Loro sì, noiosi. Non il paesaggio.
E non funge da attenuante il fatto che probabilmente, loro malgrado, non conoscano la differenza tra territorio e paesaggio: nulla cambia, sosterrebbero comunque le stesse cose.
Per proferire pensieri del genere tali individui non possono che aver soffocato ogni proprio stimolo alla curiosità per quanto hanno intorno e ogni capacità di percezione delle sue peculiarità. Non sanno più pensare al luogo, non lo concepiscono, non lo comprendono più, non pensano nemmeno a se stessi nel luogo, mentre probabilmente lo credono ovvero vi si relazionano come a un “bene” già consumato e dissipato. Dimostrano una gran sterilità di mente e d’animo, insomma, ergo appaiono d’una noia mortale.
Mi si sono generate in mente, queste impressioni, nel mentre che per la decimillesima volta vagabondavo per i monti sopra casa e mi ritrovavo di fronte uno dei loro “soliti” panorami, percependo l’altrettanto solita e sorprendente sensazione, nell’osservarlo, che lo vedessi per la prima volta. Perché mi sembra(va) sempre come “nuovo”, ogni volta differente da tutte le altre volte precedenti, con qualcosa da coglierci mai visto prima e in effetti è proprio così: il paesaggio cambia ogni volta che lo osserviamo, anche quando ci sembra sempre lo stesso e quando le condizioni ambientali nelle quali lo osserviamo sono (apparentemente) uguali ad altre volte: ma in verità non è affatto così, non è mai lo stesso.
Non lo è anche solo per il fatto che siamo cambiati noi che lo osserviamo e, in quel frangente, del paesaggio facciamo parte e vi interagiamo. Anche da un giorno con l’altro, oserei dire da un’ora all’altra. E deve essere così, necessariamente, perché se non cambiassimo noi così come effettivamente cambia il paesaggio – che si sia in grado di percepirlo, tanto o poco oppure per nulla – finiremmo per essere persone veramente noiose, già.
concordo con te che il paesaggio non è mai noioso, anzi. Al massimo è una bruttura quando noi umani tentiamo di modellarlo stravolgendo la sua natura. Ricordo che quando abitavo a Bolzano aprendo la finestra della cucina vedevo davanti a me il Catinaccio. Eppure non lo trovavo noioso ma fonte di meraviglia anche se lo vedevo tutti i giorni e più volte al giorno.
Ah, guarda… la meravigliosa visione mattutina del Catinaccio da Bozen ha contribuito a tenermi alto il morale quand’ero a naja, visto che la osservavo dal finestrone della mia camerata! (Anche se, devo dire, io nell’anno di naja mi sono divertito un sacco, visto che l’ho passato per gran parte in alta montagna!)
in effetti era uno spettacolo osservare come cambiava di colore a seconda dei momenti della giornata