Poco più tardi un fiorentino dalla barba rossiccia, Dante, descriverà l’inferno in un poema.
L’inferno di Dante è costruito ad anfiteatro e scende a cerchi, sempre più in basso. L’inferno di Dante è affollato esclusivamente di italiani.
Oltre a questi vi sono alcuni antichi romani. Non bastava il posto per altri popoli.
Questo inferno raffigura la litigiosa Italia. Le città sono disposte in cerchio, i cittadini leticano e nell’eterna oscurità si fanno gesti osceni.
(Viktor Šklovskij, Marco Polo, traduzione di Maria Olsufieva, Quodlibet, 2015, p. 209. Citato da Paolo Noriqui.
Per la cronaca, “leticare” è una variante toscana di litigare. Se invece cliccate qui potete leggere altri post che ho dedicato alle sagacissime illuminazioni di Šklovskij.)
C’è un architetto di Lima, in Perù, Karina Puente, che sta portando avanti un progetto artistico-letterario piuttosto ambizioso, soprattutto in senso “visionario”: realizzare delle illustrazioni per ciascuna delle 55 città descritte da Italo Calvino nel suo capolavoro Le Città invisibili.
Maurilia
Dice Puente (traggo le sue parole da qui): “Ogni disegno scaturisce da un processo concettuale e alcune richiedono più tempo di altre. […] Non sono semplici disegni, utilizzo diversi tipi di carta e disegno su ciascuno di essi prima di ritagliarli col taglierino. Ogni illustrazione è composta da diversi strati di carta ritagliati e incollati.”
Zirma
C’è la suggestione di illustrazioni certamente intriganti per nella loro apparente semplicità (ma può essere realmente semplice ciò che si prefigga di rendere “visibile” un romanzo così fuori dagli schemi?), insomma, e ancor più c’è la conferma di come Le Città invisibili sia uno dei libri più affascinanti, magnetici e ispiranti della letteratura moderno-contemporanea, una creazione letteraria e culturale fuori dallo spazio – come effettivamente lo sono, le 55 città descritte – tanto quanto dal tempo nonché, ancora oggi, da qualsiasi ordinarietà. Doti proprie di un autentico capolavoro, senza dubbio, che non smetterà di suggestionare innumerevoli future generazioni: perché in fondo, anche se Karina Puente ci offre una (sua) visione delle 55 città calviniane, la loro verità continua a sfuggire a chiunque.
Fedora
Cliccate sulle immagini per visitare il sito web del progetto di Karina Puente.