Dunque… Italia, dati ISTAT, 2016 (ultimi rilevati e disponibili): ci sono sempre meno lettori (dal 42% al 40,5% gli italiani che hanno letto almeno un libro nel corso dell’anno) ma si stampano sempre più libri (+3,7% di titoli pubblicati).
In pratica è come dire: abbiamo una nave che sta imbarcando sempre più acqua e la si sta sempre più appesantendo caricandola di merce.
Logica, anche minima, in tutto ciò: assente.
Iniziative realmente efficaci atte a incrementare il numero di lettori, piuttosto di quello dei lettori: quasi nessuna.
Risultato finale, di questo passo: sfacelo del settore.
Inevitabilità di tale ultima sorte: sempre più elevata.
Però è giusto così. Sì, voglio dire: che un paese come questo, nello stato civico e culturale in cui si trova, registrasse un aumento (evidente, mica degli zero-virgola) dei lettori, sarebbe un evento ben più sensazionale dell’avvistare esemplari di dodo sulle Alpi. Anzi, di più: sensazionale come vedere una libreria traboccante di gente lungo l’intero anno più di un centro commerciale!
Insomma: tutto nella norma, non poteva essere altrimenti. Purtroppo per tutti – anche per quei disgraziati che non leggono.
P.S.: qui potete leggere un approfondimento circa i suddetti dati ISTAT, tratto da ilLibraio.it
Ma la domanda è: come le fanno queste rilevazioni? In base all’acquisto? Perché io acquisto molto meno carta e più ebook da quando uso il Kindle e non tutti i titoli sono acquistati… insomma, non sarebbe il caso di fare un vero e proprio censimento dei lettori per avere un riscontro esatto? Sarà che quelli che conosco io leggono tutti, chi più chi meno…
Scusa, ma il titolo famiglia non l’ho messo io, il post si è autotitolato 🙂
Il post s’è autotitolato? Beh, se è così si sente bene… ben accolto, circondato da persone cordiali… come fosse in famiglia, appunto! 😀
Ciao, Nemoravi! 🙂
In effetti tanti si chiedono come tali rilevazioni statistiche vengano effettivamente determinate… di contro, almeno fino a contro-rilevazioni da altre fonti, ed essendo la fonte l’Istituto Italiano di Statistica, non si possono che prendere come vere, assumendo d’ufficio che siano pure reali.
Sicuramente, poi, questi dati, sono legati all’andamento industriale ed economico del comparti editoriale, e lì vi sono i bilanci che raccontano d’una realtà sempre più tetra.
Infine, anch’io conosco tanta gente che legge, ma temo che inevitabilmente questi nostri “campioni statistici” non siano attendibili, mentre lo sia di più, ad esempio, quello che si trova a bordo d’un convoglio della metropolitana durante un viaggio di almeno 20/25 minuti, oppure quello presente durante una passeggiata in un parco pubblico. E in tali situazioni, in effetti di gente che legge libri ne vedo ben poca, tanto da credere che quel 40% di dato di lettori di almeno un libro all’anno sia pure sovradimensionato, anche a fronte dello stato economico e finanziario di molte case editrici, appunto.
Che poi, leggevo oggi in un post su instagram che dal 2018 il Guggenheim di Bilbao si chiamerà Guggen per facilitare i visitatori che non lo sanno pronunciare… Non ti sembra una follia? Invece di abituare/stimolare le persone a imparare, a leggere, a volere di più, gli si fornisce il precotto pur di guadagnare
Ah sì? Ma se è più difficile pronunciare “smarfon” o “istagram” che “guggheneim”!
Vorrà dire che da ora ti chiamerò “Nemo”, ecco. 😀 😉