
Laddove spira più tagliente il vento, e alto si leva il mare e non lievi sono i pericoli da superare, mi sento a mio agio.
Così scrisse Nietzsche ne La gaia scienza, e io mi trovo assolutamente concorde. Sono giornate ventose, qui, e numerose come le folate, al solito arrivano le lagne di molti riguardo quanto sia fastidioso un vento così impetuoso, su come scompigli abiti e capigliature, sollevi sabbia e foglie, provochi emicranie o altro di affine, rovini il clima estivo ancorché tanto afoso, eccetera.
Invece a me il vento piace. Al netto di eventuali deprecabili danni, è manifestazione della forza vitale della Terra, vibrante energia aerea, “detersivo” che linda oppure dinamizza il cielo e il paesaggio e fa danzare le chiome pur spoglie degli alberi – anche quando è breva, come oggi, che non di rado qui porta nuvole e pioggia. Sì, anch’io come Nietzsche (mi permetto l’accostamento blasfemo) mi sento a mio agio, per nulla infastidito anzi rallegrato, compiaciuto, in moto equilibrato e armonico con le folate.
Passerà poi, questo vento, tornerà la quiete in cielo e nel paesaggio ma quell’energia, almeno in parte, la conservo cercando di farla spirare, più o meno leggera, poco o tanto vibrante, ancora nell’animo, così che gli stessi effetti benefici si possano protrarre a lungo. E fino alla prossima giornata ventosa.