Nessun politico come un albero

Ho visto molti gruppi di olmi imponenti che meritavano di essere rappresentati all’assemblea legislativa più degli omuncoli sotto di loro, del bar e della trattoria e dei negozi cui facevano ombra. Quando vedo le loro magnifiche chiome all’orizzonte a miglia di distanza, al di là delle valli e delle foreste che ci dividono, esse fanno pensare all’esistenza di un villaggio, di una comunità. Trovo che nella mia idea di villaggio l’olmo si è fatto più strada dell’essere umano. Hanno lo stesso valore di molte circoscrizioni elettorali. Costituiscono essi stessi una circoscrizione. Il povero rappresentante umano del suo partito, mandato fuori dalla loro ombra, non comunicherà la decima parte della dignità, dell’autentica nobiltà e ampiezza di vedute, della solidità e indipendenza e della serena benevolenza che essi comunicano. Guardano da una municipalità all’altra. Un frammento della loro corteccia vale la schiena di tutti i politici dell’Unione.

[Henry David ThoreauDiario, 16 ottobre 1857 in Ascoltare gli alberi, Garzanti, 2018, pagg.71-72.]

Se per me Thoreau ha sempre ragione, in un brano del genere ha sempre doppiamente ragione. Non c’è politico più autorevole, capace, saggio, giudizioso, onorevole di un albero. O forse qualcuno c’è anche, ma è talmente confuso nell’orrido d’intorno da non risultare visibile. Proprio come un albero circondato da una schiera di orribili palazzoni di cemento, i quali peraltro gli tolgono aria, luce, vitalità.

Henry David Thoreau, “Ascoltare gli alberi”

Io lo insegnerei nelle scuole, Henry David Thoreau. Inserirei la lettura dei suoi libri nei programmi scolastici di ogni ordine e grado, in pratica, senza dubbio alcuno.

Ecco, avrei bell’e fatta la recensione del libro del quale ora vi dovrei scrivere, qui di seguito; d’altro canto mi rendo conto che le affermazioni iniziali, che scaturiscono dalla lettura personale della gran parte dei testi editi in Italia del grande pensatore americano, sarebbero e sono valide per tutti quei testi, preziosissimo corpus filosofico-letterario che Thoreau ha regalato a tutti i suoi posteri la cui importanza non solo non perde un’oncia col passare del tempo, semmai si accresce sempre di più, anche se non soprattutto dal punto di vista filosofico, di autentica e preziosa ricerca della verità delle cose. Leggere Thoreau, a scuola in quanto primario ambito di formazione del pensiero adulto come in ogni altra circostanza e momento della vita, rappresenta sempre una pratica di arricchimento intellettuale, emozionale, spirituale nonché una via da seguire con la certezza che, con tutta probabilità (ma solo per non usare espressioni apparentemente più assolutiste seppur obiettive), sia quella giusta, ovvero una delle più giuste da seguire tra mille altre anche ben più recenti ma raramente dotate di una simile forza, di una paragonabile purezza intellettuale tanto quanto spirituale.

Tutto ciò lo si può dedurre facilmente anche affrontando Thoreau da vie certamente confluenti (o defluenti, dipende da che parte le si contempla) in quella principale citata ma apparentemente “secondarie”: Ascoltare gli alberi (Garzanti, 2018, collana “I piccoli grandi libri”, traduzione di Alba Bariffi) è una di queste, compendiando l’opera nelle sue poche ma intense pagine una raccolta di brani, tratti da vari testi, nei quali Thoreau racconta della sua relazione con gli alberi, autentici compagni di vita e di esperienze per uno come lui che ha fatto del rapporto diretto, fisico e mentale, con la Natura la condizione esistenziale primaria e ineludibile []

[Immagine tratta da libreriamo.it.]
(Potete leggere la recensione completa di Ascoltare gli alberi cliccando sulla copertina del libro lì sopra, oppure visitate la pagina del blog dedicata alle recensioni librarie. Buona lettura!)

Dopo il temporale di maggio

[Foto di Larisa Koshkina da Pixabay.]

Adesso è uscito il sole dopo il temporale di maggio. Com’è luminoso, pieno di freschezza, di tenere promesse e profumato, il mondo nuovo! Il bosco sta mettendo le foglie nuove; è una stagione memorabile. Così ricca di speranza. Queste foglie giovani hanno la bellezza dei fiori. […] Sento forse l’odore delle foglie di betulla da lontano? La maggior parte degli alberi è bellissima quando germoglia, ma soprattutto la betulla. Dopo un temporale, in questa stagione, il sole esce ad accendere le tenere foglie in crescita, e tutta la Natura è piena di luce e profumo – gli uccelli cantano senza posa – e la terra è un regno incantato. Le foglie di betulla sono così piccole che attraverso l’albero si vede il paesaggio, e sono come lustrini verdi e argentati al sole.

[Henry David Thoreau, Diario, 17 maggio 1852 in Ascoltare gli alberi, Garzanti, 2018, pagg.43-44.]

Parole scritte 171 anni fa, ma che si potrebbero scrivere oggi (certo, a essere dei Thoreau!) e avrebbero lo stesso valore, la stessa portata. Il tempo della Terra è questo: per noi umani mortali qualcosa di inconcepibile, solo che continuiamo a “concepire” di poterlo dominare e assoggettare al nostro tempo, invece di cercare con esso la più equilibrata armonia. E subendone le conseguenze spezzo tragiche, inesorabilmente.