George Orwell e la libertà

[Foto di Cassowary Colorizations – George Orwell, c. 1940, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=73550374.%5D

Se la libertà significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire.

(George Orwell, che lasciava questo mondo esattamente settant’anni fa, il 21 gennaio 1950. La citazione è tratta dalla prefazione de La fattoria degli animali, traduzione di Guido Bulla, Mondadori, Milano, 2011; 1a ed. Animal farm, 1945.)

Gli intellettuali voltagabbana

La libertà intellettuale è una tradizione profondamente radicata, senza la quale è improbabile che esisterebbe la nostra cultura specificatamente occidentale. È una tradizione alla quale molti dei nostri intellettuali stanno visibilmente voltando le spalle.

(George OrwellLibertà di stampa, in Romanzi e saggi, a cura di Guido Bulla, Mondadori, Milano, 1999; orig. The Freedom of the Press, 1945.)
Nota personale: l’intellettuale che volta le spalle non è solo quello che si venda ai potenti di turno, è pure quello che abdichi al proprio ruolo di patrocinatore della cultura e del buon senso relativo allineandosi alla squallida cacofonia imperante. Sperando così di salvaguardare quel suo presunto ruolo e il (presunto) prestigio della relativa immagine pubblica ma, in verità, diventando esso stesso squallido elemento antitetico alla cultura e alla libertà intellettuale. C’è pieno, di questi intellettuali-voltagabbana culturali, inutile rimarcarlo.