Odessa, prima di questa guerra

Quando scoppiano le guerre e le armi distruggono territori, luoghi e vite umane, a volte, ancor più delle immagini delle distruzioni che gli organi di informazione diffondono, desta impressione ritornare alla realtà precedente la guerra, a quando quei territori vivevano in pace ovvero senza un rischio bellico imminente e magari, oltre a essere luoghi poco o tanto suggestivi, piacevoli, affascinanti, erano in certi casi pure delle rinomate mete turistiche internazionali verso le quali, forse, qualcuno di voi ha già viaggiato o pensava di viaggiare in futuro. E anche più delle immagini, se possibile, suscita una certa impressione leggere di cosa quei luoghi offrono – uso ancora il tempo presente e non il passato “offrivano”, sperando di non doverlo utilizzare mai.

Odessa, ad esempio, città che s’aspetta un attacco russo sempre più incombente:

[Montaggio fotografico di Natanaval, Haidamac, Posterrr, Brizhnichenko, J budissin, Alex Levitsky & Dmitry Shamatazhi, opere proprie, CC BY-SA 4.0, fonte: commons.wikimedia.org.]

Potresti pensare che sia difficile competere con i luoghi antichi e la cultura urbana di Kiev, o rivaleggiare con il fascino della Mitteleuropa di Leopoli, ma Odessa, la terza città più grande dell’Ucraina e porto cosmopolita del Mar Nero, sta recuperando terreno. La sua serie di spiagge rende Odessa la destinazione estiva numero uno del paese, mentre la fiorente scena gastronomica offre un’intrigante fusione di influenze regionali.
Odessa è una città che sembra scaturire direttamente dalla letteratura: una città in piena espansione energica e al contempo decadente. Grattando sotto la superficie, ci sono un sacco di storie dietro ogni angolo in questa città edonistica fondata nella steppa da Caterina la Grande. L’eredità del “porto franco” di Odessa del XIX secolo, con i molti immigrati europei e una fiorente comunità ebraica, è ancora presente nelle strade di ciottoli intitolate a celebri scrittori russi, dietro le facciate color pastello dei palazzi neoclassici e in stile Art Nouveau, all’interno di cortili fatiscenti e nelle labirintiche catacombe. La sua famosa scalinata Potemkin scende fino al Mar Nero e al più grande porto commerciale dell’Ucraina, nel quale sbarcarono immigrati da tutta Europa che furono invitati a fare fortuna qui quando Odessa fu fondata, alla fine del 18° secolo. Questi nuovi abitanti, in particolare gli ebrei, hanno conferito alla città un carattere singolare e sovversivo.
Dopo aver resistito alle recenti tempeste politiche, Odessa è di nuovo in forte espansione: ora sostituisce la Crimea come principale destinazione delle vacanze nazionali. È un’età d’oro per le imprese locali, ma mette a dura prova le spiagge sabbiose già fin troppo affollate.

(Dalle pagine dedicate a Odessa del sito lonelyplanet.com; i testi, a quanto si legge, risalgono al 2018. Ovviamente, con «recenti tempeste politiche» si fa riferimento alla Crisi della Crimea del 2014.)

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1 commento su “Odessa, prima di questa guerra”

  1. purtroppo hai ragione. La guerra distrugge tutto vite e luoghi e nulla tornerà come prima. Le ferite rimangono e i ricordi lasciano l’amaro in bocca al pensiero come era prima

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