Che è questo ingombro di lineette, di puntini, di spazietti, di punti ammirativi doppi e tripli, che so io? Sto a vedere che torna alla moda la scrittura geroglifica, e i sentimenti e le idee non si vogliono più scrivere ma rappresentare; e non sapendo significare le cose colle parole, le vorremo dipingere o significare con segni, come fanno i cinesi, la cui scrittura non rappresenta le parole, ma le cose e le idee. Che altro è questo se non ritornare l’arte dello scrivere all’infanzia?
(Giacomo Leopardi, Zibaldone (Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura) 1817-1832, a cura di Giosuè Carducci e altri, Le Monnier, Firenze, 1898-1900, vol.II, p. 310.)
Che Leopardi conoscesse già i social, e leggesse come – ovvero con quali “forme” – molta gente vi scrive i propri pensieri? Be’, forse oggi non è tanto una questione di «lineette, di puntini, di spazietti», ma di punti esclamativi sì (magari scritti così: !111!1!!), non di geroglifici ma di emoticon ed emoji a manetta senza dubbio, e comunque, di sicuro, di drammatica “infantilizzazione” della scrittura, inesorabilmente derivante dall’infantilismo nel pensiero e nelle azioni palesato da molti.
Insomma, il problema permane, anche due secoli dopo.
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NADIA! Hai trent’anni e ti metti a scrivere ancora come una sbarbatella?
Grazie, per i 30 anni!!!
Ehm… perché? Sono meno?
😛
Non ti presto il “Viaggio” di Céline allora se sei così allergico ai puntini e ai punti esclamativi! 😉
Alex
😀 Ah, be’, in verità ne sono meno allergico del Leopardi, più che altro ho voluto ricontestualizzare le sue parole di 200 anni fa al modo di scrivere che molti utilizzano sui social il quale, a ben vedere, è spesso parecchio infantile, o infantilista!
Grazie, Alex! E buona vita nella Gironda! 😉