Se c’è al mondo una montagna “iconica”, nel senso più pieno e assoluto del termine, è certamente il Cervino. Chiedete a chiunque di farvi il nome di una vetta famosa e tanti probabilmente vi diranno «Cervino» – o «Matterhorn», se stranieri; chiedete a un bambino di disegnare una montagna e lui quasi di sicuro vi tratteggerà una sagoma che vi ricorderà subito il Cervino.
Ma dietro la mera e seppur suggestiva immagine da cartolina e la simbologia ormai brandizzata in un tamburellante marketing che ha fatto della montagna il marchio dei prodotti più vari e assortiti – oltre che, a volte, più assurdi – il Cervino porta con sé storie antiche e bellissime che si possono dipanare in innumerevoli narrazioni affascinanti, custodite in piccoli/grandi “forzieri” della memoria secolare che le genti che abitano da secoli i territori attorno alla montagna, in particolare la conca del Breuil ove oggi sorge la rinomatissima località di Cervinia, hanno affidato alla montagna stessa e certificato con un nome, un toponimo, indicato nei documenti storici e sulle mappe. Per questo il Cervino è una montagna i cui numerosi toponimi – già, perché è unica anche nell’avere molti nomi come forse nessun altra montagna al mondo! – ci raccontano tantissime cose, sovente sorprendenti, a partire dal fatto che il suo nome non c’entra nulla con i nobili e imponenti animali pur così diffusi nelle Alpi, i cervi, come invece molti credono!
In realtà, le storie che ci narrano i tanti nomi del Cervino sono ben più affascinanti, divertenti e in grado di svelare fatti e vicende che difficilmente si potrebbero immaginare. Ve le racconterò in Breuil, Cervinia, Cervino, Gran Becca: i nomi dei luoghi raccontano la loro storia, il mio intervento per le Cervino’s Tales, giovedì 23 aprile alle ore 17.00, in streaming sulla pagina facebook del Consorzio Cervinia-Valtournenche Ski Paradise.
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Segnatevi l’appuntamento, e non mancate! Vedrete, sarà una dissertazione veramente intrigante.
P.S.: il Cervino io ce l’ho anche a casa, raffigurato da quel mirabile ritrattista alpino (e non solo) che è Stefano Lovison sull’opera che vedete nelle immagini. Giusto per affermare a mia volta l’iconicità assoluta della montagna!