Nei giorni scorsi, a seguito delle notizie e delle polemiche sulla carenza di neve artificiale (oltre di quella naturale) sulle piste da sci di Livigno in vista delle gare di Coppa del Mondo e delle Olimpiadi di Milano Cortina, è circolato sui social, soprattutto a opera di Federico Galli dell’Associazione Pesca Livigno, il suggestivo e emblematico manifesto funebre per il torrente Spöl, o Aqua Granda, che percorre interamente la valle livignasca prima di sfociare nel lago artificiale del Gallo le cui acque, oltre l’omonima diga, defluiscono verso la Svizzera. Galli ha aggiunto al manifesto funebre – è quello lì sopra, ovviamente – alcune immagini fotografiche altrettanto significative dello stato in cui versa l’Aqua Granda, commentandole così:
Non so se chiamare disastro ecologico ciò che ti hanno fatto (al torrente, n.d.L.) sia un’esagerazione. Forse lo è, forse no. Di certo è qualcosa che non può essere ignorato. Questa volta voltarsi dall’altra parte non ha senso.
Qualcosa si è rotto lungo la catena delle responsabilità. Perché se non si tratta di incompetenza, allora bisognerebbe usare parole più pesanti. E quelle parole, a volte, aprono scenari che sarebbe meglio non dover evocare. Le complicità — dirette e indirette — che ti hanno ridotto in questo stato, restano comunque evidenti.
Che l’Aqua Granda/Spöl sia in sofferenza da tempo, tanto per lo sfruttamento idroelettrico quanto per l’utilizzo della sua acqua legato all’innevamento artificiale delle piste da sci di Livigno (in aggiunta alle circostanze meteoclimatiche variabili e in divenire), è cosa ormai nota. Tuttavia, anche in questo caso, forse il limite a ciò è stato ormai definitivamente superato e lo sfruttamento del torrente livignasco è diventato irrefrenabile con le imminenti Olimpiadi e il fabbisogno idrico necessario per alimentare le piste sulle quali si svolgeranno le gare olimpiche.
Già a maggio 2024 Lisia Dalpiaz e Tommaso Grilli – dottori in Scienze umane dell’ambiente e autori di un lavoro di inchiesta sull’impatto dei giochi olimpici sui territori montani – con un dettagliato articolo pubblicato su “Dinamopress”, hanno parlato apertamente di «Furto d’acqua ad alta quota»:
La preparazione delle Olimpiadi di Milano Cortina, oltre a essere sotto inchiesta per corruzione, ha un impatto devastante nell’ecosistema montano di Livigno, comune di alta quota lombardo, colpito in modo notevole dagli effetti dei cambiamenti climatici. La prima risorsa ad essere messa sotto attacco è l’acqua.
Dalpiaz e Grilli hanno spiegato poi nel dettaglio cosa accade a Livigno:
A oggi gli impianti di innevamento hanno una concessione di derivazione di 35 lt/s (120 mc/h) da gennaio a ottobre e 60 lt/s (220 mc/h) da novembre a dicembre. Con l’avvento delle Olimpiadi invernali 2026 il fiume verrà messo nuovamente a dura prova. Per l’evento olimpico viene stimata infatti una nuova e ingente necessità d’acqua. Per questo motivo si è elaborato il progetto di un nuovo bacino artificiale, che tra l’altro sorgerà sul confine dell’area Vallaccia, un sito di importanza comunitaria (SIC) di particolare fragilità in quanto al suo interno è presente un rock glacier (permafrost). Nel documento di procedura di affidamento dei lavori per l’opera è stata individuato il fabbisogno di 800.000mc di neve artificiale, corrispondenti a 400.000mc di acqua, da produrre in un tempo di circa 250 ore e quindi con una portata da fornire all’impianto di innevamento di 1.600mc/h. Sicuramente evitare l’approvvigionamento di acqua nel periodo invernale, generalmente il più secco dell’anno, sarà importante per l’ecosistema fluviale livignasco, ma il nuovo apporto supererà di 1.380 mc/h l’attuale derivazione mostrando un modello di organizzazione del territorio ancora una volta disinteressato alla salvaguardia delle sue risorse.
C’è anche questo articolo del “Fatto Quotidiano” che aiuta a capire ancora meglio la situazione livignasca.
Il bacino artificiale citato da Dalpiaz e Grilli è stato poi effettivamente realizzato ed è entrato in funzione ad inizio dicembre, alimentando sessanta nuovi cannoni per l’innevamento delle piste da sci. Durante l’inaugurazione il sindaco di Livigno ha annunciato che dal giorno stesso sarebbe cominciato il carico dell’acqua: guarda caso, una ventina di giorni dopo, l’Aqua Granda/Spöl si è ridotto nelle condizioni denunciate da Galli e ben dimostrate dalle sue immagini fotografiche.
A commento del post di Galli, Nicola Faifer dell’Associazione “L’Acqua è tua” ha elencato i soggetti responsabili della situazione in corso:
– Il Ministero dell’Ambiente (Primo attore che partecipa ai lavori della Commissione Italo Svizzera);
– Regione Lombardia (competente in materia di grandi derivazioni idroelettriche, qui in capo ad A2A);
– Autorità di Bacino del Fiume Spöl;
– Provincia di Sondrio (competente in materia di piccole derivazioni a scopo innevamento);
– Residualmente, il Comune di Livigno (che partecipa ai lavori della Commissione sopra citata);
– Tutti i cittadini che, per interesse o “quieto vivere” da 70 anni a questa parte, hanno sottaciuto il prosciugamento di un torrente in una vallata alpina di rara bellezza.
Questo è quanto e, nel frattempo, un altro territorio alpino di rara bellezza sottoposto a un eccessivo e scriteriato sfruttamento antropico senza che nessuno o quasi si sia impegnato nella sua tutela autentica rischia di subire un degrado ambientale e paesaggistico – e culturale, economico, sociale, antropologico… – definitivo.
Come chiosa Federico Galli rivolgendosi allo Spöl e nel commentare il suo manifesto funebre,
Spero tu possa perdonarci e tornare ad essere la nostra Aquagranda.

