L’insicurezza degli artisti

Credo che gli artisti tendano a parlare troppo del proprio lavoro dimostrando, così facendo, insicurezza nei confronti della propria opera, come se non parlasse abbastanza per loro già questa.

(Tom Verlaine intervistato da Davide Sapienza in Attraverso le Terre del Suono, Edizioni Underground?, 2019, pagg.142-143.)

Questa affermazione di Tom Verlaine – raccolta dal leggendario geopoeta rock Sapienza – me ne fa venire in mente un’altra, simile nella sostanza, di scrittore Patrik Ouředník – ne parlai tempo fa qui – il quale sostiene che i libri dovrebbero essere pubblicati senza il nome dell’autore sulla copertina ma con solo una sigla, come fosse una “targa”, così che l’editore e solo lui possa conoscere chi ne sia l’autore e corrispondergli i soldi in banca nonché, soprattutto, perché i libri possano vivere di vita propria e non di quella riflessa dalla notorietà più o meno (ma quasi sempre più) mediatica dei loro autori. I quali spesso si dimenticano che quelli “famosi” e conseguentemente celebrati devono essere i libri che hanno scritto, non loro, perché se invece così accade – e accade quasi sempre, nell’editoria mainstream contemporanea – c’è qualcosa che non va affatto bene. In primis in loro stessi e nella loro effettiva “solidità” autorale letteraria, ecco.

Davide Sapienza, “Attraverso le Terre del Suono”

La definizione “paesaggio sonoro” la si sente usare spesso, negli ultimi tempi, essendo diventata identificante (seppur in modi diversi) per un elemento fondamentale della dimensione spaziotemporale nella quale tutti viviamo, per questo nostro mondo fatto di territori e geografie fisiche ovvero materiali ma pure di componenti immateriali, tra le quali vi è senza dubbio il suono. Ogni luogo, col suo paesaggio, ha un proprio suono peculiare, formato a sua volta da varie componenti acustiche e armoniche naturali, che contribuisce a identificarne l’identità e a generare il particolare Genius Loci. Ma, volendo fare un passo indietro rispetto a queste considerazioni, lo stesso concetto di “paesaggio” è di natura immateriale e prettamente culturale, direttamente riferibile all’intelletto e allo spirito umani: siamo noi che per un dato territorio “concepiamo” e determiniamo un paesaggio, facendolo poi diventare l’immagine concreta e la definizione fisica di quel territorio. In pratica, il paesaggio nasce dentro di noi, è in noi, e dunque in noi non poteva che nascere anche il suono per esso: la musica. Che nel suo sviluppo artistico lungo la storia, parallelo a quello della cultura umana, è divenuta più volte rappresentazione ed espressione diretta non solo del paesaggio interiore degli uomini ma anche di quello esteriore, in una relazione ineluttabile che ha compendiato matrici estetiche e razionali con matrici spirituali e istintive, passionali, viscerali, a volte primitive – ma come “primitivo” in senso ontologico è il territorio, la terra (elemento, spazio, habitat, dimensione) sulla quale l’uomo si è sviluppato insieme a tutte le altre creature viventi.
E cos’è che nelle arti musicali rappresenta la parte e l’espressione più istintiva, viscerale, passionale, anche selvaggia, se non il rock? Dunque, posto tutto ciò, chi può esplorare un paesaggio sonoro come quello del rock se non un esploratore di paesaggi autentici, di geografie, di narrazioni, di armonie e di poiesis, la cui forma primigenia è proprio quella offerta dalla Natura? Un geopoeta, in buona sostanza: Davide Sapienza. Attraverso le Terre del Suono (Edizioni Underground?, 2019) è il diario delle sue esplorazioni nei paesaggi sonori della musica e in particolare di quella rock, come già rimarcato, che egli ha compiuto come prima forma professionalmente compiuta (come lavoro, insomma) di “cammino” nel mondo, avendo esercitato per lungo tempo l’attività di giornalista, critico, scrittore e curatore editoriale di opere letterarie in ambito musicale, promoter e label manager sul mercato italiano (principalmente, ma non solo) per numerosi musicisti, band, artisti nonché di guida e luminare per un ampio settore della produzione musicale []

(Leggete la recensione completa di Attraverso le Terre del Suono cliccando sulla copertina del libro lì sopra, oppure visitate la pagina del blog dedicata alle recensioni librarie. Buona lettura!)

Consigli di lettura

Marco Grompi, che ho la fortuna di conoscere personalmente, è uno dei massimi esperti di musica rock italiani, soprattutto di quella produzione musicale che, tra i Sessanta e gli Ottanta (ma non solo), ha evoluto le forme originarie del genere e formato il rock contemporaneo – ed è pure un raffinato musicista, in primis coi suoi Rusties.

Per questo, innanzi tutto, non posso che consigliarvi il suo ultimo libro (in verità uscito già da un paio di mesi) dedicato a uno dei pilastri della storia del rock: David Crosby, ultimo eroe dell’era dell’Acquario, 400 dense pagine nelle quali del musicista americano c’è forse tutto quello che si debba sapere.

Dotato di voce, ego, talento e un amore per la libertà smisurati, David Crosby (classe 1941) ha condotto una vita intensissima, estrema, spesso spericolata. Nel corso degli anni, è stato testimone e protagonista di molti eventi chiave della storia del rock, nonché fondatore di gruppi come i Byrds e CSN&Y.
Per evidenti motivi anagrafici (peraltro a fronte di un’anamnesi medico-clinica che ha dell’incredibile) David Crosby è uno degli ultimi eroi dell’Era dell’Acquario ancora in circolazione.
In questo libro si racconta David Crosby in maniera globale, includendo non solo la musica ma anche la sua essenza più visionaria e la sua poesia. L’approfondimento della sua visione e idea di musica, vita e politica, si ricava grazie alle diverse interviste rilasciate durante una lunga carriera e riportate in questo volume; alcune inedite e raccolte dall’autore stesso.
L’appendice conclusiva contiene una dettagliata discografia e filmografia, oltre a un’ampia bibliografia; il libro inoltre gode della prestigiosa prefazione di Luca De Gennaro.

Un volume fondamentale, insomma, per tutti gli appassionati di storia della musica rock ma anche, mi viene da credere, per i cultori e gli studiosi di un’epoca di valore culturale tout court fondamentale per il tempo presente.

“Attraverso le Terre del Suono”, Davide Sapienza e Marco Grompi a Carenno, sabato 6 luglio

La musica è un viaggio, si dice, e lo è anche la letteratura. Ma se di solito si pensa che il senso del viaggio stia nella meta che intende raggiungere, in verità il valore autentico del viaggiare sta in chi compie il viaggio: e se i viaggiatori sono di gran valore e prestigio, non può che uscirne un itinerario emozionante e unico attraverso territori di rara bellezza.

È ciò che accadrà sabato 6 luglio prossimo a Carenno, nell’ambito della rassegna “Una Montagna di Eventi 2019” organizzata dalla Pro Loco, con ATTRAVERSO LE TERRE DEL SUONO, un viaggio di parole e musica nella cultura del rock accompagnati da due viaggiatori di grande prestigio: Davide Sapienza, scrittore, geopoeta, autore di reportage, traduttore, uno dei più rinomati narratori italiani di territori e geografie, e Marco Grompi, musicista, storico del rock, promotore culturale, consulente discografico, autore di numerose pubblicazioni di ambito rock, fondatore e leader dei Rusties.

Le Terre Del Suono sono la geografia di tutte le persone che nella musica hanno trovato ispirazione quotidiana, forza interiore, capacità di restare fedeli alle proprie percezioni e di emozionarsi. Sapienza e Grompi, che lavorano insieme da un quarto di secolo per e con la musica, hanno deciso di farsi un regalo. Un loro “show”, dedicato al potere della musica, rivoluzionario, spirituale, profondo, concreto. Insieme hanno dato “pagine” a Neil Young (tre i volumi realizzati insieme e tra di essi, l’unica raccolta ufficiale approvata dal cantautore canadese di testi e traduzioni, oltre alle due autobiografie tradotte per Feltrinelli) e da qui era partita la loro unione artistica. Per Davide, scrittore geopoeta, impegnato nelle poetiche distese “della percezione” oltre che geografiche (come spiega il suo ultimo libro Il geopoeta. Avventure nelle terre della percezione) e per Marco, musicista e autore di libri rock, questa lunga amicizia intessuta del linguaggio sonoro, più che parlato, è una narrazione da condividere. Così nasce la performance ispirata a un capitolo del libro di Sapienza, a sua volta ispirato da una giornata dedicata proprio a Neil Young da Grompi, molto tempo fa.

Dedicato alla musica e alle geografie possibili, da quelle naturali, fatte di orizzonti e non confini, che diventano per noi umani quelle culturali. Questo è il viaggio di ATTRAVERSO LE TERRE DEL SUONO: Marco e Davide sul palco ma tutti insieme sul grande sentiero interstellare della musica. È la cultura rock dei due personaggi ad averli stimolati fin dall’infanzia, un filtro che ha definito il loro immaginario autoriale e giornalistico, senza preclusioni, fondato sulla condivisione di emozioni, percezioni, rivoluzioni interiori, conducendo per trent’anni ognuno a definire un proprio originale percorso di vita: come cantò John Lennon, immaginare che non esistano confini è facile, basta provarci.

Anche il contesto – e meta del momento – per il viaggio di ATTRAVERSO LE TERRE DEL SUONO sarà assai particolare: i prati accanto all’Oratorio di San Domenico, affascinante luogo sacro circondato dai boschi e dai monti, all’ora dell’imbrunire ovvero dalle 21.00, in un equilibrio di armonie musicali, letterarie, naturali e ambientali che renderà l’evento qualcosa di indimenticabile – e indimenticabilmente rock!

Segnatevi l’appuntamento, dunque, che ci si vede lì! Non mancate!