Dati ormai datati ma mai scontati. Per chi si fosse perso l’ultima analisi ISTAT sulla lettura in Italia…

E’ ormai stata pubblicata quattro mesi fa, ma visto che è una di quelle cose di cui i mass media non è che parlino granché (forse proprio avendo cura di evitare di parlarne, eh! – ma sono il solito che pensa sempre male, lo so) e dato che ne ho parlato giusto ieri sera nella puntata #14 della stagione in corso di Radio Thule (trovate QUI il file in podcast della puntata), vi propongo il link per Senza nome-True Color-01scaricare La produzione e la lettura di libri in Italia, la ricerca statistica che l’ISTAT periodicamente effettua per “fotografare” lo stato del mercato editoriale nazionale con un focus particolare sulla domanda e la relativa offerta, ovvero con un punto di vista colto dalla parte del lettore, più che dell’editore.

Cliccate sulla copertina qui accanto per scaricare direttamente la versione integrale del documento in formato pdf. E’ una lettura veramente interessante e, sotto molti aspetti, illuminante. O ottenebrante… beh, diciamo che dipende con quale “intento informativo” lo vorrete leggere!
Nella sezione del sito ISTAT relativo alla ricerca potete anche trovare, oltre alla versione audio, la nota metodologica alla base della compilazione della stessa e le tavole relative.
Leggete, e meditate!

Effetti collaterali (da non-abuso di libri)

Ditemi pure che sono esagerato, troppo sprezzante, esageratamente caustico, catastrofista cosmico… – insomma, dite ciò che volete, ma a mio parere tra il fatto che sulle TV nazional-popolari vada ancora in onda lo spot del video sotto riprodotto, nonostante la sua palese e delirante dissennatezza, e tra l’evidenza che in Italia, nazione dove uno spot del genere va in onda, appunto, si leggano sempre meno libri – come sancisce l’ultimo rapporto ISTAT sulla lettura di libri, non ci può non essere una correlazione. E’ inevitabile.
E non sto certo dicendo, superficialmente, che chi consuma quelle pasticche si rimbambisce al punto da non provare la volontà di leggere libri… No, è una mera – ma assai profonda e grave, nella sostanza – questione di cultura. O di ignoranza diffusa, fate voi.
http://www.youtube.com/watch?v=Bo-6axXLal4
Leggete più libri – e buoni libri, s’intende, non libroidi da hard discount – e vedrete che di medicinali del genere farete certamente a meno. Se ne gioverà la vostra mente, e pure il vostro organismo!

Un tesoro prezioso tra le mura di casa. Le librerie domestiche e la loro importanza tanto fondamentale quanto, a volte, incompresa…

InfoBergamo_Aprile2013_350L’articolo a mia firma pubblicato sull’ultimo numero del mensile di informazione e cultura InfoBergamo – il 107 di Aprile 2013 – è dedicato a una risorsa culturale preziosissima che buona parte di noi ha sottomano, coscientemente o meno, e dotata di un’importanza pratica che sotto certi aspetti risulta inopinata e sorprendente: le biblioteche domestiche, ovvero le nostre piccole o grandi librerie di casa. L’articolo si intitola – significativamente – Un tesoro prezioso tra le mura di casa e vi dimostrerà non solo con asserzioni teoriche ma pure con il supporto di dati statistici “ufficiali” come il conservare in casa una buona libreria, il più possibile ben fornita di libri di valore, è una vera e propria “azione culturale”, un investimento prezioso non solo per noi stessi ma pure, senza esagerare, per l’intera nostra società, come insegnano anche certe nazioni nelle quali si legge ben di più che qui e che – io credo non a caso – funzionano molto meglio che il nostro paese…
Come al solito ve lo propongo, tale articolo, di seguito, mentre cliccando QUI potrete leggerlo nella sua versione “originale” nel sito di InfoBergamo (che potrete visitare cliccando invece sulla copertina dell’ultimo numero, lì sopra).
Buona lettura e, ancora di più, buona riflessione.

Ogni qualvolta una ricerca statistica che si occupi dell’ambito editoriale e della lettura di libri in Italia viene resa pubblica, è un po’ come se venisse reso disponibile uno scudiscio con il quale si viene fustigati: una pressoché certa occasione di dolore e di struggimento, per chi ama i libri! E’ inutile rimarcarlo ancora, ormai: la vendita di libri in Italia e la relativa diffusione della lettura rappresentano un tasto dolentissimo nel panorama socioculturale nazionale, che impietosamente quelle statistiche fotografano periodicamente, scatenando (giustamente, sia chiaro) la solita messe di considerazioni e di proposte per pensare e tentare un’inversione di rotta – cosa assolutamente auspicabile, per il bene di tutti e non solo di editori e lettori. E’ infatti altrettanto inutile rimarcare come niente più dell’opera scritta rappresenta bene il concetto di “cultura”, ovvero come libro sia il mezzo di diffusione culturale per eccellenza fin dalla sua invenzione: non un oggetto qualsiasi, insomma, ma un potente simbolo di civiltà e urbanità, – per come la cultura sia di esse da sempre la base fondamentale: basta infatti constatare i risultati opposti, in sua mancanza…
Poste tali premesse, proprio quelle statistiche così frequentemente pessimiste sullo stato della lettura dalle nostre parti offrono inaspettatamente pure una potenziale e notevole inversione di rotta, assolutamente considerabile anche perché alla portata di tutti e, soprattutto, senza che si debba far quasi nulla per metterla in atto!
Mi spiego: una recente (è stata pubblicata lo scorso Gennaio) ricerca commissionata al Censis dalla Fondazione Marilena Ferrari e intitolata “Il valore del bel libro”, è andata a indagare il rapporto tra gli italiani e l’oggetto-libro, sia dal punto di vista “estetico”, per così dire, che da quello del valore simbolico e culturale di esso. Tra i vari dati, emerge che ben il 65% dei giovani nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni desiderano avere in casa libri da esibire e sfogliare, contro una media del 52% del campione complessivo. Ovvero: molti lettori italiani, ancor più se giovani, ambiscono a possedere a casa propria una piccola o grande biblioteca domestica, composta possibilmente da bei libri. Una questione culturale ovvero di identità, come spiega lo stesso Censis: il libro è un oggetto che rappresenta uno “scrigno di sapere”, fruibile ma anche mostrabile, quindi qualcosa la cui proprietà rappresenta un valore aggiunto più importante rispetto a quella di altri comparabili oggetti possedibili. Un altro interessante dato della ricerca evidenzia come in oltre la metà delle famiglie italiane (il 53,5%) sono conservati libri lasciati in eredità, con tutta probabilità volumi lasciati dai genitori e dei nonni. Ciò dimostra in fondo quanto affermato in principio, cioè che i libri non possono essere considerati alla stregua di un bene di consumo, ma hanno un ben maggiore valore intrinseco: sono il segno più tangibile del patrimonio culturale della propria famiglia, in pratica. Infatti solo il 17,8% degli italiani si disinteressa di ciò che accadrà ai loro libri quand’essi saranno passati a miglior vita, mentre l’82,2% spera che i propri eredi potranno godere, oltre che dei beni materiali, anche dei libri che verranno loro tramandati.
Insomma, avrete già capito come questi dati illuminino con estrema chiarezza l’importanza di possedere in casa una propria biblioteca personale, e di conservare in bella vista sugli scaffali domestici libri possibilmente di valore. Abitudine che ahinoi non tutti hanno, visto che più di una famiglia italiana su dieci (il 10,1%) afferma di non possedere libri in casa! D’altro canto, il vantare a casa propria una ben fornita libreria potrebbe sembrare un qualcosa che contrasta con l’altro ambito di conservazione editoriale-letteraria a nostra disposizione, cioè le biblioteche pubbliche (della cui fondamentale importanza ho già disquisito qui, nel numero di Gennaio 2013). E invece non è così, anzi avviene il fenomeno contrario: la ricerca del Censis rivela che quando si recano in biblioteca e vi osservano i libri conservati e disponibili, soprattutto se di pregio, 5 italiani su 10 coltivano il desiderio che alcuni di quei libri possano andare ad arricchire la loro biblioteca domestica. Insomma: non perché si ami tenere in casa tanti libri, non si possa restare assidui frequentatori di biblioteche! Semmai, appunto, frequentarle rappresenta un ulteriore ottimo stimolo verso la passione per i libri e la lettura nonché, con quel coltivato desiderio di possesso dei volumi più belli prima citato, un vitale incentivo pure per l’asfittico mercato editoriale nostrano!
Ma facciamo un passo in più verso il punto della questione. Possedere una buona biblioteca domestica è certamente motivo di vanto e segno di preziosa verve culturale e intellettuale; ma perché può rappresentare anche una potenziale e notevole inversione di rotta per lo stato e la salvaguardia della lettura, attuabile senza alcuno sforzo?
A tale domanda risponde un’altra ricerca con cadenza annuale, in questo caso firmata ISTAT e pubblicata lo scorso Maggio 2012 (usualmente in concomitanza con il Salone del Libro di Torino, il più importante evento nazionale del settore, come saprete) dal titolo “La produzione e la lettura di libri in Italia”. Da essa si può evincere un dato estremamente interessante e significativo, cioè che la propensione alla lettura è palesemente legata alle opportunità offerte dal contesto familiare: tre persone su quattro che dispongono di oltre 200 libri in casa leggono almeno un libro all’anno e nel 20% dei casi sono forti lettori. Ancora più eloquenti e importanti sono quei dati che nella ricerca ISTAT evidenziano un significativo incremento della quota di giovani lettori nelle famiglie nelle quali sono presenti libri in casa e, in particolare, in quelle dove la biblioteca domestica è più consistente. Infatti, se in media il 56,3% dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 14 anni dichiara di aver letto almeno un libro, tale quota raggiunge il 75,1% nel caso in cui in casa siano presenti più di 200 libri, mentre la percentuale crolla al 20,8% se in casa non ce ne sono affatto.
Eccolo qui il punto della questione, dunque: se in casa ci sono libri, la passione per la lettura nasce e cresce da sé, e più ce ne sono più si diventerà lettori forti – con le ovvie virtù del caso. Ora capirete bene anche il perché del titolo che ho voluto dare al presente articolo, e del valore concreto e imprescindibile che i libri hanno, per chi li possiede ma pure, indirettamente, per l’intera comunità nella quale si vive: basta la loro presenza nelle nostre case per indurre in chiunque, e soprattutto nei più giovani (cosa a dir poco fondamentale, per il nostro futuro!), una sana e preziosa “educazione culturale automatica”, a far che il solo oggetto-libro ci invogli alla lettura, all’impegnare la mente e la fantasia nelle storie e nelle vicende narrate tra le pagine, ci stimoli alla conoscenza e all’uso virtuoso del nostro intelletto – magari di contro spegnendo qualche televisione in più, o concedendo ai suoi discutibili programmi meno attenzione del solito. E credo del tutto superfluo indicare quanto ciò sia importante per l’intera società, e per la civiltà che vi sta alla base: non è un caso che i paesi civilmente più avanzati e che meglio funzionano dal punto di vista sociale e istituzionale – le nazioni nordeuropee, classicamente – sono quelli in cui la quantità di libri pro capite letti annualmente è la più alta, e nelle cui case, soltanto guardandovi dentro dalle finestre, si possono assai spesso notare ampie e fornitissime librerie. Sorta di casseforti culturali in cui custodire una ricchezza veramente grande, un autentico tesoro prezioso che noi tutti possiamo avere, conservare (e possibilmente accrescere) tra le mura di casa nostra, il quale di sicuro non potrà che portarci ottimi frutti.
Per questo il conservare dei libri va ben al di là del mero acquisto e possesso e diventa un’importante e virtuosa azione culturale: è un vero e proprio investimento per il futuro, che ci costa veramente pochissimo ma che è in grado di renderci tutti più ricchi, di quella ricchezza il cui valore umano, statene certi, mai nessun capitale finanziario potrà eguagliare.

E’ on line il numero 107 – Aprile 2013 – di InfoBergamo!

E’ uscito il numero 107 – Aprile 2013 – di InfoBergamo, il primo mensile on-line bergamasco di cultura ed informazione, ovvero la più diffusa e letta web-rivista di genesi orobica, indubbiamente (fin dal nome, appunto!), ma di respiro, spirito e interessi assolutamente nazionali, se non di più. Prime prove di tali “ampie” peculiarità sono certamente il gradimento dei lettori per il mensile e la quantità di letture, dati assolutamente illuminanti in tal senso visto che da tempo il numero di essi non scende mai sotto gli 80.000 al mese! Ma è certamente una quantità e un gradimento ben legati – InfoBergamo_Aprile2013_350anzi, proporzionali! – alla qualità dei collaboratori e degli articoli ospitati sul mensile, che anche in questo numero 107 offre veramente molta carne al fuoco tra cultura, politica, società, arte, musica, libri, motori e molto, molto altro, come si può evincere dal sommario del mese
A mia volta sono molto onorato di far parte dei collaboratori di InfoBergamo, cercando di offrire ai lettori spunti, osservazioni, testimonianze e riflessioni sul mondo dei libri, della letteratura e dell’editoria contemporaneo. In questo numero 107, il mio contributo è dedicato a una risorsa culturale preziosissima che buona parte di noi ha sottomano, coscientemente o meno, e dotata di un’importanza pratica che sotto certi aspetti risulta inopinata e sorprendente: le biblioteche domestiche, ovvero le nostre piccole o grandi librerie di casa. L’articolo si intitola – significativamente – Un tesoro prezioso tra le mura di casa e vi dimostrerà non solo con asserzioni teoriche ma pure con il supporto di dati statistici “ufficiali” come il conservare in casa una buona libreria, il più possibile ben fornita di libri di valore, è una vera e propria azione culturale, un investimento prezioso non solo per noi stessi ma pure, senza esagerare, per l’intera nostra società, come insegnano anche certe nazioni nelle quali si legge ben di più che qui e che – io credo non a caso – funzionano molto meglio che il nostro paese…
Cliccate sul titolo sopra riportato dell’articolo oppure QUI per leggerlo direttamente ma, ribadisco, non perdetevi nulla dell’intero ultimo numero e di tutto quanto offre la piattaforma web del mensile, cliccando sull’immagine della copertina lì sopra ed entrando nel sito del mensile: InfoBergamo merita sul serio la vostra attenta lettura, e sono certo che non vi deluderà!