
Mancava quasi tutto, soprattutto frutta e ortaggi. Si trovavano solo questi cetrioli in una salamoia orrenda, solenyye ogurtsy; poi carne di pollo, di maiale, più di rado il vitello; e uno spumante locale ribattezzato molto ottimisticamente sciampaski. Un giorno, per miracolo, ho trovato delle banane, un intero casco di banane allo spaccio per gli occidentali. Erano mesi che non vedevo delle banane, chissà come erano finite a Togliatti. L’ho comprato, tutto intero, e mi sono avviato a piedi verso casa col mio casco di banane in braccio. Solo che era pomeriggio, la strada era piena di bambini che un casco di banane non l’avevano mai visto, anzi credo non avessero mai assaggiato una banana. Così ho cominciato a spiccarle una a una e a distribuirle ai bambini. Morale, sono arrivato a casa senza banane ma sono diventato l’eroe del quartiere, il giorno dopo la gente mi salutava per strada.
(Rodolfo Gaffino, dirigente Fiat inviato all’AutoVAZ di Togliatti nel novembre 1983 per presiedere al rinnovamento degli impianti dell’industria automobilistica sovietica e per collaborare al progetto della Lada Samara, descrivendo le condizioni di vita nell’URSS dei primi anni Ottanta. Tratto da Claudio Giunta, Giovanna Silva, Togliatti. La fabbrica della Fiat, Humboldt Books, Milano, pag.26.)