Gli “intelligenti” ignoranti (Douglas Adams dixit)

La parola “naturale”, che spesso dobbiamo utilizzare nel senso di “non strutturato”, descrive in effetti forme e processi che appaiono così impenetrabilmente complessi da renderci impossibile la percezione del lavorio di semplici leggi naturali.
Sappiamo tuttavia che la mente è capace di comprendere queste cose in tutta la loro complessità e in tutta la loro semplicità. Una palla che vola nell’aria risponde alla forza e alla direzione con la quale è stata lanciata, all’azione della gravità, all’attrito dell’aria per superare il quale deve consumare la propria energia, la turbolenza dell’aria attorno alla propria superficie e la velocità e la direzione della rotazione della palla.
E tuttavia, anche chi dovesse avere difficoltà a calcolare coscientemente il risultato di 3 x 4 x 5, non avrebbe problemi a fare un calcolo differenziale e tutta una serie di operazioni collegate con una velocità così sorprendente da riuscire effettivamente a prendere una palla al volo.
Chi lo chiama “istinto” non fa altro che dare un nome al fenomeno, senza assolutamente spiegarlo.

(Douglas Adams, Dirk Gently, agenzia investigativa olistica, Mondadori 2012, pagg.176-177. Traduzione di Andrea Buzzi)

cop_dirk-gentlyIn questo passo del grandissimo umorista inglese scomparso nel 2001 – che parrebbe tratto da un saggio scientifico ma, vi assicuro, Dirk Gently è invece da uno spassoso e sagace romanzo che riflette bene il classico stile di Adams – in questo passo, dicevo, vi è una indiretta (ma mica tanto, poi) riprova tanto semplice e ovvia quanto ineluttabile di come l’ignoranza di molta (troppa) gente non è affatto dovuta a scarsità intellettuale, dacché ogni individuo di intelletto buono ne avrebbe da vendere, al punto da saper compiere perfettamente un’azione così complicata quale è il prendere una palla al volo, come spiega perfettamente Adams. No no, l’ignoranza, intesa nell’accezione peggiore possibile e, ahimè, più diffusa, è veramente e concretamente una colpa. Grave, per giunta: quella di avere una testa pensante e decidere di non utilizzarla. Una testa capace di risolvere in pochi istanti complicati calcoli matematici eppure di contro incapace di non far compiere a molta (troppa, ribadisco) gente azioni talmente stupide, rozze, incivili, maleducate, barbare, efferate tanto da essere ignobili persino per il più feroce e selvaggio animale. Al quale, tanto, l’uomo si sentirà sempre e comunque superiore, essendosi autoproclamato essere più intelligente del pianeta. Lo sarebbe, probabilmente, se attivasse il proprio cervello non solo quando debba semplicemente prendere una palla al volo…

P.S.: e a breve, come intuirete, la recensione del romanzo in questione…

Douglas Adams, “Praticamente innocuo”

cop_praticamente_innocuoEd eccomi qui, all’ultimo capitolo della “trilogia in cinque parti” creata da Douglas Adams e universalmente nota come la serie della Guida Galattica per Autostoppisti, il titolo del primo libro che non mi stancherò mai di definire una delle più fenomenali letture che si possano affrontare, e non solo dal punto di vista prettamente umoristico…
Prima di disquisire su Praticamente innocuo (Piccola Biblioteca Oscar Mondatori, con traduzione di Laura Serra) dovrei gioco forza rimandare chi sta leggendo questo articolo ai precedenti dedicati agli altri libri della serie (e a Douglas Adams in generale); in essi si trova già la peculiarità che ne caratterizza lo sviluppo nei suoi cinque capitoli, ovvero l’andare in calando della meravigliosa, geniale, probabilmente irripetibile carica umoristica della Guida Galattica…, per fare spazio ad una costruzione narrativa più strutturata ovvero meno immediata, e a una più marcata natura surreale e, per certi versi, più classicamente fantascientifica delle vicende dei protagonisti della saga…

Leggete la recensione completa di Praticamente innocuo cliccando sulla copertina del libro lì sopra, oppure visitate la pagina del blog dedicata alle recensioni librarie. Buona lettura!

Douglas Adams, “Addio, e grazie per tutto il pesce” (Mondadori)

Quarto “capitolo” della più folle saga fantascientifica che la letteratura possa vantare (dopo la celeberrima Guida Galattica per Autostoppisti e i seguenti Ristorante al termine dell’Universo e La Vita, l’Universo e tutto quanto – guardate qui i post relativi sul blog) e per la quale lo scrivente ha eletto Douglas Adams al rango di maestro del più geniale, raffinato e irresistibile humor, Addio, e grazie per tutto il pesce (sempre Mondadori, con traduzione di Laura Serra) rappresenta in realtà una certa digressione al di fuori della incredibile rotta cosmica percorsa dalla serie, come una sorta di “parentesi” aperta dall’autore nel mezzo del bizzarro fluire degli eventi vissuti dai vari protagonisti della saga – la quale peraltro, come già rimarcato, ha la caratteristica di calmarsi lungo i capitoli successivi al primo, insuperabile come vulcanicità narrativa…

Leggete la recensione completa di Addio, e grazie per tutto il pesce cliccando sulla copertina del libro lì sopra, oppure visitate la pagina del blog dedicata alle recensioni librarie. Buona lettura!

Douglas Adams, “La Vita, l’Universo e tutto quanto”

Douglas Adams – lo affermo e sostengo convintamente, appena ne ho l’occasione – è uno dei più grandi scrittori umoristici che la letteratura terrestre possa vantare; e se l’aggettivo “umoristico” potrebbe di primo acchito ricondurre le sue opere ad una dimensione letteraria meno di pregio – diciamo così – rispetto ad altri generi, devo subito “completare” la affermazione appena sopra sostenuta rimarcando come l’umorismo di Adams – folle, surreale, montypythoniano – non è solo genialmente fulminante, ma anche e soprattutto tremendamente intelligente e, appena dietro l’inevitabile risata, profondamente arguto e sorprendentemente influenzante . Dopo la Guida Galattica per Autostoppisti, l’opera che forse più di ogni altra, nel filone umoristico contemporaneo, può essere posta sul piedistallo del “capolavoro”, mi sono ripromesso di centellinare la lettura degli altri “capitoli” della serie che dal primo citato volume ha preso il nome proprio per non sprecare troppo velocemente un tale sublime piacere letterario…

Leggete la recensione completa di La vita, l’Universo e tutto quanto cliccando sulla copertina del libro lì sopra, oppure visitate la pagina del blog dedicata alle recensioni librarie. Buona lettura!

Douglas Adams, “Ristorante al termine dell’Universo”

Ho impiegato un bel po’ di tempo, quasi un anno, per prendere in mano quello che è il seguito di quel capolavoro nel suo genere che è la Guida Galattica per Autostoppisti, del grande e mai troppo compianto Douglas Adams: in parte perchè volevo godere dell’indugio che si prova quando si ha a disposizione un qualche gran piacere e si attende a consumarlo, e in parte perchè, forse più inconsciamente che altro, temevo che – come spesso accade – il seguito di un capolavoro non è mai alla sua altezza… La Guida, lo ribadisco, è un capolavoro anche solo per quanta influenza abbia sparso ovunque, molta anche al di fuori dell’ambito letterario, oltreché per il favore e l’apprezzamento universale di cui gode; il compito di Ristorante al termine dell’Universo non è stato certo facile, accollandosi la responsabilità di stare dietro all’enorme successo del predecessore e proseguire sulla strada della serie (“una trilogia in 5 parti” come la definì ironicamente lo stesso Adams)…

Leggete la recensione completa di Ristorante al termine dell’Universo cliccando sulla copertina del libro lì sopra, oppure visitate la pagina del blog dedicata alle recensioni librarie. Buona lettura!