
Innanzi tutto grazie di cuore a chi è stato al gioco – perché di ciò si trattava, non certo di un sondaggio con pretese demoscopiche ma più una “chiacchierata” tra amici: anche se le risposte, ben 150 (spero di non averne persa qualcuna!), formano un quadro sì giocoso ma comunque parecchio significativo. Le ho raccolte nell’istogramma che vedete qui sotto (cliccateci sopra per ingrandirlo) ordinandole alfabeticamente (nome-cognome) e non per quantità di citazioni, proprie perché non c’era alcuno scopo di comporre graduatorie di preferenza. Anche se la proposta iniziale era di indicare un solo nome di personaggi reali, ho inserito tutti quelli citati, anche quelli più “bizzarri”: perché ogni vostra risposta ha valore e in effetti risulta variamente interessante e significativa. Grazie ancora per averle espresse!
Posto ciò, potete liberamente ricavare dalle risposte ottenute le vostre considerazioni, mentre io qui ne rimarco alcune personali: se per molti versi la quantità di citazioni per Walter Bonatti poteva essere prevedibile, trovo significativo che il secondo personaggio più citato sia stato Mario Rigoni Stern (ribadisco, non importano il numero di voti o lo scarto): il primo una figura che incarna soprattutto la dimensione alpinistica e esplorativa della montagna, il secondo invece principalmente quella culturale e umana, i due ambiti fondamentali attraversi i quali l’uomo ha vissuto le montagne dai secoli scorsi fino al presente, seppur sia Bonatti che Rigoni Stern hanno poi elaborato il proprio legame con i monti anche in altri modi – così come hanno fatto ulteriori personaggi citati, conosciuti soprattutto come alpinisti ma la cui relazione con le montagne non si è manifestata solo attraverso la conquista delle vette e la sfida alle loro verticalità (Reinhold Messner, per dirne un altro tra i più citati).
Ugualmente interessanti sono le numerose citazioni a personaggi che invece poco o nulla si legano all’alpinismo così come quelle a figure familiari, mentre inesorabilmente poche sono le donne citate: se l’alpinismo si è spesso contraddistinto per la propria dimensione patriarcale, nella quale la frequentazione femminile delle vette spesso era ritenuta sconveniente, non solo la sua storia è ricca fin dall’inizio di grandi alpiniste ma in fondo è la montagna nei suoi tanti aspetti quotidiani a essere stata spesso “governata” dalle donne senza che ciò venisse loro adeguatamente riconosciuto. Così come oggi non esiste più un alpinismo “maschile” e uno “femminile” ma l’alpinismo e basta, credo che il Genius Loci montano non abbia genere. Che poi, a ben vedere, «montagna» è un sostantivo femminile che deriva dal latino mons mōntis, «monte», il quale è un sostantivo maschile, dunque: pari e patta!
Ancora una volta grazie per le vostre risposte!









