“Domenico Modugno e la Cinquetti anno vinto al Festival di San Remo”
“1 +1 – 34 XY”
“Domani vado a Comabbio”
“1+1-355x”
“Questa volta mi sono sbagliato, un’altra volta no”
“il primo giugno non è / il primo maggio”
“Quanti gigioni in Italia, che ne pensi Teresa…”
“La rivoluzione dei giovani è sempre valida”
Le frasi che scriveva il grande Lucio Fontana – uno dei più importanti e rivoluzionari artisti del Novecento, come ho cercato di spiegare più volte, qui ad esempio – dietro molte delle sue tele sono tutt’oggi un piccolo, intrigante e divertente mistero – ne avete letta qualcuna lì sopra. Il perché lo facesse è risaputo: Fontana, per cautelarsi dai numerosi falsari delle sue opere, scriveva queste frasi apparentemente insensate come semplice e al contempo efficace appiglio per una perizia calligrafica, dunque per l’attestazione dell’autenticità di una sua opera. Ma se quelle frasi volessero dire qualcosa, se servissero a comunicare qualcosa, se fossero enigmatici messaggi celanti chissà quali segreti oppure se fossero solo piccoli pseudo-haiku senza senso alcuno – compresa quella dedicata a modo suo alla data odierna – nessuno l’ha mai saputo.