Cose ben fatte, sui monti

[Moiola (Cuneo), Lou Estela, recupero di un secou (essicatoio) risalente al 1871. Architetti Dario Castellino, Valeria Cottino, 2021; progetto presente nella mostra sotto presentata. Immagine tratta da area-arch.it, ©Fabio Oggero; cliccate qui per leggere l’articolo dal quale è tratta.]
Quando quelli come me si prendono la briga (meditata ma troppo schietta, forse più che coraggiosa) di valutare criticamente certe infrastrutture realizzate in montagna, sovente per meri scopi turistico-ricreativi, pur nella loro palese insensatezza culturale e perniciosità ambientale, molte menti leggere sovente ribattono con l’accusa che «ah, fosse per voi non si può e non si deve fare nulla, in montagna!». Un’imputazione quanto mai superficiale perché preconcetta, immotivata, incoerente che di contro denota la carenza di giustificazioni ragionevoli e la scarsa consapevolezza culturale di costoro nei riguardi di ciò che sostengono. Giammai ad essi sorge il dubbio che, se si mettono in evidenza certe insensate brutture che si realizzano sui nostri monti, è perché la cosa è tanto palese e perché d’altro canto le cose sensate, belle e ben fatte sono così in armonia con i luoghi ove vengono realizzate che suscitano molta meno attenzione. In effetti da questo punto di vista è una deprecabile colpa di quelli come me, quella di non mettere in consona evidenza le cose ben fatte, almeno in modo paritetico alla denuncia di quelle malfatte e anche per rendere ancora più opinabili queste seconde. Bisogna rimediare e personalmente mi impegnerò a tale scopo, senza dubbio (ma ci sarebbe molto più da dire, al riguardo: magari lo farò, prossimamente).

A tal proposito, per fortuna in queste settimane ci viene in aiuto una bella mostra allestita al Centro Saint-Bénin di Aosta: Architetture contemporanee sulle Alpi occidentali italiane, proposta dalla Fondazione Courmayeur Mont Blanc con l’Ordine Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Valle d’Aosta e realizzata dal Centro di Ricerca «Istituto di Architettura montana» del Politecnico di Torino.

L’esposizione, a cura di Antonio De Rossi e Roberto Dini, presenta le tavole progettuali di più di cinquanta edifici realizzati nei territori montani di Valle d’Aosta e Piemonte. Si tratta di opere in cui la qualità dell’organizzazione dello spazio si intreccia ai processi di sviluppo locale e alla diffusione di pratiche abitative innovative. I progetti illustrati mostrano come, innanzi tutto in Valle d’Aosta ma a segnalare una tendenza in atto un po’ ovunque sulle montagne italiane, si stia sviluppando una metamorfosi culturale in cui l’architettura e la pianificazione del paesaggio tornano a giocare un ruolo strategico per una nuova abitabilità del territorio montano. Una trasformazione che vede sia i progettisti uscire dalla dimensione della mera autorialità per farsi traduttori di istanze complesse da costruire collettivamente, sia le comunità e le committenze riscoprire l’importanza del progetto di qualità.

La mostra, la cui visita è da me caldamente consigliata per chiunque sia curioso di capire meglio il presente e soprattutto il futuro delle nostre montagne, è a ingresso gratuito e sarà aperta al pubblico fino al 13 febbraio 2022. Orario di apertura: martedì-domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Cliccate sull’immagine della locandina lì sopra per avere maggiori informazioni sulla mostra e su come visitarla.

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