Montagne di arte

Cesare Saccaggi, La Vetta (o La Regina dei Ghiacci), olio su tavola, 1912.

(Una montagna “simbolica” e simbolista, questa volta: d’altro canto ancora oggi la montagna è fatta di simboli e a sua volta simboleggia tante cose, in certi casi consone alla sua dimensione, in altri per nulla. Clic.)

Montagne di arte

Jules Jacques Jacot-Guillarmod, Convoi de la poste au Saint-Gothard en hiver (“Convoglio della Posta sul San Gottardo d’inverno”), olio su tela, 1879.

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Montare seggiovie e smontare comunità

E comunque, parliamoci chiaro: com’è possibile sostenere di «sviluppare la montagna», «sostenere le comunità», «combattere lo spopolamento» e così via come accade ogni qual volta si annuncino finanziamenti per infrastrutture turistiche d’ogni sorta, per giunta spesso assai discutibili, se poi si fanno accadere cose del genere? Perché tutto l’entusiasmo e le risorse che la politica mette nel turismo non vengono messi anche nel sostegno concreto alla quotidianità delle comunità di montagna? Obiettivamente, con quale coraggio poi si va sui media con sorrisi a sessantaquattro denti sostenendo quelle cose? Ma siamo seri o cos’altro?

«Ci stanno smontando pezzo per pezzo, come fossimo dei Lego», dicono i sindaci dei comuni interessati. Già: nella Lombardia “terra olimpica” per il cui territorio «le Olimpiadi rappresentano una grande opportunità di rilancio» (cit.), evidentemente i servizi di base alle comunità vengono considerati soltanto un fastidio. Forse perché non permettono affarismi e non portano consensi con seggiovie, cannoni sparaneve, ciclovie e cose affini – e non solo in Lombardia, ovviamente.

Dunque reagite adeguatamente a tale indegna situazione oppure rassegnatevi, cari montanari: nel passato avete imparato a curarvi con le erbe, oggi imparerete a curarvi con la neve artificiale e il cemento. Una bella prospettiva, vero?

Ascensioni estive scritte a mano

«Posta di carta scritta a mano?» di sicuro qualcuno esclamerà con stupore leggendo il post di Michele Comi. E magari riterrà che «è rimasto indietro», come si dice in questi casi. E perché mai lo sarebbe? A volte, invece, si è molto più avanti “tornando indietro” nel tempo a cogliere ciò che c’era di buono per trasportarlo nel futuro, armonizzando la bontà di allora con l’abilità che il domani ci consente così da innovare le cose senza deformarle e, soprattutto, saltando a piè pari molta dell’illogicità, se non della stupidità, che purtroppo caratterizza il nostro nevrastenico presente, sempre più scollegato tanto dal se stesso passato dal quale proviene quanto da quello futuro verso il quale non sa proseguire.

In fondo il tempo non esiste se non come espressione di moto, il quale è il cambiamento di posizione di un corpo in relazione al tempo – ce lo insegna la fisica. E come possiamo restare in relazione con il tempo se non facciamo altro che correre sempre più velocemente, sovente pure di sbieco, anche negli ambiti in cui la lentezza non è affatto sinonimo di pigrizia ma di astuzia, di intelligenza, di sagacia? Forse, almeno in certe cose, è bene riallinearci e riarmonizzarci con un tempo e un moto più obiettivi, più proporzionati al nostro essere parte di un ecosistema complesso che abbisogna di ponderazione, più convenienti a viverci pienamente e non semplicemente a esisterci dentro.

Insomma, scrivete a Michele per scrivere qualche nuova e bella pagina del vostro andar per monti. Vedrete che ne sarete soddisfatti.

Le rapine alle Poste

[Immagine tratta dal web. Cliccateci sopra!]
Ho letto, ad esempio qui, che in Italia negli ultimi anni le rapine agli uffici postali si sono ridotte in modo cospicuo.

In effetti ci posso credere: mi hanno raccontato, per dire, che in un ufficio postale di provincia, qui dalle mie parti, un tizio a volto coperto è entrato e ha intimato all’addetto lì presente: «Consegnami tutti i soldi!»
Il postino s’è subito “prodigato” per consegnare quanto richiesto.
Be’, il ladro è stato arrestato. Dopo più di 3 ore dall’irruzione nell’ufficio postale stava ancora aspettando che il postino gli consegnasse i soldi. Da “buon” addetto delle Poste Italiane, era in ritardo pure in ciò, e lo sfortunato ladro è stato inesorabilmente còlto in flagranza di reato. Ecco.

A onor di cronaca, bisogna aggiungere che l’avvocato del malvivente ha chiesto che gli atti del procedimento giudiziario derivante dai fatti accaduti siano inviati al suo cliente sempre in forma cartacea tramite spedizione postale. «Contiamo nella prescrizione del reato», ha detto ai cronisti. Già.

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