Ritengo che non ci sia libertà politica senza libertà intellettuale. La libertà non può essere delegata, tanto più alle esigenze del potere, quali esse siano. Quando si lascia il potere decidere dove comincia la libertà dell’uno e dove si ferma quella dell’altro, si è quasi sicuri che le decisioni verranno prese a scapito di chi, di libertà, ne ha già poca. “Ciò che conta” diceva ottimamente Boris Vian, “non è la felicità di tutti, è la felicità di ognuno”. Idem per la libertà. Per quanto mi riguarda, misuro il valore di una società sulle possibilità che offre a ciascuno di essere libero, a partire dal momento in cui non si muore più di fame o di freddo. Dire, senza precisazioni, che siamo “liberi” nelle nostre società di democrazia liberale è una semplificazione molto vicina a una menzogna. Quel che si può dire è che molti individui, ma non certo tutti, anzi, hanno maggiori opportunità di essere liberi nelle nostre società occidentali che in altre. Non è poco, ma non basta per atteggiarsi a coscienza morale ed esemplare davanti al resto del mondo.
(Björn Larsson, Bisogno di libertà, Iperborea, Milano, 2007, pag.206.)