Andrea Aschedamini: da Cervinia al cielo, e ritorno

Per tutta la stagione estiva ovvero fino al 30 settembre prossimo, presso il Grand Hotel Cervino di Cervinia, si può visitare una mostra fotografica tanto bella quanto significativa: Dal cielo di Cervinia, con gli scatti di Andrea Aschedamini, la cura di Luciano Bolzoni e l’egida di Alpes Officina Culturale, anche quest’anno promotrice di alcune intriganti proposte culturali nella località ai piedi della Gran Becca.

Andrea Aschedamini, nato a Milano, appassionato di montagna, specializzato in fotografia di viaggio, che definisce se stesso “fotolitografo”, fondatore con Cristina Locatelli dell’Agenzia different.photography, è autore e co-autore di numerosi volumi, servizi fotografici per varie riviste, mostre, progetti di narrazione fotografica. Io lo ricordo innanzi tutto (ma sono di parte) per un volume sublime, Umauns sainza amur sun ervas sainza flur, nel quale ha raccontato a modo suo l’Engadina (ecco perché sono di parte) con una sensibilità verso i luoghi e le loro peculiarità, le inaspettate sinergie, gli angoli più apparentemente noti e quelli più nascosti, veramente profonda e emozionante. Un luogo montano speciale, l’Engadina, che negli scatti di Aschedamini si può ri-scoprire e apprezzare con altrettanto speciale suggestione (per saperne di più sul volume, cliccate sull’immagine qui sotto).

La mostra Dal cielo di Cervinia propone a sua volta un “diverso” sguardo in un “diverso” tempo sul paesaggio e le architetture di Cervinia, sotto questo aspetto un luogo tanto amato da molti quanto deprecato da altri ma in ciò, ovvero in questa propria dicotomia architettonico-urbanistica (nonché paesaggistica) così evidente, capace di rivelare molto del rapporto che l’uomo ha intessuto con i territori montani che ha inteso urbanizzare nell’ultimo secolo, quando la frequentazione delle montagne ha assunto la fisionomia attuale e parimenti l’immaginario comune al riguardo. Come ha scritto Luciano Bolzoni nel presentare la mostra, «[…] Poi esiste un’altra Cervinia, quella che in una giornata fuori stagione può essere sorvolata dagli sguardi di un fotografo come Andrea Aschedamini che decide di alzarsi dalla conca per comprenderne la forma, le vie, i suoi spazi, le sue architetture».

Una mostra dalle innumerevoli valenze – artistiche, architettoniche, culturali, antropologiche, eccetera – che merita assolutamente una visita (e tornerò a parlarne al riguardo, a breve). Per saperne di più, cliccate sull’immagine in testa al post.

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