Proprio gli Usa, ad esempio: nella loro forma istituzionale contemporanea ci hanno portato sulla Luna e hanno “inventato” internet, ma quante guerre sporche e quante azioni politiche deprecabili hanno messo in atto nel frattempo?
Oppure le religioni monoteiste, appunto, cattolicesimo in primis, la cui storia, a fronte di innegabili opere di bene, presenta una lista di misfatti che all’inferno così lunga e articolata se la sognano!
Se dovessimo utilizzare il classico metodo della bilancia, ponendo su un piatto le cose buone e sull’altro quelle cattive, temo che buona parte delle istituzioni umane avrebbe la sorte segnata, e sarebbe giustissimo che ciò avvenisse. Di contro, io credo, più ancora che l’iconoclastia fanno sempre molto bene alla causa della giustizia la conoscenza e la consapevolezza, gli strumenti che l’intelligenza, la memoria e la coscienza umane hanno a disposizione per giudicare, capire, reagire, accettare o rifiutare e adeguare la relazione di ciascuno con quelle istituzioni.
Non sono gli eroismi, le santità, le venerabilità e i prestigi di sorta che racchiudono la realtà dei fatti, rappresentandone quasi sempre un’iperbole distorsiva creata ad arte, ma l’equilibrio della verità oggettiva e obiettiva che non può ammettere estremismi celebrativi oppure denigratori, a loro volta iperboli irrazionali e devianti. Un equilibro che è pure la condizione migliore grazie alla quale praticare la libertà di pensiero e d’azione, quella che ogni individuo dovrebbe saper esercitare e che spesso proprio certe simbologie iconiche, ovvero il modo con il quale sono state narrate e imposte, hanno contribuito – a volte pur indirettamente – a impedire.
Ci sono state varie ondate di iconoclastia nella storia contro diversi simboli, ma la conoscenza e l'(auto-)educazione rimangono le armi più potenti per decolonizzare e (ri-)costruire. Le parole in neretto mettono in risalto dei bei punti. 🙂
Grazie per il tuo apprezzamento, Marianna. 🙂
L’iconoclastia a volte è necessaria, lo è stata in passato e lo sarà ancora, in futuro, ma solo (e da sempre) come reazione attiva costruttiva seppur radicale o, meglio, radicalmente costruttiva e culturalmente consapevole. Altrimenti è un atto di mera distruzione fine a se stesso e quasi sempre dannoso per la causa che dice di sostenere. Vedremo come andrà, questa volta, se e quanto la sua energia si dimostrerà positivamente vitale e non nefasta.
Grazie ancora! 😉