Dunque, lo preciso da subito: a mio parere Woody Allen è uno dei massimi geni comici della modernità, stand-up comedian quasi insuperabile, autore di alcuni dei testi più divertenti che abbia mai letto (li trovate tra le mie “recensioni”) e di film comici memorabili – quelli della sua prima parte di carriera cinematografica, tanto semplici nella loro natura slapstick quanto umoristicamente efficaci. Di contro, i suoi film più recenti, “commedie” nel senso più pieno del termine, li trovo spesso carini ma quasi mai irresistibili.
Posto ciò, anche questo suo A proposito di niente. Autobiografia (La Nave di Teseo, 2020, traduzione di Alberto Pezzotta; orig, Apropos of nothing, 2020), che a sua volta è tale, “autobiografica”, nel senso più pieno del termine, mi ha sorpreso non poco, in modi diversi e per certi versi opposti. Mi aspettavo un testo molto più comico-umoristico o, se così posso dire, “sceneggiato”, invece Allen ha steso una vera e propria cronaca quasi diaristica della sua vita, all’apparenza molto aperta, sincera, genuina, qui e là animata dal suo favoloso humor ma non di rado quasi seriosa e tesa. Descrive con franchezza i suoi inizi, il successo, le storie d’amore, i rapporti con i colleghi del mondo del cinema, con i critici, i media, attraverso una narrazione che fa dell’understatement e della modestia quasi esagerata, unita alla frequente e a volte sperticata lode degli attori con cui ha lavorato, le cifre fondamentali del libro […]

(Leggete la recensione completa di A proposito di niente cliccando sulla copertina del libro lì sopra, oppure visitate la pagina del blog dedicata alle recensioni librarie. Buona lettura!)