Margherita Hack

Il tempo credo lo si possa capire solo per il fatto che tutto, tutto cambia, tutto invecchia. Si nasce, si muore. Gli esseri viventi, gli oggetti se sono nuovi, poi diventano vecchi. Anche le pietre, anche la nostra terra, nel corso dei 4 miliardi e mezzo d’età è mutata grandemente. Quindi il tempo lo possiamo definire solo grazie al fatto che tutto cambia.

[Margherita Hack, che ieri avrebbe compiuto 100 anni. La citazione è tratta dall’intervista di Claudio Rocco per Euronews, in Margherita Hack, la signora dell’astrofisica italianaeuronews.com, 7 luglio 2013. Nell’immagine, il francobollo emesso dalle Poste Italiane in occasione del centenario della nascita.]

Margherita Hack, fiorentina trapiantata a Trieste ovvero in una città di mare con l’anima montana, ha incrociato più volte il proprio cammino, scientifico e divulgativo, con le montagne. Innanzi tutto dichiarando la propria passione per La Montagna Incantata di Thomas Mann, libro fondamentale della narrativa ambientata sui monti e che di essi ha fornito molta della visione poi assimilata dalla nostra cultura al riguardo; poi partecipando di frequente a eventi centrati sulle montagne (qui, ad esempio) e citando spesso i monti come luoghi privilegiati per l’osservazione delle stelle e, ancor più, per ritrovare la capacità di stupirsi della bellezza del cosmo e della sua profondità filosofica accessibile a tutti: luoghi preziosi da preservare in ogni modo, come scrisse nel brano sotto riportato (tratto da qui) – e come è importante preservare similmente la memoria e il retaggio di una figura così bella, importante e altrettanto preziosa quale fu Margherita Hack:

Quando il cittadino comune si ritrova in montagna, in una notte senza luna, riscopre lo straordinario scenario offerto dalla Via Lattea e dallo scintillio di migliaia di stelle. Le immagini della Terra ottenute dai satelliti ci mostrano un’Europa cosparsa di luci che ci privano dello spettacolo del cielo notturno, dichiarato “Bene comune dell’ Umanità”. Un bene da salvaguardare, lasciando almeno qualche luogo immerso nell’oscurità, dove le nuove generazioni possano riappropriarsi di un grande spettacolo che appartiene a tutti.

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1 commento su “Margherita Hack”

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