Ho sempre còlto e letto con diffidenza, e non raro sarcasmo, le frequenti e altisonanti citazioni promozionali che si possono trovare sui libri, in particolare sulle famigerate “fascette” che, personalmente, proibirei con fermezza per come a volte ciò che dichiarano sia così smaccatamente assolutistico e roboante da risultare francamente grottesco, oltre che palesemente (per chi conosca un po’ l’editoria) falso.
Ecco: «La mente migliore della sua generazione». Questa è la frase, citata dal “The New York Times”, che campeggia sull’edizione in mio possesso di Tennis, Tv, trigonometria, tornado, e altre cose divertenti che non farò mai più del celeberrimo David Foster Wallace (Minimum Fax, 1999/2011, traduzione di Vincenzo Ostuni, Christian Raimo, Martina Testa; orig. A Supposedly Fun Thing I’ll Never Do Again, 1997), raccolta di sei lunghi articoli di tono saggistico ma in verità dal mood ben più variegato con i quali lo scrittore americano tragicamente scomparso nel 2008 esplica alcune delle sue visioni fondamentali su altrettanti fondamentali temi della vita quotidiana, propria e della società in cui ha vissuto – tra gli Ottanta e i Novanta del secolo scorso, un mondo tecnologicamente diverso da quello attuale ma in fondo psicologicamente rimasto lo stesso […]
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