Ora, comunque, ditemi ciò che volete e guardatemi storto, se lo ritenete il caso, ma non potete negare che essere un po’ “orsi” – come effettivamente sono io, lo ammetto, nonostante la mia vena sociale a volte fervida e niente affatto repressa – è uno dei migliori metodi di autodifesa nel corso di una pandemia come questa. Si tornerà quanto prima possibile, mi auguro, a produrre tutti insieme socialità, assembramenti e baldorie, ma nel frattempo bersi una birra in distanziata solitudine non è ‘sta gran tragedia, alla fine.
N.B.: che poi sulla “solitudine” ci ho già disquisito in modo articolato, qui sul blog. Date un occhio a questo post, ad esempio.
Chettelodicoafa!
La solitudine è alla base della mia vita, la pandemia ha ristretto ulteriormente i contatti facendomi attuare una selezione impietosa di chi continuare a frequentare sopratutto per la mia salute mentale. Ora il mantra del andrà tutto bene e tornerà tutto come prima sono minchiate della prima ora che hanno fatto disastri e che a tutt’oggi sono all’ordine del giorno perchè in fin dei conti è quello che vuole la stragrande maggioranza della gente, ma io non sono la stragrande maggioranza ma solo 1 e nel mio 1 questa pandemia mi ha dato l’opportunità di approfondire il solco della via della solitudine.