
Stando lì fermi ad ascoltarne il suono e le sue numerose modulazioni variabili in base alla morfologia del terreno o alla vegetazione presente, commentavamo su come molte persone che frequentano i luoghi naturali e innanzi tutto le montagne abbiamo invece perso la capacità, e forse pure la facoltà, di ascoltare questi suoni naturali e di comprenderne l’importanza, piuttosto a volte restandone persino infastiditi.
Sono osservazioni alquanto obiettive, purtroppo, che denotano la necessità ormai urgente di rialfabetizzare numerose persone alla frequentazione consapevole dell’ambiente naturale – viste anche certe fenomenologie degradanti come quelle che scaturiscono dal turismo di massa. Tuttavia, è anche vero che in molti casi le persone che si trovano nei luoghi naturali non possono percepire e ascoltare il suono del vento (e altri suoni naturali) semplicemente perché non si sentono in quanto totalmente coperti dai rumori antropici: il vociare troppo strepitante di certe folle turistiche, la musica ad alto volume diffusa in molti punti di ristoro, il rumore del traffico automobilistico (si pensi a certi passi alpini e/o dolomitici) o da quello emanato da certe attrazioni turistiche, eccetera.
Come si possono educare le persone all’ascolto e alla comprensione dei suoni della Natura (e di ogni altra manifestazione della sua vitalità) se si inquina e degrada la dimensione acustica dei luoghi naturali che invece legano la loro bellezza e il fascino conseguente anche al proprio paesaggio sonoro? Come ci si può sentire bene, ad esempio, in certi “non rifugi” di montagna sulle cui terrazze si pranza con il sottofondo martellante di un dj set o con lo strepitio maleducato di molti avventori del tutto incuranti e strafottenti del luogo nel quale si trovano?
Un consiglio banalissimo (sia chiaro, non ho alcun titolo per poter dare consigli a chicchessia ma in fondo questo non lo è nemmeno è soltanto l’attestazione del più ordinario buon senso): state lontani da certi posti iper turistici e super rumorosi e andate invece dove si possano realmente sentire e ascoltare il luogo in cui vi trovate e i suoni del suo ambiente naturale. In fondo è anche un modo per sentirvi veramente in vacanza – nel senso di vacanti, cioè realmente assenti e lontani dalla realtà ordinaria quotidiana con tutti i suoi fastidiosi rumori piuttosto che in posti i quali in tutto e per tutto – inquinamento acustico compreso – assomigliano alle città dalle quali ve ne siete andati!









