Leggo su Studio di un intrigante progetto di quattro fotografi finlandesi, Juuso Westerlund, Aapo Huhta, Helen Korpak e Maria Gallen-Kallela i quali, ispirati dal poema epico nazionale Kalevala, hanno attraversato la remota regione del Kainuu indagandone contemporaneità e tradizione, fissando poi tutto quanto nelle immagini fotografiche – quella lì sopra, di Aapo Huhta, fa parte della serie che potete vedere cliccando qui, ove potrete leggere anche l’articolo relativo di Valentina De Zanche.
Ho avuto la fortuna di “viverlo”, il Kainuu – la regione protagonista del progetto – come ho potuto vivere, esplorare, conoscere e, almeno un poco, comprendere un po’ tutto il territorio finlandese – paese che mi è rimasto particolarmente nel cuore e ancor più nell’animo: dal Baltico fino a oltre il Circolo Polare Artico, dalle animate città alla misteriosa tundra, da Alvar Aaalto a Santa Claus.
E’ uno luogo di ancestrale potenza naturale, selvaggio senza essere inospitale, super-geografico, emozionale ed elementale, nel quale ancora l’uomo pur dominante su tutto e la Natura devono dialogare e trovare continui accordi di reciproco interesse. Anzi, nel quale l’uomo deve “diventare” un po’ Natura e la Natura diventa parte della genetica umana. Un luogo spirituale, quasi, nel senso più
“religiosamente pagano” possibile, ove chiunque credesse di ritrovarvi il “nulla”, nelle sue vastità naturali apparentemente infinite e pressoché totalmente non antropizzate, in verità non avrebbe capito niente.
Quell’articolo di Studio mi ha fatto tornare in mente la mia appassionata esplorazione finnica, e il resoconto che ne trassi. Se lo volete leggere (in formato pdf) cliccate sulla “copertina” qui accanto. Di sicuro, leggendo quanto vi troverete raccontato, comprenderete meglio ciò che lì sopra ho scritto.
Oi maamme, Suomi, synnyinmaa, soi, sana kultainen!
