Una risata ci salverà!

Credo che se noi essere umani riusciremo a conservare la capacità di ridere – di noi stessi, degli altri ovvero di far ridere, in senso umoristico arguto e non in modo sarcastico e amaro – qualche possibilità di salvezza, come genere, l’avremo ancora. Esattamente come chi manifesta senso dell’umorismo, e riesce a non prendersi mai troppo sul serio, se la caverà sempre: espandete questa singola virtù a più individui possibile e, appunto, si genererà un salvagente ben più prezioso ed efficace di tanti altri, per noi tutti. Che di contro, come si sa, sarà invece funzionale vanga per “scavare fosse” e “seppellire” (metaforicamente, ovvio) chi non vorrà essere tanto virtuoso.

Altrimenti no, penso proprio che non ci salveremo. Sia la fine tra un anno, un secolo, un millennio o domani mattina, saremo tristemente spacciati: allora sì che non ci sarà più nulla da ridere, anche perché sarà troppo tardi farlo.

P.S.: e se magari volete affinare la personale virtù di saper ridere, provate a leggere questo libro. Credo vi potrà essere utile.

“Filosofia dell’umorismo”, John Morreall

«L’umorismo ci insegna che la strategia universale per vivere bene è la versatilità. Di fronte a un certo tipo di “cattive notizie” non c’è nulla che potremmo fare per migliorare la situazione eccetto che prendere una distanza emotiva e trasformarle, da tragiche a divertenti. Ricordo le parole che Oscar Wilde pronunciò in punto di morte: “Questa carta da parati è atroce. Uno di noi due se ne deve andare”.»

Filosofia dell’umorismo – Origine, etica e virtù della risata, di John Morreall, per Sironi Editore. Certamente una mia prossima lettura.