Dalle 9.30 presso la Fondazione Stelline a Milano. E se in particolare volete ascoltare la mia narrazione di un luogo per molti aspetti “speciale“, l’appuntamento è per le ore 16.
Cliccate sull’immagine oppure qui per saperne di più.
Dalle 9.30 presso la Fondazione Stelline a Milano. E se in particolare volete ascoltare la mia narrazione di un luogo per molti aspetti “speciale“, l’appuntamento è per le ore 16.
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Giovedì 16 gennaio avrò il grande onore – e la notevole responsabilità – di partecipare al seminario L’attesa dei luoghi. La rinascita dei luoghi attraverso il recupero culturale, organizzato da ALPES nella prestigiosa sede della Fondazione Stelline a Milano, in Corso Magenta n.61, con partecipazione libera.
Vengono definiti “luoghi in attesa” quegli spazi in disuso, abbandonati, a volte vere e proprie rovine oppure apparentemente destinati a una prossima sorte infausta, bisognosi di sguardi e di attenzione. La riscoperta della particolarità così emblematica di questi luoghi (il loro Genius Loci) mira a concretizzare quel bisogno di nuova, o rinnovata, attenzione come arricchimento del patrimonio immateriale esistente, e a realizzare proposte culturali stabili sul territorio, di natura altresì materiale, che possano fare da modello anche per altri ambiti geograficamente simili ovvero di comparabile genere.
Con questo intento ALPES, nell’ambito della sua attività culturale e di sollecitazione progettuale, ha organizzato un momento di incontro, riflessione, scambio di idee e di esperienze per chi, nei diversi ambiti e professionalità, intende sviluppare e approfondire la tematica riguardo tali luoghi così peculiari, incontrando altre realtà analoghe e cogliendo potenziali opportunità e occasioni di lavoro.
Alla call lanciata dal ALPES hanno risposto architetti, scrittori, amministratori di territorio, docenti, esperti d’arte e imprenditori, che nel corso della giornata porteranno e condivideranno le loro esperienze e proposte per fare di quella «attesa dei luoghi» citata nel titolo del seminario un momento non più di trascurato e inevitabile oblio ma di possibile, immaginabile rinascita, in primis culturale e poi quant’altro ne possa scaturire.
Il mio intervento, programmato per le ore 16 e inserito nel seminario come “proposta di lavoro” si intitola Colle di Sogno: la resilienza contemporanea come progetto culturale di comunità e narrerà del progetto di rinascita del peculiare borgo prealpino “resiliente” tra Lecco e Bergamo, curato proprio da ALPES, un modello di intervento su base culturale assolutamente esemplare che mira a rinvigorire e rinforzare la relazione delle genti (gli abitanti in primis, oggi solo otto a fronte degli oltre duecento di inizio Novecento) con il luogo e il dialogo con il suo Genius Loci attraverso un’azione culturale poliedrica a lungo termine, al fine di riportare quanto prima al borgo nuova vita ovvero nuovi abitanti e facendo di esso un centro di riferimento culturale della resilienza in montagna. Per saperne di più sul progetto di Colle di Sogno potete visitare il suo sito web, qui.
La giornata de L’attesa dei luoghi alle Stelline è aperta a tutti, la partecipazione è libera ma è consigliabile la prenotazione. Trovate il programma completo e le modalità d’iscrizione qui.
Anche quest’anno collaboro con la Pro Loco di Carenno (Lecco) nell’allestimento della rassegna cultura Una Montagna di Eventi, dedicata alla valorizzazione del territorio montano locale e delle sue notevoli peculiarità attraverso le arti e la cultura – anche con iniziative di valore particolare contestualizzate al luogo e agli scopi suddetti e, per questo, certamente originali ed esclusive.
La prima di queste iniziative, emblematica al riguardo, è quella di cui potete leggere qui sotto, che si fa forza di una presenza assolutamente prestigiosa. Se ne siete interessati, nell’articolo troverete anche come parteciparvi.
Le nostre montagne offrono a chi le esplora innumerevoli scorci meravigliosi, la cui bellezza cerchiamo di fissare e rendere ricordo attraverso la fotografia. Ma l’immagine fotografica può essere uno strumento in grado di fare molto di più che riprendere un bel panorama: può riuscire a raccontare il territorio, a rappresentarne il paesaggio, a cogliere l’armonia tra morfologie naturali e interventi antropici giungendo a fissare in uno scatto la presenza e l’essenza del Genius Loci del luogo, della sua anima profonda. Quando ciò accade, la fotografia è come un libro da leggere, uno storytelling visivo nelle cui immagini ogni elemento è come una pagina di quel libro, un dispositivo di autentica relazione col territorio e di conoscenza di esso per il quale conta certamente l’amenità dei luoghi ma, ugualmente, conta la sensibilità del fotografo. Come ha scritto Fernando Pessoa, «È in noi che i paesaggi hanno paesaggio. Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo», ed è in ciò che la fotografia di paesaggio trova la sua maggiore e più preziosa poesia.
Su tali principi nasce il Workshop di fotografia outdoor con cui la Pro Loco di Carenno inaugura l’edizione 2019 de “Una montagna di eventi”, la rassegna culturale con cui l’associazione si propone di mettere in luce e valorizzare la bellezza e le peculiarità uniche del territorio montano di Carenno attraverso iniziative di grande pregio che fanno della cultura e delle arti gli strumenti per tale valorizzazione. In forza di ciò, il workshop è stato affidato a uno dei migliori fotografi italiani del settore, Umberto Isman, professionista dal 1992, giornalista pubblicista, attivo in maniera preponderante nella fotografia di paesaggio, architettura, reportage, collaboratore delle migliori testate nazionali tra le quali Bell’Italia, Airone, Gente Viaggi, Tuttoturismo, Meridiani, Traveller, QuiTouring, I Viaggi di Repubblica e, nel settore dell’outdoor, Meridiani Montagne, Sci, Ski-alper, Cycle e molte altre.

Dunque, anche per l’edizione 2019 de “Una Montagna di Eventi” la Pro Loco di Carenno ha messo in cantiere una serie di iniziative di grande spessore che, dopo il prestigioso workshop di Isman, proseguirà con altri importanti e spettacolari eventi, tutti quanti con denominatori comuni la montagna carennese, la sua straordinaria bellezza e la valorizzazione dei numerosi tesori culturali che sa offrire.
N.B.: cliccate sull’immagine della locandina per scaricarla in versione pdf.
Questa sera, 26 marzo duemila18, ore 21.00, live su RCI Radio in FM e in streaming, appuntamento con la 9a puntata della stagione 2017/2018 di RADIO THULE, intitolata “Non si può praticare lo sport tanto per fare sport!“
La nostra società contemporanea vive nei confronti dell’attività sportiva una specie di stato “bipolare”: da un lato moltissima gente pratica sport, spesso in chiave agonistica e soprattutto certe discipline oggi particolarmente in voga; dall’altra si susseguono gli allarmi per la scarsa (o nulla) pratica degli sport da parte dei più giovani (ma non solo di essi), con tutti i problemi che ne conseguono – e che non sono solo quelli relativi all’obesità diffusa. Sopra tutto ciò ci sono poi i media, in Italia tradizionalmente calciomani ovvero spesso impegnati a imporre certe “mode sportive” (in chiave fitness, più che altro) con frequente superficialità. Dunque, in fin dei conti, qual è la reale situazione? Cosa significa veramente praticare sport, e farlo con autentico impegno fisico e mentale? Quanto è importante che la pratica sportiva sia abitudine diffusa in tutta la popolazione? Cosa può fare la scuola in tal senso, e cosa invece non fa? Insomma: l’antico adagio mens sana in corpore sano vale ancora oggi, nell’era della realtà sempre più virtuale e dei social sempre più “network”?
Ne parleremo con due atleti agonisti, allenatori, promotori di eventi sportivi calolziesi, Valeria Vergani e Christian Mandelli: perché, in effetti, dire che “praticare sport non è mica uno sport” non è solo un divertente gioco di parole!
Dunque mi raccomando: appuntamento a questa sera su RCI Radio! E non dimenticate il podcast di questa e di tutte le puntate delle stagioni precedenti, qui! Stay tuned!
Come ascoltare RCI Radio:
– In FM sui 91.800 e 92.100 Mhz stereo RDS.
– www.rciradio.it (Streaming tradizionale)
– http://rciradio.listen2myradio.com
(64 Kbps, 32000 Hz Stereo AAC Plus)
– Player Android: Google Play
– Il PODCAST di Radio Thule: di questa puntata e di tutte le precedenti di ogni stagione, QUI!
Domenica 10 Settembre prossimo, nell’ambito dell’edizione 2017 di Piccoli passi tra Natura, Arte e Sapori, la cui locandina vedete qui accanto (cliccateci sopra per scaricarla in un formato jpeg più grande), avrò nuovamente l’onore di farvi da guida alla visita dell’intrigante bellezza, delle peculiarità storiche e architettoniche, dell’arte, delle leggende e dei misteri di Colle di Sogno, uno dei più bei borghi di montagna delle Prealpi lombarde, autentico piccolo/grande tesoro di cultura capace di narrare una storia poetica che sa coinvolgere chiunque.
Camminando insieme tra le vie del borgo, immersi nel suo incanto di pietra e di legno quale fulcro di un paesaggio naturale sublime e maestoso, vi racconterò una storia fatta di tante storie, di genti, animali, alberi, rocce, usanze, tradizioni, emozioni, percezioni, di un’identità che è la personalità del Genius Loci di un luogo così potente e peculiare. È l’ecostoria di un forte legame tra l’uomo e il paesaggio costruito lungo i secoli e tutt’oggi ben presente, nonostante lo spaesamento generato da un progresso che dei luoghi come Colle di Sogno ha troppo spesso ignorato la cultura fondante. Ma la resilienza è in atto, e trova la più solida base proprio nella bellezza del luogo e della sua storia: in fondo, averne conoscenza, comprenderne il valore, entrare in essa e fare in modo che il luogo entri in chi lo visita e lo conosce, è la migliore, reciproca forma di salvaguardia e di godimento di quella bellezza. Che può salvare il mondo, appunto: proprio come sancì il dostoevskijano Principe Myškin – ma pure, più pragmaticamente, come può comprendere chiunque visiti Colle di Sogno! Peraltro in un’occasione festosa e divertente come quella offerta da Piccoli passi tra Natura, Arte e Sapori, e con la piacevolissima possibilità di gustarsi un ottimo spuntino presso la Locanda del borgo!
Fossi in voi ci farei un salto, insomma! La stagione è favorevole, il clima è dolce e più clemente di quello di piena estate, il luogo affascina da sempre chiunque lo visiti, il paesaggio riempie l’animo di luce e di piacere. Un’occasione da non perdere, senza dubbio!
Ribadisco: trovate ulteriori informazioni sulla locandina, oppure qui. E se volete conoscere meglio (o approfondire la già acquisita conoscenza) dei bellissimi itinerari escursionisti della zona, date un occhio qui.