I vetri rotti della Val di Mello

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Ogni tanto la cito, la cosiddetta «Teoria delle finestre rotte»: dice, in breve, che se i vetri delle finestre d’un palazzo restano intatti, a nessuno verrà in mente di romperne qualcuno; se invece viene rotto anche un solo vetro, in breve tempo verranno rotti anche gli altri e ciò accadrà pure nel resto del quartiere in cui si trova quel palazzo. È (anche) una teoria sull’ordinarietà delle cose e su come le persone possono intendere tale “ordinarietà”, la quale è sempre lo stato della realtà al momento della sua percezione condivisa, a prescindere da eventuali norme che la possano regolare. Così, se in una via pubblica pulita qualcuno getta il mozzicone di una sigaretta, qualcun altro intenderà (più o meno consapevolmente) un gesto del genere come una cosa “normale”, naturale. «L’ha fatto lui, perché non devo farlo io?» Lo farà a sua volta, un terzo lo osserverà, ripeterà il gesto e così via. Che ciò sia giusto o sbagliato è un dettaglio che scivola in secondo piano, ben presto adombrato dal senso comune che si impone nella circostanza e che, rapidamente, perde (o dimentica) la capacità di capire cosa sia giusto e cosa sbagliato regolandosi sullo stato di fatto recepito come “normalità”, appunto.

Ecco: in Val di Mello, uno dei luoghi più belli delle Alpi, riserva naturale in regime di ZPS (Zone di Protezione Speciale) e ZSC (Zone Speciali di Conservazione), da qualche tempo si è cominciato a rompere vetri. E in un luogo del genere, attrattore di flussi turistici parecchio ingenti e spesso troppo inconsapevoli della sua importanza e fragilità a fronte di una gestione della sua integrità ambientale drammaticamente lasca (dietro la quale si intravedono mire a dir poco inquietanti, ahinoi), sta inevitabilmente accadendo che se ne stiano rompendo altri, di “vetri” – si veda lì sopra. Con il rischio che, di questo passo, il meraviglioso palazzo si trasformi in un trasandato rudere ma che di contro a tanti vada bene così, che la considerino una cosa normale, col giubilo di chi promuove (sovente nell’ombra) tali azioni e alla faccia della “riserva naturale”. Già.

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1 commento su “I vetri rotti della Val di Mello”

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