Akira Toriyama

[Immagine tratta da https://multiplayer.it.]
Anche se è passato qualche giorno voglio ricordare Akira Toriyama, il grande fumettista giapponese scomparso il 1° marzo scorso, seppure la notizia è stata resa pubblica solo l’8 marzo.

I più ricorderanno Toriyama per essere l’autore di Dragon Ball; io invece lo voglio ricordare per Dr. Slump & Arale, uno dei manga e degli anime più folli e al contempo più geniali che abbia mai conosciuto (ma io dire il più folle e geniale in assoluto: di quella follia che di primo acchito può sembrare tale ma in realtà, a pensarci bene, è pura genialità), del quali mi nutrii prima da adolescente in TV, con la prima serie di cartoni animati mandati in onda in Italia negli anni Ottanta (quella successiva degli anni Duemila risultò invece parecchio edulcorata delle sue originarie bizzarrie) e poi con i manga editi da Star Comics. Al punto da poter designare Dr. Slump come formativo – a modo suo – per il sottoscritto a fianco di altre grandi ispirazioni personali: come Nietzsche, Reclus, Thoreau, D’Annunzio o Battiato oppure i Monty Python, per citarne alcune. Già.

冥福を祈るToriyama Akira!

Comunisti vs Goldrake!

Si dice spesso che la crisi sempre più profonda – al punto da farsi ormai funerea o quasi – della carta stampata venga da lontano ed è sicuramente vero, per molteplici motivi.

Certo è che un po’ “in crisi” lo erano, nella redazione de “L’Unità”, già nel 1979, come dimostra bene il trafiletto qui accanto (era il 30 dicembre, pagina 8). Forse era il periodo nel quale, ormai smascherata e quindi gioco forza accantonata la passione per la leggendaria antropopedofagìa comunista, non restava loro che accanirsi con irrefrenabile acredine (il giudizio circa “la infima qualità tecnica dell’animazione” è impagabile!) su altre cose ad essa in qualche modo concernenti, giusto per tentare di tener testa a quel diffuso luogo comune. Fatto sta che – forse oggi ne converranno, quei redattori – se “L’Unità” ha potuto continuare la sua gloriosa storia e poi assai meno gloriosamente terminarla un paio di decenni dopo la pubblicazione di quel trafiletto, è anche grazie alla preziosa opera di difesa da parte di Goldrake del pianeta Terra e dei terrestri – redattori de “L’Unità” inclusi, dunque – dai tentativi di invasione delle malvagie truppe di Vega.

Ecco.

(Grazie all’amico Cristiano Calori per l’indiretta ispirazione.)

Monkey Punch (1937-2019)

Notizia triste, accidenti.
Leggo che è morto Monkey Punch, all’anagrafe Kazuhiko Kato. È il creatore di Lupin III, da cui poi fu tratto il celeberrimo, affascinante cartone animato col quale, lo posso ben dire, sono venuto grande – e con me chissà quanti altri dai 40 in su, immagino. Aveva 81 anni ed è morto lo scorso 11 aprile, ma la notizia è stata diffusa solo oggi.

«Ciao ciao Zazzà» soleva dire Lupin fuggendo per l’ennesima volta al suo irriducibile nemico, l’ispettore Zenigata. Ciao ciao Monkey Punch! – ora tocca mestamente dire parafrasando Lupin a noi, suoi irriducibili fans.