Io ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi…
Sì, se non avreste – se non avessimo avuto gli occhi!
Perché le cose che ho visto le avete viste pure voi, le vediamo tutti quanti, le possiamo non solo immaginare ma osservare, cogliere, comprendere. Sono cose a volte grandi ma più spesso piccole, pure minuscole, ma tutte quante fanno parte del mondo che viviamo e della vita che condividiamo, e ognuna di esse possiede quasi sempre una sua bellezza, un suo senso, un valore più o meno importante, qualcosa, insomma, che può catturare il nostro sguardo, attivare la mente, far battere il cuore e far vibrare l’animo…
Gli occhi li abbiamo tutti, e a volte basta semplicemente usarli, osservare il mondo, e non solo guardarlo, per cogliere tutta la grande bellezza che possiede, che in fondo è la manifestazione più immediata tanto quanto più significativa della sua vita. Inoltre, se il nostro sguardo funge da “strumento” di visione armonica e “simmetrica” alla mente e all’animo, come in ogni creatura intelligente dovrebbe essere, del mondo e della vita forse possiamo anche cogliere il senso profondo: qualcosa che non è affatto frutto di immaginazione ma è percezione e conoscenza vivida, nonché indispensabile, della realtà.
Se invece i nostri occhi sono aperti ma sostanzialmente orbi, non ci resta che immaginare ciò che non sappiamo “vedere” e comprendere come reale: innumerevoli cose svanenti, innumerevoli momenti di vita perduti nel tempo… come lacrime nella pioggia.
P.S.: avrete capito che l’input per tale post viene dal celeberrimo monologo dell’androide Roy Batty in Blade Runner.
P.S.#2: l’immagine in testa al post raffigura la costellazione di Orione; la stella gialla è Betelgeuse, ɑ della costellazione. Betelgeuse è un nome arabo che significa “la spalla del Gigante”: nel monologo originario in inglese, Roy Batty dice proprio «the shoulder of Orion», “la spalla di Orione”, espressione che invece nella traduzione italiana è diventata “i bastioni di Orione”.
P.S.#3: in realtà questo è un articolo della serie «Ah, l’ho scritta anni fa, ‘sta roba, ma in fondo è sempre valida. Fammela ripostare, và!».