“Libro”?!?

15181504_549486021917894_1799473777006649858_nNo: la questione, stavolta, non è legata alla “solita” diatriba tra libro di carta e libro digitale, sulla quale ho nuovamente dissertato di recente.
Piuttosto, concerne direttamente il senso dell’oggetto-libro, anche solo per come esso sia emblema più immediato, democratico e accessibile di cultura. Almeno stando alle statistiche riguardanti la diffusione della lettura, sempre più desolanti, dalle quali scaturisce un altrettanto diretto e conseguente (a quanto sopra) interrogativo: non se ciò che la vignetta rappresenta avverrà veramente, ma quando avverrà.
Ovviamente sperando che la vignetta resti tale, una simpatica e divertente scenetta comica, certo. Ma temo che ci sia da lavorare parecchio, perché non rappresenti invece una drammatica preveggenza.

2 pensieri riguardo ““Libro”?!?”

  1. Tristemente vero, ma la responsabilità è per lo più nostra, operatori del settore, che abbiamo preferito circondarci di un’aurea di polvere e noia, criminalizzando il non lettore, o ancor peggio il lettore occasionale, invece che cercare di andare incontro a queste persone…

    1. Beh, visto che lo dici tu, da “parte in causa” della questione, permettimi dalla mia parte di prendere le difese di almeno una parte del settore, i cui attori sovente ho potuto conoscere e dei quali ho apprezzato, in primis, la passione genuina per la letteratura che ancora mettono alla base del loro mestiere – cosa che non di rado li porta alla chiusura. Purtroppo la responsabilità da te citata trovo sia da imputare soprattutto “in alto” piuttosto che “in basso”, ovvero – ahinoi – alla parte preponderante del mercato editoriale: perché se un piccolo editore pubblica una boiata, poco male e affaracci suoi, se la pubblica uno grande e, con la potenza commerciale che ha a disposizione, la piazza a destra e a manca, è un po’ l’intera cultura diffusa a subire il colpo. E se tale boiata è messa nelle mani del lettore occasionale, bòn, la frittata è completa. Perché credo che negli ultimi anni non solo si è criminalizzato il non lettore – lo faccio anch’io, in effetti, ma partendo da altre motivazioni – ma lo si è in qualche modo cronicizzato nel suo non leggere, proprio mettendogli tra le mani non libri ma libroidi – come li ha definiti tempo fa Gian Arturo Ferrari. Prodotti meramente commerciali, giammai letterari. Che è un po’ come far credere a qualcuno di fargli visitare un museo d’arte portandolo in un motel: nel quale si divertirà un sacco, certo, al punto che in un museo vero non ci entrerà mai più.
      Grazie dell’occasione che mi stai offrendo di chiacchierare con te su tali temi! 🙂

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