il metro di terreno davanti, anzi venendo riflessa da quella sorta di brumosa lastra opaca.
Spegnendo la pila frontale, invece, piombavamo in un buio assoluto, come dentro una stanza priva di aperture e di illuminazione. O sul set di un film dell’orrore, con chissà quali spaventosi mostri nascosti nell’oscurità e pronti ad attaccare.
In effetti, se tante persone dichiarano di avere paura del bosco di notte in condizioni normali, chissà che direbbero se si trovassero in queste, così ottenebranti. Chissà quali minacce percepirebbero tutt’intorno: animali feroci, creature mostruose, fantasmi, demoni…
È un’interessante dicotomia, questa: di giorno, il bosco affascina e attrae, molti praticano il forest bathing mentre la scienza attesta i numerosi benefici del “bagno forestale” a favore delle difese immunitarie, del sistema nervoso e di quello cardiaco, della pressione cardiaca… be’, vorrei vedere che succede a quelli che godono di tali benefici se si ritrovassero nel bosco di notte, al buio e con un gran nebbione per giunta! Il bosco, così affascinante di giorno, di notte diventa un ambito inquietante, angosciante, pauroso.
Ma è sempre quel bosco, lo stesso delle ore diurne.
La paura, già.
È tutta colpa sua.
Anzi no: la paura è un’emozione dominata dall’istinto e serve alla salvaguardia del soggetto, è qualcosa di necessario. È proprio nell’istinto il problema.
Abbiamo perso la naturalità innata dell’istinto, temo, e lasciato che lo stesso finisse preda di fobie artificiose e sovente immotivate. Allo stesso tempo, dell’istinto non sappiamo più fruirne quando ne avremmo naturalmente bisogno: cioè, quando dovremmo avere paura di certe cose, non ne abbiamo.
Non accade solo nel bosco, ben più spesso ciò succede nella vita quotidiana.
Almeno nel bosco di creature mostruose non ce ne sono, nonostante ne temiamo la presenza e abbiamo paura. Nel mondo e tra gli uomini invece sì, a volte ce ne sono, hanno forme sia materiali che immateriali, sono losche figure oppure bieche idee, ma di paura nei loro confronti spesso non ne manifestiamo.
Così, anche l’istinto di sopravvivenza, quello primario in senso assoluto, finisce per essere confuso, indebolito, deviato verso forme altrettanto istintive ma che da Sapiens dovremmo saper controllare, come l’aggressività.
Vediamo mostri che si aggirano nei boschi di notte e non vediamo quelli che si aggirano tra gli uomini di giorno.
È nebbia anche questa, in fondo, ma interiore.
Già.
Buonanotte.
Io non so se il tempo presente ci ha donato grandi benefici, di sicuro ha inventato un sacco di paure.
[Vittorino Andreoli]