Nel ghetto di noi idioti acculturati

La ignoranzia non avendo né fine, né regola, né misura, procede furiosamente e dá mazzate da ciechi.

(Francesco Guicciardini)

Frequentando spesso – per un irrefrenabile e inguaribile bisogno fisiologico, oltre che per interesse diretto… – luoghi ed eventi culturali, e trovandovi spesso un sacco di gente – e, intendo dire, gente interessata e palesemente consapevole di quanto sta vivendo, non soltanto visitatori da mostra-blockbuster o museo-di-tendenza o evento-trendy che ci stanno solo per dire “io c’ero!” ma che alla fine del senso e/o del messaggio culturale relativo non resta poco o nulla nella loro zucca – sovente mi trovo ad essere felice di tali affollamenti, del vedere che meno male, c’è ancora gente, e ce n’è tanta, interessata alla cultura e intrigata da essa ovvero che non accetta pedissequamente di farsi rattrappire, mentalmente e intellettualmente, dal sistema che regge il nostro mondo quotidiano – e la nostrana terra in particolare. E dunque, inevitabilmente, mi ritrovo a formulare il più banale tanto quanto genuino e fiducioso dei pensieri: beh, dai, ma allora c’è ancora qualche speranza per questo nostro paese, c’è ancora la possibilità che il rincretinimento di massa non vinca su ogni cosa, che la cultura – in senso generale ovvero, per intenderci, le “cose intelligenti” – riesca a non essere sopraffatta dall’idiozia e dalla cialtronaggine generale!

Poi però, finito quel fiducioso entusiasmo, tornato alla vita di tutti i giorni e constandone la realtà dei fatti, ogni giorno sempre peggiore (visione di fondo assai pessimistica, lo ammetto, ma come ricordo spesso sono passato negli anni da essere il più pessimista degli ottimisti al più ottimista dei pessimisti, con tendenza negativa costante…), con identica inevitabilità mi chiedo: ma tutti noi (mi ci metto anch’io, nel bene e nel male e sperando di non risultare tronfio), noi gente che dimostriamo di avere ancora un cervello presumibilmente sveglio e attivo, noi che pare ci rendiamo conto di un bel po’ delle cose che qui attorno non vanno affatto bene e che frequentando ancora luoghi ed eventi di valore culturale – e dunque profondamente sociale – rilevante e importante per la nostra stessa realtà civica, con tutto ciò che poi ne consegue, dimostriamo di non assoggettarci a quel sistema che invece persegue palesemente l’apatia di massa al fine di meglio dominarci e imporci le sue decisioni – noi così fatti, insomma, ma dove diavolo andiamo a finire, se poi – appunto – allo stato dei fatti la decadenza morale, culturale, intellettuale, civica della nostra società continua imperterrita e, se possibile, accelera pure?
Siamo troppo snob, forse, abbiamo troppa puzza sotto il naso, diciamo a parole che abbiamo capito cosa c’è che non va e sappiamo cosa ci sarebbe da fare ma poi tutta la nostra azione cultural-sociale finisce lì, contenti – in modo fin troppo altezzoso, nel caso – di non essere parte della massa di pecoroni drogata e ipnotizzata dalla TV, dagli status symbol, dai vari e assortiti specchietti per le allodole sparsi in giro e dal pensiero unico ma, così facendo, lasciando ad essa campo libero in qualità di fanteria pesante calpesta tutto del suddetto sistema dominante. Ci riserviamo il controllo della teoria ma non la trasformiamo in pratica, e per ciò chi invece governa e impone la pratica riesce a sopraffarci pur senza avere alla base alcuna buona teoria – anzi! Ci stiamo auto-ghettizzando, ecco, convinti di essere sempre e comunque più fighi di quelli che stanno incollati alla TV, sbraitano per il calcio e pensano che senza un certo smartphone non si è nessuno, li evitiamo, li disdegniamo ma intanto quelli ci circondano – proprio come in mare la chiazza d’olio si espande sempre più e inquina inesorabilmente l’acqua pura, se non viene contrastata ed eliminata – e con l’appoggio del sistema ci richiudono in recinti sempre più piccoli.

Insomma: io di gente a cui il cervello funziona ancora ne vedo, e pure tanta. Ma perché invece sembra che l’avanzata degli idioti continui e in modo inesorabile? Perché non sappiamo trasformare la cultura in un’arma civica, non facendone solo una virtù ideale e un nobile vanto? Perché non sappiamo scaturire da essa, dalla sua fonte potente e infinita, un fiume di consapevolezza razionale che possa spazzare via il dominio sempre più assolutista della scempiaggine e dell’insensatezza?
Dove diavolo ci nascondiamo di continuo, noi, eh?
Che alla fine si sia pure più stupidi di quegli idioti dominanti, per come così passivamente ci stiamo facendo sbaragliare e sottomettere da essi?

E’ questo il pensiero, anzi, il dubbio finale che si genera ogni volta dalla mia frequente e costante disquisizione, che ora vi ho messo qui pure per iscritto. Ed è un dubbio che trovo veramente atroce, ve lo assicuro, e sempre più ogni giorno che passa guardandomi intorno, e vedendo come tutto continui ad andare allo scatafascio mentre tanti, troppi, se ne infischiano bellamente e se ne approfittano pure…

5 pensieri riguardo “Nel ghetto di noi idioti acculturati”

  1. Che bello leggerti e leggere cose come questa. Sono d’accordo con te sia sul nostro dovere civico di fare qualcosa per fermare l’avanzata degli imbecilli, sia sull’avanzata degli imbecilli in sé.
    Dal canto mio, che provo a far qualcosa anche fattivamente, posso dirti che il problema è sempre lo stesso: di cose se ne possono fare tante, di eventi culturali se ne possono organizzare, di informazione se ne può fare…purché tu sia disposto a farlo in maniera volontaria.
    Finché ci sentiremo ripetere che “sì, la vostra iniziativa è interessante, ma mancano i soldi per sostenerla”, la storia continuerà. Sarà quando ai vertici si capirà che il ritorno economico della cultura è elevatissimo (e persino il Sole24Ore per fortuna sta cavalcando la questione già da qualche mese), che qualcosa cambierà. O almeno lo spero 🙂
    Un saluto e buon fine settimana!

    1. Ciao, mitica Leu! 🙂
      Brava, citi una cosa che, a quanto pare (prevedibilmente!) è ormai diventata prassi comune: come può un’istituzione dirti in faccia che a lei non gliene frega niente della cultura? Semplice: “Sì, la vostra iniziativa è interessante, ma mancano i soldi per sostenerla!”, appunto, proprio come scrivi tu. Quante volte anch’io mi sono sentito dire qualcosa del genere! (L’ultima un paio di settimane fa, da un comune che, alla richiesta di un pur minimo patrocinio per una mostra fotografica di sulla storia locale, sostiene di non poter concedere patrocini, per regolamento vigente (?!?), a eventi che non siano direttamente organizzate dal comune stesso. Ma se quegli idioti non organizzano mai nulla che sia riferibile (in senso pieno e importante) al termine “cultura”!!!
      Insomma, sai e sappiamo bene che da quel lato non avremo altro che schiaffoni in faccia, temo. Per questo è ancora più importante agire fattivamente fin dalle nostre azioni individuali quotidiane. Ecco, persino colui che legge un libro sulla metro – ovvero che si fa vedere in qualità di “lettore”, possibilmente appassionato, a chi gli sta intorno – sta facendo cultura, a suo modo, e pure efficacemente. E mille altre piccole (grandi) cose si possono fare, individualmente, a tal fine: bisogna solo avere la volontà seria di farle.

      A proposito di bookwatching: settimana scorsa ero a Londra, e ho ovviamente usato intensamente la metro – come sai una delle più estese e trafficate del mondo: beh, lì potresti veramente fare la bookwatcher professionista!!! Anche se, ho notato con un certo stupore, sulla Tube londinese l’ebook batte il libro almeno 8 a 2 – nel senso che su 10 lettori, 8 leggevano con tablet… Probabilmente lo stesso che poi usano nel proprio lavoro…

      Ciao, superLeu! Grazie del tuo commento, e di tutto quanto! (Sì, certo, anche del poster! 😀 😉 )

      1. L’ebook è la rovina dei bookwatchers! Certo, vuoi mettere la comodità? Io stessa – lo dico a voce bassa bassa – l’ho preferito al cartaceo da un po’ di tempo a questa parte: troppi vantaggi in termini di comodità (e varietà). Certo, però…vuoi mettere il piacere di rovistare tra le pagine alla ricerca di quella frase che hai sottolineato, spulciando passo passo quelle prima e dopo? E’ dura, sono combattutissima!
        Ciao Rota!

  2. Bellissimo “il rincrenitimento di massa…”! Penso che in molti si atteggino a snob, a saputi del “sapere” solo per mettersi in risalto dimostrando poi il vuoto assoluto! Buona serata,65Luna

  3. Concordo con quanto scrivi ed è deprimente assistere all’avanzata di chi dovrebbe stare in retroguardia. La colpo di chi è? Di chi ha il cervello funzionante oppure di un sistema che premia chi il cervello lo usa al massimo una volta ogni lustro?
    Sembra che chi regge il potere voglia far avanzare i cloni, i robot senza cervello, perché così non danno loro ombra.

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