
Voglio ringraziare di cuore tutti quelli che hanno commentato gli articoli con le proprie considerazioni su Livigno, sia positive che negative, tutte legittime e molto importanti. Anche perché consentono di elaborare una piccola ma spontanea e dunque genuina “indagine” sul sentore comune nei riguardi della località che, lo ribadisco, è senza dubbio tra le mete turistiche lombarde se non italiane più emblematiche per la sua storia culturale e economica e per come ha deciso di gestire il proprio turismo – nonché per lo status di zona extradoganale dei cui vantaggi, reali o presunti, ancora gode. D’altro canto il mio legame con le montagne è nato proprio a Livigno, prima località nella quale, quando avevo ancora meno di un anno, i miei genitori mi portarono a far vacanza estiva e invernale. Una località a cui dunque sono particolarmente legato e che per ciò cerco di osservare con un interesse “speciale” ma senza pregiudizio alcuno, cercando di capire meglio la sua realtà e comprenderne il divenire: anche per questo i commenti e le osservazioni ricevute, di qualsiasi segno siano, mi risultano importanti e “istruttive”, e ringrazio ancora molto chi le ha espresse.
Di seguito elenco alcuni dei passaggi secondo me più interessanti dei commenti, nell’ordine cronologico di ricezione, dai quali potete percepire il sentore comune più diffuso su Livigno. A breve tornerò sul tema per trarne alcune ulteriori considerazioni concrete sulla sua realtà e, soprattutto, sul suo futuro.
«È un turismo malato quello. Mordi e fuggi e tante macerie dietro di sé.» (Gian Paolo)
«Solo un grande luna park, come tanti altri posti turistici. Non certamente la vera natura di montagna.» (Maurizio)
«Ci vuole una soluzione, che non sia solo economica, troppo facile, ma culturale.» (Paola)
«Ci vado da oltre 40 anni, ma visti i prezzi di quest’anno, mi da che per la prossima estate andremo altrove.» (Federico)
«Alla fine ti respiri i Suv… e quindi?» (Enrico)
«Se questo è il turismo che si vuole ne faccio volentieri a meno.» (Bruno)
«Quaranta anni fa c’erano i distributori di benzina in paese, non c’era la zona Ztl, non c’era la zona pedonale e ciclabile lungo lo Spol, aria invivibile…» (Paolo)
«Non c’è dubbio che avanti di questo passo il territorio verrà rovinato.» (Massimo)
«Chi abita nelle città ormai con le estati invivibili trova in Livigno un paradiso senza eguali dove se ci vai una volta te ne innamori.» (Roberto)
«Io ci andavo da quando avevo 7 anni, ne ho 72… Da 2 anni non ci vado più, voglio mantenere un ricordo bello di Livigno!» (Riccardo)
«Fanno record d’estate, record d inverno, tasse poco o niente…» (Attilio)
«A me che ci vado da oltre 30/35 anni mi piace sempre., non trovo tutti questi prezzi esagerati e giustamente tutto si adegua, non avrebbe senso se fosse rimasto come 40 anni fa.» (Paola)
«Se mai gli toglieranno tutti i vantaggi, esenzione Iva, benzina senza accise, tassazione unica per tutti, rimarrà un paese di montagna finto.» (Pietro)
«Ci sono stato per la prima volta a fine stagione. Bello ma molto lontano per me rispetto ad altre località di montagna.» (Fabio)
«Conviene solo fare il pieno all’auto, peccato perché per chi ama la MTB come me il posto è fantastico.» (Gian Luigi)
«Sicuramente i residenti e le varie amministrazioni sono stati molto bravi nel giocarsi la partita valorizzando il territorio e l’offerta a vantaggio del reddito pro capite, ma io non riconosco più la magia di un tempo non troppo lontano…» (Gianluigi)
«Almeno a Livigno ci accolgono con il sorriso, andate in Trentino oppure Valle d’Aosta e vedrete che accoglienza!!!!!» (Abramo)
«Questo status di località turistica ormai di élite, insieme al visibile alto tenore di vita dei livignaschi, è in fortissimo contrasto coi privilegi fiscali extradoganali ormai anacronistici…» (Beppe)
«È anche vero che le necessità dei turisti sono cambiate. Importante il rispetto della natura e dei luoghi, purtroppo il signor “palanca” vince sempre sopra ogni cosa ma a Livigno, con il sorriso, tutto è sempre gestito per il cliente.» (Fiorella)

«Togliere l’extradoganalità! Un doping di stato che non ha più giustificazioni.» (Giovanni)
«A quei pochi livignaschi, consapevoli di creare un modello che guarda alle ricchezze ambientali e paesaggistiche, come il vero punto di forza del turismo del futuro, prevalgono logiche economiche intrecciate di business e proprietà delle società.» (Angelo)
«Livigno riesce ad esprimere un condensato di modelli “urbani” insostenibili da primato. A differenza delle scempiaggini clamorose come la pista di bob di Cortina sono assai meno visibili, ma gli effetti cumulati forse ancor più devastanti.» (Michele)
«È vero che andando un po’ fuori dalle vasche classiche, e facendo finta che il Mottolino non esista, il discorso cambia. Per il resto, una follia.» (Pietro)
Ancora grazie a chiunque abbia partecipato alla discussione o anche solo meditato tra sé sul tema!
Un campionario vario ma condivisibile di opinioni.
Già. Vario ma, tendenzialmente, addensato in gran parte su una certa posizione non così benevola nei confronti della Livigno contemporanea.
Li ho letto e quasi tutti avevano il pollice verso.