Navigando sul web mi sono causalmente imbattuto nelle immagini di Porto Piccolo, lussuoso resort turistico di recentissima edificazione nella baia di Sistiana vicino Duino, Trieste. Qui sopra e di seguito potete osservare qualche immagine di tale “neo-località”.
Ne ho letto un po’ in giro, al riguardo: va bene che l’intervento edilizio ha recuperato una vecchia cava di marmo abbandonata da tempo, va bene che, a quanto se ne scrive, è stato realizzato con particolare attenzione all’ecosostenibilità o che ogni punto del “borgo” è pienamente accessibile da chiunque… fatto sta che, tali doti a parte, a me pare esteticamente e paesaggisticamente terribile.
Terribile, sì.
Una compatta colata di cemento che dal bordo superiore della conca scende fino al mare, composta da edifici in finto-rustico tradizionale i quali, come purtroppo spesso accade in questi casi, più che riprendere lo stile architettonico autoctono paiono scimmiottarlo, uniti ad altri dal design di una sciattezza sconcertante, il tutto nell’intento di creare «un elegante connubio tra moderno e tradizionale in simbiosi con la natura che lo circonda» che invece a me sembra solo la creazione di un ennesimo e banalizzante nonluogo.
Per giunta proprio accanto a una riserva naturale – quella regionale delle Falesie di Duino, «il gioiello del Golfo di Trieste», come riporta il sito della riserva, accanto alle cui meravigliose scogliere di calcare vecchio di 100 milioni di anni, ricche di fenomeni carsici, ora compare un’antropica “costa” di cemento ricca invece di attualissima, sconcertante insensibilità paesaggistica.
D’altro canto è ormai risaputo che del paesaggio – quello “vero”, cioè inteso nell’accezione corretta del termine – sovente interessa poco o nulla proprio a coloro i quali dovrebbe interessare di più: ed è una “punizione”, questa, ingiustificatamente imposta al territorio italiano ormai da troppo tempo che sarebbe da eliminare al più presto, parimenti all’incuria culturale che ne è fonte.
Veramente orribile, un’altra deturpazione dello nostre povere coste. 🙋♀️
Vero… l’ennesima, purtroppo. Dimostra bene quanta poca attenzione e cura abbiamo del nostro territorio che invece, per le sue peculiarità, meriterebbe ben altro.
Ciao Giovanna! 😉
dire orribile è un apprezzamento. Assolutamente inguardabile è la vista d’occhio. Non voglio aggiungere altro
Però veramente io resto sconcertato (ingenuamente, lo ammetto) dagli amministratori che consentono questi interventi, ancor più che da chi li realizza. Ma posso immaginare interessi e tornaconti che ci stanno dietro, in perfetto itaGlian style – anche se lì saremmo in territori di tradizione austroungarica e di ben altra cultura etica…
Fingendo di fare un recupero e in nome del dio denaro tutto è possibile compreso questo scempio
Che poi mi piacerebbe capire perché sovente, in queste realizzazioni, la quantità di denaro spendibile è direttamente proporzionale alla bruttezza di ciò che viene realizzato. Ancora una volta è una questione innanzi tutto culturale, evidentemente, prima ancora che estetica, architettonica, politica o che altro.
hai perfettamente ragione Più si spendono denari, più è brutto
lo è, stesso disastro cementifero hanno fatto al porto di Nervi
Ciao Paola!
Ah, non sapevo di quest’altro intervento, grazie dell’indicazione. Vado a cercare qualche immagine, allora.