La guerra (alla guerra) di Bansky

“Civilian Drone Strike”, 2017.

I più grandi crimini nel mondo non sono commessi da persone che infrangono le regole. Sono le persone che seguono gli ordini, che sganciano bombe e massacrano villaggi. Come precauzione per non commettere mai più importanti atti malvagi, è nostro dovere solenne di non fare quello che ci hanno detto, questo è l’unico modo in cui possiamo essere sicuri.

(Bansky)

Personalmente, trovo che essere contrari tout court alla guerra sia una sostanziale illogicità. Semmai, la storia dimostra che la stragrande maggioranza delle guerre scatenate dall’uomo contro altri uomini furono e sono, esse sì, illogiche: e con ciò intendo disumane, “non proprie” di una razza che si definisca “umana” anche nell’accezione etica e filosofica, oltre che “la più intelligente sul pianeta”, al punto (paradossale) da far divenire la guerra un ordine, una “regola” da seguire in caso di contenziosi tra comunità umane – ciò che sostiene Bansky nella citazione lì sopra, insomma. Le guerre, invece e proprio per quanto appena denotato, quasi sempre hanno palesato con ben poche ombre di dubbio la grande e crudele stupidità dell’uomo nonché la sua bieca ipocrisia politica – quella dei potenti i quali dettano regole che per primi non rispettano, intimano ordini che essi non eseguono e mandano al massacro milioni di individui per conto loro. Costoro sì, meriterebbero di subire un trattamento assai bellicoso.

P.S.: per saperne di più sull’opera nell’immagine, cliccate qui.

 

Dalle stalle alle stelle. La pittura è (quasi) morta, viva la Street Art!

Solo qualche anno fa, a sentir parlare di street art, a parecchia gente veniva il voltastomaco e tanta altra invocava all’istante retate di polizia e processi sommari – beh, anzi, pure di ‘sti tempi non sono pochi quelli convinti che ogni segno lasciato su un muro pubblico debba essere punito con frustate o altro del genere, facendo di tutta l’erba un fascio che, posto un tale atteggiamento, non è solo erboso ma pure altro, simbolicamente.
Ma, domenicali moralisti dell’arte (messa) a parte – quelli che “Duchamp? Certo che lo so! E’ quello che giocava nella Juve!” – oggi bisogna invece decisamente ammettere, o di più, sancire, che la street art è una delle primarie espressioni artistiche contemporanee, con una qualità e una vitalità che la pittura “classica” (in senso tecnico, tanto per dire d’un’arte ritenuta “alta” la quale, salvo rare eccezioni, è creativamente asfittica da generare inesorabili sgomenti, ormai) se le sogna…
Un po’ di esempi presi dal web in giro per il pianeta:

Questo slideshow richiede JavaScript.


Dalle stalle più infamanti alle stelle più fulgide, insomma: la via verso il podio più alto e più aureo dell’arte visiva contemporanea è ormai (meritoriamente) luminosa e ben spianata, per gli street artists. Mettete i quadri in cantina, comprate muri! E lasciateli tali, pubblici, che “l’arte non è un’attività elitaria riservata all’apprezzamento di pochi. L’arte è per tutti!” (Keith Haring)

P.S.: visto che l’Italia vanta molti ottimi e apprezzati street artists (e visto che di cose di cui vantarsi, da ‘ste parti, ve ne sono ormai meno che di dita sulle zampe dei camaleonti!) date un occhio a questa pagina di facebook oppure a quest’altra, che presentano e seguono la scena nostrana, e non solo.

Questa sera, ore 21.00: RADIO THULE #5-12/13, live in FM e streaming su RCI Radio!

Lunedì 03/12, ore 21.00, live su RCI Radio 91.8/92.1 FM e in streaming:
RADIO THULE, anno IX, puntata #5:
Arte di strada: la nuova strada per l’arte?
Ovvero: RADIO THULE ha l’onore di ospitare Roberto Ratti, direttore di Traffic Gallery, una delle più innovative e avanguardistiche gallerie d’arte in circolazione, con sede a Bergamo. Con la sua preziosa guida andremo alla scoperta di una delle discipline artistiche indubbiamente più vive e frementi, oggi, sempre più affrancata dall’originario alone di illegalità che l’ha contraddistinta ma pure in grado di distinguersi con merito dal panorama artistico più mainstream: la street art. Perché, forse, l’arte contemporanea più autentica è fuori dai musei, dalle grandi istituzioni mecenatistiche, dal mercato milionario; viene invece dal basso, dalle strade, è concretamente pubblica, raccogliendo l’eredità di precedenti movimenti “alternativi” che hanno caratterizzato e spesso scosso il Novecento e in tal modo generando ancora in sé quella forza rivoluzionaria che da sempre l’arte deve possedere, per essere veramente tale. In fondo, come scrisse Andrej Arsen’evič Tarkovskij, “L’arte si rivolge a tutti nella speranza di essere, prima di tutto, sentita, di suscitare uno sconvolgimento emotivo.” Senza di ciò, probabilmente l’arte e gli artisti sono solo fakes

Per ascoltare RADIO THULE in streaming dal tuo pc clicca QUI, oppure QUI per lo streaming in HD. E dal giorno successivo, qua sul blog, il podcast della puntata! Quindi, in un modo o nell’altro: save the date e stay tuned!