
Ecco.
A Pasqua, invece, era pressoché certo che ci fosse brutto, senza bisogno di consultare le previsioni del tempo. Bene! – mi sono detto, e ne ho approfittato per farmi un bel giro in montagna, nel paesaggio ancora innevato fascinosamente avvolto da nebbie leggere e nubi vaganti tra le cime e nella certezza che non ci fosse in giro nessuno o quasi, così da godermi appieno l’anima autentica del luogo senza interferenze più o meno moleste. Un buon K-Way è bastato per fare della pioggia una compagna mai fastidiosa, tant’è che la stessa si è più volte quietata lasciando persino che occhiate d’azzurro si palesassero tra le nubi illuminando i miei passi nel silenzio del bosco.
Ci fosse stata una bella giornata, invece, sarebbe stato bello comunque, in maniera differente. Ci sarebbe stata più gente sui sentieri, meno silenzio, più vitalità, meno intimità. Ma le montagne sarebbero apparse affascinanti come sempre, anche perché sarei stato ben felice io di starci in mezzo a prescindere, di sentirmi in relazione con la loro peculiare dimensione alpestre, di perdere lo sguardo tanto nei loro vasti panorami quanto nei più piccoli dettagli, di stupirmi delle visioni offerte dal paesaggio reso sfavillante dalla luce del Sole o misterioso da nubi e nebbie.
Io credo – l’ho già sostenuto più volte, lo ribadisco – che se ci facessimo meno influenzare dalle previsioni meteo e più dalla variegata bellezza delle montagne, che è lì ad attenderci sia con il bel tempo che con il brutto tempo, ne godremmo in maniera più profonda e compiuta. Questa cosa che il tempo è “bello” solo quando è sereno è un po’ da – permettetemi di dirlo – bambini viziati: se il Sole splende, la pioggia non ci bagna e il paesaggio non è nascosto dalla nebbia, la montagna non è “più bella”, così come viceversa non è “brutta”. Siamo noi che dovremmo comprendere che la bellezza della montagna si può manifestare in molti modi differenti, ciascuno dei quali sa offrire percezioni e emozioni diverse. E le eccezioni a ciò sono veramente rare: se proprio partiamo per i monti sperando che ci sia tempo sereno e invece ci accoglie una bufera amen, sarà per la prossima volta e potremo sempre consolarci in un ristorante a gustare qualche piatto tipico del territorio o visitando qualche luogo al chiuso.
Visto che le previsioni del tempo ormai sono diventate – bontà loro – affidabili come l’oroscopo di un rotocalco, tanto vale non dar loro troppa considerazione e abituarsi a cogliere il carattere speciale e unico – dunque massimamente prezioso – di ogni singolo momento che possiamo trascorrere in montagna e nell’ambiente naturale. Ci impratichirà anche a gestire gli imprevisti e a cogliere gli aspetti positivi pure nelle circostanze apparentemente sfavorevoli.







