A Madesimo c’è una buona notizia, e una forse meno buona

Ho scritto tante volte qui e altrove del Lago di Motta, meglio conosciuto come Lago Azzurro, uno degli specchi d’acqua naturali più belli delle Alpi lombarde, da qualche stagione “scomparso” – cioè svuotato delle sue acque – in forza dei periodi di scarse precipitazioni nevose e piovose. Be’, c‘è una buona notizia per i suoi tanti estimatori: è ricomparso, bello pieno, presumibilmente grazie alle recenti e intense piogge. Speriamo che resti così a lungo, al netto delle sue variazioni stagionali ordinarie: l’evidenza che il lago sia così dipendente dalle precipitazioni, che i cambiamenti climatici in corso rendono sempre più irregolari sia in quantità che in periodicità, non risolve la preoccupazione per la sua sussistenza ma, appunto, c’è da augurarsi che le cose per il Lago Azzurro si rimettano al meglio.

Di contro, c’è un’altra notizia che concerne la zona, forse meno buona: è ormai quasi pronto il nuovo grande bacino di raccolta delle acque per l’alimentazione dell’impianto di innevamento programmato delle piste da sci di Madesimo. Ecco, in tal caso – al netto dell’assenso o del dissenso verso un’opera del genere – bisogna vivamente sperare che tale bacino non vada a drenare eccessivamente le risorse idriche del territorio (in un articolo del 2021 si legge che «L’acqua sarà prelevata dal torrente Groppera senza modifiche rispetto al prelievo attuale. Andrà ad alimentare un bacino da 45 mila metri cubi»), compromettendo la salute dei corsi d’acqua e magari quella dei bacini lacustri naturali della zona, proprio in considerazione delle mutate condizioni climatiche, dunque inesorabilmente pregiudicando pure la bellezza e il valore ambientale del paesaggio locale.

Purtroppo, il futuro delle nostre montagne è spesso troppo legato a mere speranze più che a solide certezze, visioni programmatiche, idee virtuose, resilienze necessarie. È un altro macro-tema sul quale ci sarebbe moltissimo da lavorare, e con urgenza.

Se il Lago Azzurro resta ancora un “fantasma”

Ogni volta che torno in zona Madesimo, nell’alta Valle Spluga (e lo faccio di frequente per come sia alquanto legato a questo territorio, nel quale ci ho passato le mie estati dagli zero anni fino a oltre la maggiore età), vado a visitare il Lago Azzurro di Motta, un luogo profondamente identitario per la valle e, posto quanto ho appena affermato, per lo scrivente. La facevo prima, per ammirarne la delicata bellezza, lo faccio ancor più ora, nella speranza che la sua bellezza sia rinata ovvero che sia tornata l’acqua nel suo bacino. Dunque l’ho fatto la scorsa domenica, 7 maggio:

Purtroppo, come vedete, la speranza è nuovamente risultata vana. Il lago è vuoto.

Fino a qualche tempo fa il periodo primaverile era quello nel quale, dopo il naturale svuotamento invernale, il lago tornava a riempirsi d’acqua in forza dello scioglimento della neve, degli apporti idrici sotterranei e delle precipitazioni stagionali. Quest’anno, come lo scorso, di neve ne è venuta talmente poca che il suo scioglimento riesce a malapena a inzuppare il fondo del bacino (che di questo passo a breve diventerà un bel prato verde) e nemmeno la pioggia, da mesi altrettanto scarsa, può sopperire alla mancanza d’acqua.

Non resta che mantenere “artificialmente” in vita la speranza di veder rinascere il Lago Azzurro, ovvero augurandosi con un ottimismo da Guinness dei Primati che la normalità idrologica storica della zona possa ripristinarsi presto. Purtroppo, non si sa bene in che modo potrà avvenire se non con copiose nevicate invernali e abbondanti piogge primaverili. È questo che inquieta maggiormente, questa incertezza in ciò che per lungo tempo è stato normale e oggi viene da temere che non lo sia più. Ma, spero, appunto, che la storia del meraviglioso Lago Azzurro non debba finire così.

P.S.: qui trovate il resoconto di altre mie precedenti visite al Lago Azzurro. Qui sotto invece vedete com’era fino a qualche anno fa; l’immagine è tratta da paesidivaltellina.it:

Un’altra beffa, forse, per il Lago Azzurro

Sopra Madesimo, a meno di un km dal celeberrimo Lago Azzurro di Motta della cui angosciante assenza di acqua vi ho (ri)parlato giusto di recente, stanno costruendo un nuovo bacino di accumulo idrico a servizio dell’innevamento artificiale delle piste da sci della località valchiavennasca.

Non lo denoto per avviare qualsivoglia polemica al riguardo: è un dato di fatto – tanto o poco opinabile – che lo sci su pista oggi può sopravvivere, salvo annate particolarmente fortunate ma sempre più rare, solo grazie alla neve artificiale, e in tale ottica non mi sorprende di vedere la costruzione di quel nuovo bacino. D’altro canto, anche solo ad un mero sguardo “turistico” della realtà in loco, sorge inevitabile il contrasto tra la visione di un bacino lacustre naturale che sempre più spesso si svuota in forza dell’assenza di apporti idrici dati dallo scioglimento della neve e da risorse ipogee, dunque quale conseguenza indotta anche dai cambiamenti climatici, e quello che sarà un invaso artificiale che facilmente si potrà ammirare ben colmo di acqua, pena la sua sostanziale inutilità.

Certo l’industria dello sci contemporanea si fa sempre meno scrupoli, rispetto agli ambienti naturali entro i quali genera la propria attività – d’altro canto assai spalleggiata da buona parte della politica locale – nell’operare al fine di protrarre il più possibile in avanti la propria agonia, già inesorabilmente segnata dai cambiamenti climatici in atto. La potrei anche ammettere (senza comprenderla) questa sua posizione, dal punto di vista meramente imprenditoriale, ma di contro – vista la situazione nella quale ci troviamo, appunto – non è più ammissibile che si realizzino infrastrutturazioni in ambiente a scopo turistico che non presentino caratteristiche di ecosostenibilità assolute, sia a livello ecologico (soprattutto per quanto riguarda il consumo delle risorse naturali dei territori in questione) che energetico, economico, paesaggistico, eccetera.

Non so se i lavori in corso a Madesimo – località alla quale sono molto legato, avendoci passato le mie estati dagli zero ai vent’anni e non solo quelle – rispettino tale necessità: me lo auguro, non nutro pregiudizi e comunque mi interesserò al riguardo. Fatto sta che la possibile visione futura di un Lago Azzurro vuoto d’acqua (come si è presentato per quasi tutto l’anno in corso) e a pochi minuti a piedi di un bacino per la neve artificiale viceversa pieno sarebbe tanto sconsolante quanto emblematica circa il futuro delle nostre montagne nonché, per molti versi, di noi tutti.

N.B.: le foto a corredo del post le ho scattate a fine agosto scorso.

Date un occhio a questi bacini per la neve artificiale, a Madonna di Campiglio

Qualche giorno fa, girovagando sul web, mi sono imbattuto nel sottostante articolo, nel quale si riferisce di due nuovi bacini artificiali per l’innevamento artificiale delle piste realizzati dalla società di gestione del comprensorio sciistico di Madonna di Campiglio-Pinzolo (provincia di Trento), e se ne parla bene.


Nell’articolo (cliccate qui sopra per leggere in originale) si scrive che: «Indubbiamente qualche impatto c’è stato, soprattutto nella fase di realizzazione, ma bisogna riconoscere che c’è stato un notevole impegno per il loro inserimento nel contesto naturale. A contenere l’impatto ambientale è stata anche la quota non troppo elevata, al di sotto dei 1.900 m, entro la zona fitoclimatica del Picetum, dove le “cicatrici” inferte dall’uomo sull’ambiente naturale si rinaturalizzano con maggiore facilità. Entrambi sono diventati meta di piacevoli passeggiate e di piacevoli tuffi rinfrescanti, oltre a costituire importanti riserve idriche ad esempio per lo spegnimento di incendi boschivi. Il loro riempimento, nel corso della primavera, è garantito per caduta dallo scioglimento delle nevi. Complessivamente costituiscono una preziosa riserva di acqua in quota.»

Vi chiedo, senza alcuna tendenziosità e al netto dell’eventuale partigianeria dell’articolista: che ne pensate? Vi sembra effettivamente un intervento ben fatto e accettabile? Oppure trovate che nuovamente si stia cercando solo di giustificare l’ingiustificabile?

Fatemi sapere la vostra opinione!